Mentuhotep I era figlio di Intef e gli succedette come nomarca e principe di Tebe intorno al 2137 a.C., continuandone la politica indipendentista nei confronti dell'ormai avversaria IX dinastiaherakleopolita.
Con tutta probabilità non si fregiò mai, in vita, dei titoli della regalità. In tempi posteriori gli venne attribuito un nome Horo palesemente fittizio (Tepia, "l'antenato") ed il suo nomen venne inserito nel cartiglio: nella "Sala degli antenati" di Karnak, infatti, Thutmose III ne onorerà in questo modo la memoria facendone il cofondatore della XI dinastia assieme al padre Intef (il quale però non ricevette i titoli regali)[2].
Mentuhotep I fu il primo personaggio noto a portare un nome teoforo composto con Montu, divinità guerriera del 4º nomo dell'Alto Egitto.
Nel tempio del nomarca Hekaib ad Elefantina è stata ritrovata una statua che lo rappresenta e che pare venne fatta realizzare da Antef II. Il fatto che su di essa Mentuhotep sia associato all'epiteto "Padre degli dèi" ha portato a ritenere che fosse il padre dei suoi due successori: Antef I (che si attribuì in vita i titoli regali e che per questo è considerato il vero fondatore dell'XI dinastia) ed Antef II[3].
Il famoso egittologo Alan Gardiner ritenne che il suo nome potesse trovarsi nella posizione 5.12 del Canone Reale[4].
^Chronologie des Pharaonischen Ägypten (Chronology of the Egyptian Pharaohs), Mainz am Rhein: Verlag Philipp von Zabern. (1997)
^(con John Baines), Atlante dell'antico Egitto, ed. italiana a cura di Alessandro Roccati, Istituto geografico De Agostini, 1980 (ed. orig.: Atlas of Ancient Egypt, Facts on File, 1980)
W.C. Hayes, The Middle Kingdom in Egypt, in The Cambridge Ancient History vol 1 part 2: Early History of the Middle East, Cambridge, University Press, 1971 (2006), p. 476, ISBN0-521-07791-5.