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Luigi Nardi

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Luigi Nardi (Venarotta, 9 febbraio 190028 giugno 1978) è stato un ingegnere italiano, che progettò, insieme al fratello Euste, gli addestratori FN.305, FN.315, FN.316, l'aereo da turismo FN.310, e l'anfibio FN.333 Riviera.

Nacque a Venarotta, provincia di Ascoli Piceno il 9 febbraio 1900, primogenito di quattro fratelli.[1] Nel 1928 si laureò in ingegneria presso il Politecnico di Milano,[2] e poi fu assunto, insieme al fratello Euste (27 febbraio 1902 - 7 ottobre 1951) a lavorare presso la Società Ernesto Breda di Sesto San Giovanni.[1] I due vennero assegnati alla V Sezione (in pratica la Breda Aeronautica) sotto la direzione dell'ingegnere Cesare Pallavicino,[2] e in questo periodo concepirono il progetto di un innovativo aereo da turismo.[1]

Nell'ottobre 1931 lasciò la Breda e ottenuto, tramite il fratello Elio (5 febbraio 1905 - 20 gennaio 1935), un finanziamento da Carlo Borrani,[2] presidente della Rudge-Whitworth, i fratelli Nardi fondarono una loro azienda che doveva occuparsi della progettazione e costruzione di aeroplani, con un ramo staccato per la produzione di parti di aeromobili per l'industria aeronautica.[1] Assunta la direzione tecnica della Fratelli Nardi SA per Costruzioni Aeronautiche, sottopose subito alla Direzione Generale delle Costruzioni e degli Approvvigionamenti (DGCA) il progetto del primo velivolo da addestramento, designato FN.305[2] Tale aereo fu subito oggetto di un ordine per la costruzione di un prototipo e una cellula per prove statiche,[1] e in seguito venne ordinato dalla Regia Aeronautica, ottenendo anche un buon successo di esportazione.[3]

Non disponendo la Nardi di un impianto produttivo adeguato, l'FN.305 venne prodotto su licenza presso gli stabilimenti Piaggio di Finale Ligure Marina. Da tale velivolo vennero sviluppati lo FN.310,[3] un aereo da turismo a quattro posti equipaggiato con motore radiale Fiat A.70S, e lo FN.315, un aereo da addestramento biposto dotato di cellula ampiamente riprogettata.[3] Per il concorso Caccia I progettò lo FN.530, un caccia leggero equipaggiato con motore Isotta Fraschini A.120 RC.35I Delta da 700 CV,[3] che non ottenne alcun ordine di produzione, mentre nel 1942 avviò la produzione dell'addestratore FN.316 equipaggiato con propulsore Isotta Fraschini Beta.[4]

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, e la successiva occupazione tedesca, gli stabilimenti posti sull'aeroporto "Enrico Forlanini" non subirono danni di rilievo, e dopo la fine del conflitto vennero sottoposti a sequestro da parte delle autorità militari alleate, venendo riconsegnati solo il 21 luglio 1947.[3] Fu subito richiesto all'Aeronautica Militare il completamento di 8 FN.305 rimasti incompleti presso la Piaggio a Finale Ligure Marina.[5] Nel 1949 egli decise di riprendere la produzione di velivoli e, insieme al fratello Euste, progettò un aereo anfibio che fu designato FN.333 Riviera.[6] Non potendo avviarne la produzione in serie, insieme al superstite fratello Elto (13 settembre 1910-10 giugno 1988) decise di cederne la produzione, avviando contatti con la Fiat Aviazione, e poi con la SIAI-Marchetti che, acquistata la licenza di produzione nell'aprile 1959, lo commercializzò come FN.333S Riviera.[6]

La ditta Nardi non operò più nella produzione di aerei, avviando invece quella relativa all'impiantistica fino a quando non si assicurò la produzione su licenza degli elicotteri Hughes delle serie 269/300 e 369/500.[6] Lasciata ogni attività imprenditoriale dopo che l'azienda Breda si associò, il 15 febbraio 1971, alla produzione degli elicotteri, si spense il 28 giugno 1978.[6]

  • Emilio Brotzu e Gherardo Cosolo, Dimensione Cielo 10 Scuola Collegamento, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1977.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
Periodici
  • I Fratelli Nardi, in Ali nella Gloria, n. 41, Parma, Delta Editore, agosto-settembre 2019, pp. 30-33, ISSN 2240-3167 (WC · ACNP).