Movimento del 30 maggio
Il movimento del 30 maggio (五卅运动S, wǔsà yùndòngP, 30 maggio 1925) è stato un movimento operaio e antimperialista che operò durante la Prima repubblica cinese. Ebbe inizio quando gli agenti della polizia municipale britannica (Impero britannico) della Concessione internazionale della città di Shanghai aprirono il fuoco contro i manifestanti cinesi. La sparatoria scatenò la disapprovazione internazionale e proteste contro gli stranieri in Cina.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]La seconda guerra Zhili-Fengtian, tra la potente Cricca del Fengtian e quella di Zhili, fu la più distruttiva delle crisi che la Cina conobbe dal 1911, dalla Rivoluzione Xinhai guidata da Sun Yat-sen che aveva istituito la Repubblica[1]. Il governo controllato dalla cricca di Zhili, sostenuta da interessi commerciali anglo-americani, venne estromesso dal capo dei signori della guerra pro-Giappone, Zhang Zuolin, signore del Fengtian che, nel mese di novembre 1924, istituì un governo guidato da Duan Qirui. Ma la guerra lasciò un governo centrale in bancarotta e Duan aveva poca autorità al di fuori di Pechino. Il potere al Nord era condiviso tra Zhang e Feng Yuxiang, capo del Guominjun, sostenuti dai sovietici. Il sostegno dell'opinione pubblica cadde molto in basso, tanto che al Sud vennero denigrati i militaristi del Nord chiamandoli junfa (军阀S, jūnfáP, lett. "signori della guerra")[1]. Con le sue tendenze monarchiche e la sua base nella conservatrice Manciuria, Zhang rappresentava l'estrema destra nella politica cinese e poteva trovare pochi sostenitori nel sud della Cina.
Inoltre, negli anni 1922-1923, si verificarono importanti scioperi locali, in particolare nel porto di Hong Kong, paralizzato dallo sciopero di 100.000 operai e impiegati tra il gennaio e marzo 1922. Ma il movimento sindacale cinese stava affrontando i signori della guerra più che l'Occidente o il Giappone. Wu Peifu repressee brutalmente uno sciopero delle ferrovie sulla linea Pechino-Hankou, uccidendo quattro persone e ferendone molte altre[2]. Nel 1924, il Kuomintang nazionalista e il Partito Comunista Cinese si allearono creando il Primo Fronte Unito e un'amministrazione, nella provincia meridionale di Guangdong, con l'aiuto non ufficiale dell'Unione Sovietica.
Approfittando del lutto nazionale, in seguito alla morte dell'eroe della Repubblica cinese Sun Yat-sen, il 12 marzo il Kuomintang organizzò manifestazioni pro-cinesi, anti-imperialiste e anti-occidentali nelle principali città cinesi.[3]. I gruppi comunisti avevano una maggiore capacità di creare problemi a Shanghai, dove la manodopera locale era afflitta da problemi di mancanza di ispezioni legali nelle fabbriche o di ricorsi per i reclami dei lavoratori[4].
Durante i primi mesi del 1925, si moltiplicarono scioperi e conflitti tra lavoratori cinese e gestione giapponese. Il 15 maggio 1925 un caposquadra giapponese uccise un operaio cinese, Ku Cheng-hung, in una filatura giapponese nella Concessione internazionale di Shanghai. Nelle settimane seguenti, rendendo Ku Cheng-hung un martire, i sindacati e i gruppi studenteschi cinesi organizzarono numerose manifestazioni e scioperi contro le industrie straniere, comprese quelle giapponesi.
L'incidente
[modifica | modifica wikitesto]La mattina del 30 maggio, la polizia municipale di Shanghai arrestò quindici capi di una manifestazione studentesca che si stava svolgendo in via Nanchino, e nelle strade adiacenti, a Shanghai, nella zona internazionale. I manifestanti arrestati vennero portati nella stazione di polizia di Louza (Laozha) che, nel pomeriggio, venne bloccata da un'enorme folla di cinesi. I manifestanti chiesero che i detenuti fossero consegnati a loro, e alcuni di loro entrarono nella stazione nella quale erano presenti soltanto una dozzina di poliziotti. Secondo la polizia e i testimoni la folla gridava "morte agli stranieri!", nei momenti precedenti all'inizio degli spari, e la manifestazione cominciò ad essere violenta[5][6]. Verso le quindici e trenta, il comandante della stazione di polizia sparò sulla folla con il suo revolver.
