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Nathan Field

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Nathan Field

Nathan Field (17 ottobre 15871620) è stato un attore teatrale e drammaturgo inglese.

Nathan Field nacque in una famiglia puritana: il padre John era un predicatore, mentre il fratello Theophilus divenne vescovo di Llandaff.

Negli anni 1590 studiò alla Saint Paul's School di Londra e prima della fine del decennio fu notato da Nathaniel Giles, direttore del coro di Elisabetta I e impresario della compagnia di bambini al Blackfriars Theatre nota come Children of the Chaper Royal o Blackfriars Children.[1] Nonostante la forte opposizione del padre, che predicò in diverse occasioni contro i teatri, Field continò a recitare per il resto della sua vita. All'inizio della sua carriera recitò in almeno due opere di Ben JonsonCynthia's Revels (1600) e The Poetaster (1601) – e nel Bussy D'Ambois di George Chapman (1603-1604).[2]

Rimase nella compagnia di adolescenti fino all'età di ventisei anni e poi, nel 1616, si unì ai King's Men. Qui continuò a recitare in commedie di Jonson (Volpone, L'alchimista) e forse interpretò anche ruoli femminili in opere di Shakespeare.[3] In questi anni scrisse anche alcune opere teatrali in collaborazione con John Fletcher e Philip Massinger.

  • A Woman Is a Weathercock, commedia (c. 1609–10)
  • Amends for Ladies, commedia (stampata 1618)

Collaborazioni

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Con John Fletcher e Philip Massinger
  • The Honest Man's Fortune, tragicommedia (1613)
  • The Queen of Corinth, tragicommedia (c. 1616–18)
  • The Knight of Malta, tragicommedia (c. 1619)
Con Philip Massinger
  • The Fatal Dowry, tragedia (c. 1619)
Con John Fletcher
  • Four Plays in One (c. 1608–13)
  1. ^ (EN) Harry R. McCarthy, Boy Actors in Early Modern England, Cambridge University Press, 2022-09, ISBN 978-1-009-09895-3. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  2. ^ (EN) Matthew H. Wikander, Fangs Of Malice: Hypocrisy Sincerity And Acting, University of Iowa Press, 2002, ISBN 978-1-58729-417-4. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  3. ^ (EN) Juliet Dusinberre, Shakespeare and the Nature of Women, Springer, 12 giugno 1996, ISBN 978-1-349-24531-4. URL consultato il 9 dicembre 2022.

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Collegamenti esterni

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