Marco Aponio Saturnino
Marco Aponio Saturnino | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Marcus Aponius Saturninus |
Gens | Aponia |
Consolato | novembre-dicembre 54? (suffetto) |
Proconsolato | 67/68 in Asia |
Legatus Augusti pro praetore | 68/69 in Mesia |
Sacerdozio | frater Arvalis dal 57 al 66 |
Marco Aponio Saturnino (in latino Marcus Aponius Saturninus; fl. I secolo) è stato un politico e militare romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Marco Aponio Saturnino, originario della Betica,[1] era stato nominato membro della confraternita degli Arvali dal 57, probabilmente grazie al patronato del conterraneo Seneca[2]; fu nominato console suffetto nel 53 o più probabilmente nel 54[3], e tra il 68 e il 69 fu nominato legatus Augusti in Mesia da Galba.[4] Nel febbraio del 69, sotto il principato di Otone, novemila Roxolani invasero la provincia di Aponio e questi riuscì a respingerli brillantemente, guadagnandosi una statua trionfale a Roma.[5]
Durante la guerra tra Vitellio e Vespasiano, tra settembre e ottobre, Aponio si schierò in un primo momento con Vitellio ma, visto che la sua causa era meno forte, si schierò per Vespasiano.[6] Dopo aver portato la legione VII Claudia, al comando di Lucio Vipstano Messalla, nel nord Italia,[7] i soldati si rivoltarono contro Aponio per una presunta lettera indirizzata a Vitellio, e il legatus riuscì a malapena a fuggire dalla propria villa, rimanendo così senza littori a Padova per il resto della guerra[8]. In passato, si pensava che, dopo la guerra, Aponio fosse stato sorteggiato nel 73/74 come proconsole d'Asia[9]: tuttavia, il suo proconsolato è stato ridatato al 67/68 sulla base di nuove scoperte epigrafiche e di nuovi studi[2][3], portando all'ipotesi che Aponio possa essere morto poco dopo la conclusione della guerra[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Segenni 1990, pag. 54.
- ^ a b c Syme 1980, pp. 67-69.
- ^ a b Tortoriello 2004, pag. 464-466.
- ^ Ash 2007, pag. 333; Tortoriello 2004, pag. 464.
- ^ Tacito, Historiae, I, 79.
- ^ Ash 2007, pag. 333.
- ^ Tacito, Historiae, III, 5; 9.
- ^ Tacito, Historiae, III, 11; Ash 2007, pag. 333.
- ^ PIR2 A 938 (Groag); Knapp 1983, pag. 42; Ash 2007, pag. 333.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Tacito, Historiae.
- (IT) Storie — traduzione in italiano di Bernardo Davanzati;
- (EN) The Histories — traduzione in inglese di Alfred John Church e William Jackson Brodribb.
- Fonti storiografiche moderne
- Rhiannon Ash, Corneli Taciti Historiarum, Book 2, Cambridge University Press, 2007, ISBN 9780521814461.
- (EN) Ronald Syme, Some Arval Brothers, Oxford, Clarendon Press, 1980, ISBN 0-19-814831-3.
- Robert C. Knapp, Roman Córdoba, University of California Press, 1983, ISBN 9780520096769.
- Simonetta Segenni, I liberti ad Amiternum: ricerche di onomastica, Pisa, Giardini, 1990.
- Annalisa Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Accademia nazionale dei Lincei, 2004, ISBN 9788821809170.