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Nimis

Coordinate: 46°12′01″N 13°15′54″E
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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Nimis (disambigua).
Nimis
comune
(IT) Nimis
(FUR) Nimis[1]
Nimis – Stemma
Nimis – Bandiera
Nimis – Veduta
Nimis – Veduta
La pieve arcipretale dei Santi Gervasio e Protasio
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoGiorgio Bertolla (lista civica) dal 13-06-2022
Territorio
Coordinate46°12′01″N 13°15′54″E
Altitudine207 m s.l.m.
Superficie33,9 km²
Abitanti2 601[2] (31-8-2024)
Densità76,73 ab./km²
FrazioniCergneu, Chialminis, Monteprato, Nongruella, Pecolle, Ramandolo, Tamar, Torlano, Vallemontana,Borgo Vigant
Comuni confinantiAttimis, Lusevera, Povoletto, Reana del Rojale, Taipana, Tarcento
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano, sloveno
Cod. postale33045
Prefisso0432
Fuso orarioUTC 1
Codice ISTAT030065
Cod. catastaleF898
TargaUD
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona E, 2 787 GG[4]
Nome abitantinimiensi
Patronosanti Gervasio e Protasio
Giorno festivo19 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Nimis
Nimis
Nimis – Mappa
Nimis – Mappa
Posizione del comune di Nimis nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Nimis (in friulano Nimis[5]; in sloveno Neme o Nieme; in tedesco Nimetz) è un comune italiano di 2 601 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.

Geografia fisica

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Fiumi e torrenti

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  • Bernadia (872 m)
  • Plaiûl (620 m)
  • Cladis (850 m)
  • Zisilin (957 m)

Il toponimo, anticamente Nemas, probabilmente deriva dalla radice celtica Nem (santuario, recinto) o Nim (bosco), il che fa pensare a un bosco sacro forse presente nella zona.[6][7]

Manufatti ritrovati testimoniano la presenza di insediamenti umani già nell'Età del Bronzo. I romani, conquistando Aquileia, posero la zona sotto il dominio dell'Agro di Forum Iulii. Numerosi sono i reperti ritrovati risalenti a quell'epoca, lo stesso borgo Molmentet, uno dei borghi di Nimis, prenderebbe il nome da monumenti sepolcrali lì ritrovati.[8]

Durante il periodo longobardo nella zona erano presenti alcune roccaforti, tra cui anche castrum Nemas, posto su una altura sopra al paese, ricordato da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum.[9][10] Nel castello fu ucciso Arnefrido, figlio di Lupo, Duca del Friuli, che ambiva al titolo del padre in contrasto con il re Grimoaldo.[11]

Scavi eseguiti nel 1964 sotto il pavimento della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio datarono la prima basilica alla metà del VI secolo.[12] La pieve di Nimis, nata in questo periodo, mantenne per tutto il medioevo la propria giurisdizione non solo su Nimis, ma anche sui vicini paesi di Attimis e Povoletto, oltre che sulle popolazioni di origine slava che, a partire dal VI secolo, si erano insediate sulle montagne vicine.

Nel 1077, con la nascita dello stato patriarcale, Nimis divenne feudo della gastaldia di Tricesimo, dipendente da Aquileia. Il castello di Nimis perse il suo potere, mentre il borgo conobbe un notevole sviluppo economico e sociale, divenendo un comune rurale, composto da una vicinia, assemblea dei capifamiglia, che annualmente eleggeva un Decano (o Meriga) con compiti amministrativi.[13] Nel paese, in periodo medievale, erano presenti due cente, cioè raggruppamenti di case disposte in forme circolari attorno a una piazza: una era presso la pieve, l'altra nell'omonimo borgo, dove era anche presente una loggia.[14] Oltre al borgo Centa esistevano anche i borghi di Valle, Ariis di Sopra, Ariis di Sotto, Ariba, Cechìn e Molmentet, presenti ancora oggi. Il reticolo stradale, di origine romana, era composto dalla strada detta di San Mauro, che collegava borgo Valle al Torre e la trasversale, attuale pedemontana passante per San Gervasio.[15]

Nel 1420, Nimis e tutto il Friuli vennero sottomessi al dominio della Serenissima, rimasero però immutate le istituzioni medievali. Nel 1477 i Turchi riuscirono a superare le difese veneziane e irruppero con violenza nel basso e medio Friuli, Nimis, come altri paesi vicini fu risparmiata dall'invasione, ma non dalla peste, che flagellò queste zone negli anni successivi. A ciò si aggiunse nel 1511 la guerra tra Venezia e l'Impero Germanico, un forte terremoto e una rivolta dei contadini.[16] Nel 1647 Nimis venne infeudata al conte Giacomo Antonini, dopo che il suo pronipote morì senza figli maschi, passò alla famiglia Zanchi-Locatelli di Bergamo.

