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Luigi Kuveiller

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Luigi Kuveiller (Roma, 3 ottobre 1927Fiano Romano, 10 gennaio 2013) è stato un direttore della fotografia italiano.

Attivo dagli anni cinquanta come operatore di ripresa e dalla seconda metà degli anni sessanta come direttore della fotografia, divenne noto soprattutto per la collaborazione con il regista Elio Petri, per il quale curò la fotografia di ogni suo film, da A ciascuno il suo del 1967 fino a Todo modo, del 1976. Dagli anni novanta si dedicò quasi esclusivamente alle produzioni televisive.

Figlio di un artigiano decoratore, abbandonò presto gli studi e iniziò a lavorare a Cinecittà come apprendista nella troupe del direttore della fotografia Filiberto Emmanuel, per il film Redenzione (1943), diretto da Marcello Albani. A partire dal 1949 fu consegnatario-macchina negli studi cinematografici della Safa-Palatino e in questo ruolo collaborò con diversi direttori della fotografia.[1]

A partire dagli anni cinquanta intraprese un'importante carriera come operatore alla macchina, lavorando fra gli altri con Aldo Scavarda in L'avventura (1960) di Michelangelo Antonioni e con Aldo Tonti nel kolossal biblico Barabba (1961).[2]

Esordì nel ruolo di direttore della fotografia nel 1967, a quarant'anni, con A ciascuno il suo, film che segnò l'inizio del sodalizio artistico fra il regista Elio Petri, lo sceneggiatore Ugo Pirro e l'attore Gian Maria Volonté, dando vita a film quali Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) e La classe operaia va in paradiso (1971), a cui Kuveiller dà il proprio contributo visivo. In questo periodo Kuveiller lavorò anche con Roberto Faenza, per il suo esordio Escalation (1968), con Marco Ferreri per L'harem, con Alberto Lattuada per Fräulein Doktor (1969), con Marco Bellocchio per Sbatti il mostro in prima pagina (1972) e con Mario Monicelli per Romanzo popolare (1974) e Amici miei (1975).

Lavorò anche con il grande Billy Wilder e con il clan Warhol nelle loro trasferte italiane, rispettivamente per la commedia Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? e per il dittico horror Il mostro è in tavola... barone Frankenstein e Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!.

Dopo aver raggiunto i risultati migliori della sua attività professionale nella prima metà degli anni settanta,[3] culminata nel cult di Dario Argento Profondo rosso, si dedicò principalmente alla commedia popolare di consumo, lavorando regolarmente con Bruno Corbucci e Carlo Vanzina.

Dalla metà degli anni ottanta cominciò a lavorare anche per la televisione, con lo sceneggiato televisivo Cuore di Luigi Comencini, a cui si dedicò poi stabilmente dalla metà degli anni novanta.

Morì a Fiano Romano nel 2013 all'età di 85 anni.

Riconoscimenti

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  1. ^ Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, p. 491
  2. ^ Stefano Masi, op. cit., pp. 491-492
  3. ^ Stefano Masi, op. cit., p. 492
  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 pp. 491-493

Collegamenti esterni

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