Muqi
Muqi, oppure Mu Ch'i, noto come Fachang (Sichuan, 1210 – 1275), è stato un pittore cinese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Monaco buddhista della corrente artistica chan o ch'an e della dinastia Song,[1] nato nel Sichuan, intorno al 1260 Muqi si dovette allontanare dalla corte per alcuni contrasti con il primo ministro e nel 1279 si ritirò a vita ascetica nel monastero presso Hangzhou.[2][3]
Muqi appartenne alla corrente chan, avente origini monastiche e spirituali, che andava contro le tradizioni della Accademia di corte, proponendo elementi quali la fantasia, la creatività, l'allontanamento dalle convenzioni, sia nella pittura paesaggistica sia in quella di flora e fauna.[2]
Famoso in particolare per i suoi paesaggi[3] "a macchie d'inchiostro", che tendono a dare l'impressione dell'immediatezza contemplativa e della fugacità dell'esistenza,[4] dai larghi orizzonti che sfumano senza contorni nella nebbia (Tramonto su di un villaggio di pescatori, Tokyo, Museo Nezu; Vele al ritorno al largo di una costa lontana, Collezione Matsudaira di Tokyo), per i soffici e vivi animali (Passerotti su un ramo di bambù, Tokyo, Museo Nezu), per i dipinti di fiori e nature morte[3] (Sei kaki, Tokyo, Collezione Daitokuji).[2]
I Sei kaki si caratterizzarono per i colori intensi e scuri al centro, e sempre più chiari verso l'esterno del dipinto, a esemplificare le regole della natura, significative anche per il taoismo, che affermano la pesantezza e la vecchiezza del centro e al contrario la freschezza della periferia.[1]
Muqi si dimostrò il pittore più importante del tardo periodo Song,[2] e le sue pitture, di straordinaria forza espressiva, sono state apprezzate soprattutto in Giappone, dove sono state importate in gran numero fin dal XIV secolo.[4][3][1][5]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Tramonto su di un villaggio di pescatori, Tokyo, Museo Nezu;
- Vele al ritorno al largo di una costa lontana, Collezione Matsudaira di Tokyo;
- Passerotti su un ramo di bambù, Tokyo, Museo Nezu;
- Sei kaki, Tokyo, Collezione Daitokuji.
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Tigre, Metropolitan Museum of Art
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Tigre, Metropolitan Museum of Art
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Dragone, Metropolitan Museum of Art
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c I Sei Kaki di Mu Qi, su maurokorangraf.ch. URL consultato il 31 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2019).
- ^ a b c d Mu Ch'i, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, pp. 145-146.
- ^ a b c d (EN) Muqi Fachang, su britannica.com. URL consultato il 31 marzo 2019.
- ^ a b Muqi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 marzo 2019.
- ^ (EN) Laozi and the Origins of Taoism, su archive.artic.edu. URL consultato il 31 marzo 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Richard M. Barnhart, Three Thousand Years of Chinese Painting, New Haven, Yale University Press., 1997.
- (EN) Charles Lachman, Art, in Critical Terms for the Study of Buddhism, Chicago, University of Chicago Press., 2005.
- (EN) Gregory P. A. Levine, Long Strange Journey, University of Hawaii Press., 2017.
- (EN) Max Loehr, The Great Painters of China, New York, Harper & Row, 1980.
- (EN) Aaron M. Rio, Ink Painting in Medieval Kamakura, ProQuest Dissertations Publishing, 2015.
- (EN) Toda Teisuke, Mokkei and Gyokkan, Kodansha, 1973.
- (EN) Nancy Wey, Mu-ch'i and Zen Painting, Chicago, University of Chicago, 1974.
- (EN) Xiaojin Wu, Metamorphosis of Form and Meaning: Ink Bird-and-flower Screens in Muromachi Japan, ProQuest Dissertations, 2011.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Muqi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Muqi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Mu Ch'i, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Muqi Fachang, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opera di Muqi, su archive.artic.edu.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 260697707 · ISNI (EN) 0000 0003 8093 864X · CERL cnp00534168 · ULAN (EN) 500322989 · LCCN (EN) n84043282 · GND (DE) 129192201 |
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