A partire dal XVI secolo, crebbe l'importanza delle popolazioni slave, che fecero causa contro la pieve per la mancanza di cura verso le anime della montagna e riuscirono a ottenere nel 1642 l'erezione del Vicariato degli Slavi, suddivisione della parrocchia con sede a Torlano, che era amministrata da un parroco che conosceva i dialetti slavi e celebrava messa nelle chiese di montagna; il vicariato venne abolito nel 1885; a favore delle nuove chiese sorte localmente.[17]

Dopo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, il Friuli subì prima l'invasione francese, l'anno successivo il passaggio all'Austria e poi il ritorno alla Francia nel 1805, anche Nimis risentì di questo clima bellico e si sofferse la fame e la povertà, ma la situazione divenne più stabile negli anni successivi, con l'istituzione del comune napoleonico. Infine nel 1816, dopo la restaurazione, Nimis cambiò ordinamento comunale e riuscì a risollevarsi, vennero infatti costruite le scuole e nuove strade. Quando nel 1866 i soldati italiani entrarono vittoriosi a Udine, il comune era ancora occupata dagli Austriaci, la liberazione avvenne solo qualche mese dopo, festeggiata con un plebiscito senza valore politico.[18]

Il Comune non fu coinvolto direttamente nei combattimenti della prima guerra mondiale, ma venne segnato dal passaggio di truppe e fu di appoggio per il fronte isontino, dopo la disfatta di Caporetto subì molte angherie da parte del nuovo comando austriaco, che ordinò requisizioni, controlli e ingenti tasse, che si conclusero solo con l'armistizio e la fine della guerra.[19]

Durante la seconda guerra mondiale il territorio del comune fu coinvolto dalle attività della resistenza friulana con la partecipazione delle Brigate Garibaldi e delle Brigate Osoppo, con conseguente incendio del paese da parte delle SS per evitare qualsiasi tipo di insurrezione partigiana. Nonostante ciò, grazie al costante impegno dimostrato dai nimensi il paese venne ricostruito in brevissimo tempo.[20]

Il 24 agosto 1944, nella frazione di Torlano, si svolse un eccidio nazista, compiuto da membri delle Waffen SS tedeschi. Vennero rastrellati e trucidati 33 civili, inclusi donne e bambini.[21][22] Il relativo fascicolo di indagine fu oggetto di insabbiamento; fu rinvenuto soltanto nel 1994 all'interno del cosiddetto armadio della vergogna.

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

Il Comune ha adottato come segno distintivo uno stemma definito da uno scudo sannitico con cane passante d'argento su una mezzaluna d'oro, in campo azzurro,[23] sormontato dalla corona muraria da Comune e contornato da fronde d'alloro e quercia. Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976.»
— 12 dicembre 2002[24]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[25]

Lingue e dialetti

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A Nimis, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[26]. La lingua friulana che si parla a Nimis rientra fra le varianti appartenenti al friulano centro-orientale[27].

Sebbene risulti in forte regressione, in alcune frazioni montane (Cergneu Superiore/Černjeja, Cergneu Inferiore/Dolenjena, Monteprato/Karnica, Chialminis/Vizont) la popolazione fa ancora uso del locale dialetto sloveno beneciano. Limitatamente alle frazioni di Cergneu Superiore/Černjeja e Cergneu Inferiore/Dolenjena, questo dialetto è sottoposto a tutela, ai sensi della Legge 38/2001. Va ricordato che alla frazione di Cergneu è legato il cosiddetto manoscritto di Cergneu (in sloveno Černjejski rokopis).

In generale le frazioni della parte montana del comune sono — quantomeno per origine — riconducibili all'area linguistica del sistema dialettale sloveno, mentre quelle in pianura o più prossime ad essa, a quella friulana. Una spiegazione del toponimo Ramandolo (friul. Ramàndul o Romàndul), frazione che si trova in posizione di cerniera tra montagna e pianura, lo fa derivare dall'antica indicazione del passato confine linguistico (Romàndul, nel senso di ultimo luogo linguisticamente "romanzo" prima della collina slavofona).