I poliziotti sikh e cinesi aprirono quindi il fuoco a loro volta. Almeno quattro manifestanti vennero uccisi all'istante, molti altri rimasero feriti, cinque dei quali morirono più tardi[7]. Secondo altre fonti, vennero uccisi dodici manifestanti, ed altre decine rimasero feriti[2].
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Nei giorni che seguirono, commercianti e operai scioperarono. Scioperi, associati a violente manifestazioni e rivolte, tendenti a conquistare la Cina e a fermare l'economia[8]. Nel 1925 le fabbriche straniere impiegarono più manodopera di quelle cinesi e due terzi dell'industria del cotone era concentrata a Shanghai e a Qingdao. A Canton, il 23 giugno, una cinquantina di cinesi vennero uccisi dai franco-britannici[9].
Le richieste dei manifestanti erano principalmente nazionalistiche: la partenza delle truppe straniere e il ritorno delle concessioni straniere alla Cina. Ne beneficiò il Partito Comunista Cinese, perché il movimento si sviluppava principalmente nella classe lavoratrice: nel gennaio 1925 contava meno di 1000 iscritti, ma in novembre erano diventati 10.000 e nel luglio del 1926, 30.000. Allo stesso modo venne rilanciato il movimento sindacale: nel maggio 1926 aveva 1.240.000 iscritti, il doppio dell'anno precedente[10].
Nel novembre 1925, quando Chiang Kai-shek stabilì il suo potere, dopo la morte di Sun Yat-sen, e gli operatori cinesi volevano riprendere i loro affari, iniziarono a diminuire scioperi e dimostrazioni[5], ma continuarono ad Hong Kong fino al 1926.
Gli eventi hanno ispirato il romanzo sperimentale "Shanghai", pubblicato nei primi anni '30, dell'importante autore giapponese Yokomitsu Riichi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Waldron, 1991, p. 5.
- ^ a b Guillermaz, 1975, p. 91.
- ^ Hung-Ting, 1979.
- ^ Far Eastern Survey, 1936.
- ^ a b Potter, 1940, p. 198.
- ^ Bickers, 2003, p. 165.
- ^ Carroll, 2007, p.100.
- ^ Horesh, 2009.
- ^ Guillermaz, 1975, p.92.
- ^ Guillermaz, 1975, p. 95.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Arthur Waldron, From War to Nationalism: China's Turning Point, 1991.
- (FR) Jacques Guillermaz, Histoire du parti communiste chinois, Payot, 1975.
- (EN) Edna Lee Potter, News Is My Job: A Correspondent in War-Torn China, Macmillan publishing, 1940.
- (EN) Robert Bickers, Empire Made Me: An Englishman Adrift in Shanghai, Allen Lane publishing, 2003.
- (EN) John Mark Carroll, A concise history of Hong Kong, Rowman & Littlefield publishing, 2007.
- (EN) Niv Horesh, Shanghai's Bund and Beyond - British Banks, Banknote Issuance, and Monetary Policy in China, 1842-1937, Yale University Press, 2009.
- (EN) Ku Hung-Ting, Urban Mass Movement: The May Thirtieth Movement in Shanghai, vol. 13, n. 2, 1979, p. 197-216.
- (EN) B. L., Shanghai at Last Gets Factory Inspection Law, in Far Eastern Survey, vol. 5, n. 15, 15 luglio 1936.
- (FR) Lucien Bianco, Les Origines de la révolution chinoise. 1915-1949, Gallimard, 1967.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Movimento del 30 maggio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) May Thirtieth Incident, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85024112 · J9U (EN, HE) 987007285491005171 |
---|