Necropoli del tempio di Antonino Pio e Faustina
Necropoli del tempio di Antonino Pio e Faustina | |
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Area del sepolcreto arcaico (al centro). | |
Civiltà | civiltà romana |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Scavi | |
Data scoperta | 1902 |
Organizzazione | Giacomo Boni |
Mappa di localizzazione | |
La necropoli del tempio di Antonino e Faustina (anche Sepolcretum)[1] è una necropoli composta da quarantuno sepolture protostoriche scoperte davanti al tempio di Antonino e Faustina nel Foro Romano.[2]
Necropoli
[modifica | modifica wikitesto]Il sepolcreto si trova sull'angolo sud-ovest del tempio,[1] in una delle poche zone del Foro rimaste senza edifici, in una zona coperta da aiuole d'erba, che grosso modo riproducono le sagome delle tombe sottostanti. [3]
Venne scoperto nel 1902[1] dall'archeologo Giacomo Boni,[4] [5] [6] che dal 1898 dirigeva gli scavi archeologici al Foro Romano. [7]
I reperti relativi a questi scavi, come suppellettili e corredi funerari, urne e scheletri, e i disegni realizzati duranti gli scavi a scopo documentativo ed un plastico commissionato dal Boni, sono esposti nel Museo del Foro Romano, realizzato all'interno dell'ex monastero annesso alla Basilica di Santa Francesca Romana.[2]
Le tombe scoperte in quest'area si riferiscono ad almeno tre diverse epoche storiche. Le più antiche, 25, sono del tipo tombe a pozzo (ad incinerazione) e a fossa (ad inumazione), e risalgono ad un periodo compreso tra il 1020 al 980 a.C., ovvero al Periodo Laziale IIA1; altre 12, utilizzate per la sepoltura di bambini, sono databili fra la fine dell’VIII e il VII se. a.C., mentre le ultime 4, sempre contenenti resti di bambini, sono databili fra il VI-V sec. a.C. . [2]
La necropoli del Foro infine non venne più utilizzata a partire dalla fine del Periodo Laziale IIA1, con la sola eccezione delle tombe di bambini. La necropoli si spostò allora presso l'Esquilino, la cui prima utilizzazione si data al Periodo Laziale IIA2.[senza fonte]
Tomba Y
[modifica | modifica wikitesto]La tomba Y è una tomba a dolio (cioè interrata in un grande vaso) di un adulto e risale al Periodo Laziale IIA1.[senza fonte]
Gli oggetti rinvenuti nella tomba Y sono nove, più il dolio. Le ceneri erano poste in un'urna a capanna e il corredo in ceramiche d'impasto comprendeva due piccole olle con una decorazione "a reticolo" in rilievo, una piccola anfora con una decorazione sulla spalla (la zona sopra il centro, prima del collo e dell'attaccatura dei manici) a riquadri spezzati in rilievo, una scodella a tronco di cono rovesciato monoansata (con un solo manico), un "calefattoio" (vaso rituale a base quadrata e traforata, con un alto collo a tronco di cono centrale e quattro piccoli sostegni di forma simile sui lati), un piattello su un alto piede e una piccola olla di forma globulare con un manico. Era inoltre presente un'elaborata fibula, del tipo ad arco serpeggiante e disco a spirale.
Tomba P
[modifica | modifica wikitesto]La tomba P è una tomba a inumazione di infante. Il corredo è composto da sette pezzi[senza fonte]:
- Una capeduncola con il manico (ansa) biforo, cioè con due fori, e rialzato.
- Una capeduncola analoga
- Una terza capeduncola dalla forma più complessa, con una decorazione impressa a "falsa cordicella", sia sulla spalla con denti di lupo pendenti (piccoli triangoli rovesciati), sia sulle protuburanze nella parte più "panciuta".
- Una scodella monoansata
- Un'altra scodella analoga per forma e dimensioni
- Un orciolo biconico (dalla forma cioè che ricorda due coni simmetricamente sovrapposti) con un manico (monoansata).
- Una fibula con arco serpeggiante, staffa a disco serpeggiante e spalla ricurva.
L'orciuolo è stato interpretato come di possibile provenienza dell'Italia orientale, in particolare dall'area Sabina (è una forma diffusa nelle necropoli di area umbro-sabina), confermando così i precoci contatti con il mondo sabino citato ripetutamente nelle leggende delle origini di Roma.
Altri sepolcreti dei Fori
[modifica | modifica wikitesto]Sepolture più antiche sono state rinvenute nell'area del Foro di Cesare, dove l'omonima necropoli è riferibile al periodo compreso tra il XII e X secolo a.C., e nell'area dell'Arco di Augusto dove le tombe, sono databili al Periodo Laziale I, o, in cronologia assoluta, al X secolo a.C.. È ipotizzabile che i sepolcreti dei Fori si siano poi spostati verso Est, verso la zona che venne successivamente occupata dal tempio di Antonino e Faustina.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c La necropoli arcaica su Lacus Curtis
- ^ a b c Il nuovo Museo del Foro Romano sul sito parcocolosseo.it
- ^ Il sepolcreto arcaico su visite-guidate-roma.com
- ^ Giacomo Boni, "Scoperta di una tomba a cremazione nel Foro Romano", «Notizie degli scavi», marzo 1902, pp. 96-111
- ^ Giacomo Boni, Dalle origini, pp. 521-535
- ^ Giacomo Boni, Bimbi romulei, «Nuova Antologia», 16 gennaio 1904, pp. 577-592.
- ^ Christian Hülsen, Il foro romano storia e monumenti, Loescher, 1905.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giacomo Boni, Scoperta di una tomba a cremazione nel Foro Romano., Roma, Accademia dei Lincei, 1902.
- Ranuccio Bianchi Bandinelli e Mario Torelli, L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma, Torino, Utet, 1976.
- Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.
- Marco Bettelli, Roma, la città prima della città: i tempi di una nascita: la cronologia delle sepolture ad inumazione di Roma e del Lazio nella prima età del ferro, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1997, ISBN 88-7062-963-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giacomo Boni, Scoperta di una tomba a cremazione nel Foro Romano. Da Atti della R. Accademia dei Lincei. Memorie della classe di scienze morali, storiche e filologiche. 1903.