A Nimis e nei dintorni è ambientato il romanzo Il Conte pecoraio di Ippolito Nievo, scritto nel 1855.

  • 1 e 2 agosto, festa degli uomini di Monteprato
  • Dall'1 all'8 settembre, festa della Madonna delle Pianelle o [Ottavario]
  • il 25 luglio sagra di San Giacomo a Cergneu
  • febbraio o marzo, carnevale a Nimis con sfilata dei carri allegorici e il rito di liberazione del pust

Geografia antropica

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Frazioni e località

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Il vino di Nimis è rinomato in tutto il Friuli: infatti nel piccolo paese sono presenti molte cantine e vigne, e nella frazione di Ramandolo viene prodotto l'omonimo vino, ancor più pregiato

Amministrazione

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Sindaci dal 1995

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 1999 Renato Picogna Lista civica Sindaco
1999 2004 Renato Picogna Lista civica Sindaco
2004 2009 Renato Picogna Lista civica Sindaco
2009 2011 Danilo Gervasi Lista civica Sindaco
2011 2016 Walter Tosolini Lista civica Sindaco
2016 2022 Gloria Bressani Lista civica Sindaco
2022 2024 Giorgio Bertolla Lista civica Sindaco [28]
  1. ^ Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2024 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ toponomastica ufficiale (DPReg 016/2014), su arlef.it.
  6. ^ G.Frau, I nomi dei castelli friulani, in Studi linguistici friulani, Udine, 1969, p. 264.
  7. ^ G. Frau, toponomastica preromana e romana nel territorio di Aquileia antica, in Antichità altoadriatiche, il territorio di Aquileia nell'antichità, Udine, 1979, p. 122.
  8. ^ P. Bertolla, G. Comelli, Il periodo delle origini, in Storia di Nimis, Udine, 1990, p. 20.
  9. ^ Nimis - Capoluogo, su Comune di Nimis. URL consultato il 27 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
  10. ^ Paolo Diacono, Historia Langobardorum, vol. IV, cap. 37
  11. ^ Paolo Diacono, Historia Langobardorum, vol. V, cap. 22
  12. ^ G.C. Menis, Plebs de Nimis, Udine, 1968.
  13. ^ P. Bertolla, G. Comelli, Sotto le ali del patriarcato, in Storia di Nimis, Udine, 1990, p. 43.
  14. ^ Patrimonio Culturale FVG, https://patrimonioculturale.regione.fvg.it/complesso-archeologico/?s_id=759550. URL consultato il 7 novembre 2024.
  15. ^ P. Bertolla, G. Comelli, Sotto le ali del patriarcato, in Storia di Nimis, Udine, 1990, p. 53.
  16. ^ P. Bertolla, G. Comelli, Sotto le ali del patriarcato, in Storia di Nimis, Udine, 1990, p. 68.
  17. ^ fauna31.wordpress - storia religiosa della slavia friulana dalle origini al 1920, https://fauna31.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/01/ville-e-vicariati-slavi05.pdf. URL consultato l'11 novembre 2024.
  18. ^ P. Bertolla, Il plebiscito di Nimis nel 1866, 1966.
  19. ^ P. Bertolla, G. Comelli, Tra guerre e invasioni, in Storia di Nimis, Udine, 1990, p. 205.
  20. ^ Primo Cresta, Un partigiano dell'Osoppo al confine orientale, Del Bianco Editore, 1969.
  21. ^ 25 agosto 1944: Strage di Torlano di Nimis, su ANPI Mirano, 22 agosto 2012.
  22. ^ In ricordo dell'eccidio a Torlano di Nimis, su ANPI, 25 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2017).
  23. ^ Comune di Nimis, Regolamento per l'utilizzo dello stemma del gonfalone della fascia tricolore e delle bandiere (PDF).
  24. ^ Comune di Nimis Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it.
  25. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012..
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  26. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.
  27. ^ Lingua e cultura, su arlef.it.
  28. ^ A seguito delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza del consiglio comunale, il consiglio è stato sciolto l'8 maggio 2024 ed è stato sostituito da un commissario

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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