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Luca Vecchione

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La facciata di Palazzo Caracciolo di Melissano
Facciata del Palazzo Carafa di Roccella

Luca Vecchione (attivo tra il 1729 e il 1775) è stato un architetto e ingegnere italiano e inoltre ricopre la carica di regio Tavolario.

Formatosi nella bottega di Domenico Antonio Vaccaro, nel 1728 eseguì alcuni lavori di perizia in una casa sita nei pressi della Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina.

Fu ingegnere camerale dal 1729. Collaborò con il fratello Bartolomeo a vari progetti.[1] Divenne successivamente collaboratore di Luigi Vanvitelli, che lo influenzò molto. Vecchione riuscì a fondere diversi modelli stilistici provenienti dall'architettura barocca di Roma e dal barocco napoletano unendo così diversi stili tra questi il maestro di Vecchione, Vaccaro, Ferdinando Sanfelice e Vanvitelli che sono percepiti nella progettazione la chiarezza d'impianto, rigore geometrico e razionalità.

Incarico di notevole prestigio è quello della nomina di Ingegnere-Architetto del monastero di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, alle monache esegue censimenti, in qualità di tavolario, delle proprietà del monastero sulla collina, si occupò anche di una perizia eseguita per una lite tra il monastero dei Santi Marcellino e Festo e un certo Alfonso Capano che aveva le sue proprietà a ridosso del monastero. La sua attività s'intensificò dalla fine degli anni trenta del XVIII secolo: nel 1738 progettò il portale in piperno del Lavoratorio delle Pietre Dure. Tra il 1740 e il 1745 fu nel cantiere della Santa Maria della Stella dove realizzò nella sagrestia un fine e prezioso apparato in stucco, dal 1742 fu attivo nel restauro del Complesso di Santa Maria di Betlemme e nel 1749 progettò l'altare marmoreo in una chiesa di Barra, nella cappella del principe di San Nicandro.

Nel 1751, a sue spese, deviò l'acquedotto per Santa Lucia al Monte, contemporaneamente progettò il Seminario Arcivescovile di Nola e altri edifici e fu attivo anche ad Aversa nel restauro della Chiesa della Santissima Annunziata. L'opera di maggior rilievo è la ristrutturazione di Palazzo Carafa di Roccella, che venne commissionata da Don Giuseppe Carafa ed eseguita in un decennio (1755 - 1765), la successiva opera di rilievo è la ricostruzione della Chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi ai Vergini, sempre fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta del XVIII secolo lo si vide attivo ad Ottaviano nel restauro e ricomposizione della facciata del Palazzo Mediceo, l'opera fu eseguita insieme ad alcuni discepoli di Ferdinando Sanfelice. A Napoli progettò il Palazzo Ruvo, la cui data di realizzazione è incerta, e il Palazzo Caracciolo di Melissano nel 1758, a questi interventi si aggiunge quello di Palazzo Terralavoro, la cui data di restauro è a noi sconosciuta, ma presumibilmente eseguito tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo.

In seguito alla morte dell'ingegnere e architetto Giuseppe Astarita, nel 1775, il Vecchione fece domanda al re di diventare ingegnere camerale col soldo, cioè pagato, ma la sua domanda fu rifiutata a causa dell'età avanzata. Morì dopo il 1775 e negli ultimi anni venne assistito dal fratello Bartolomeo nei lavori.

  1. ^ Luca è considerato la mente e il fratello il braccio poiché è quest'ultimo a dirige il cantiere.
  • Salvatore Costanzo, La Scuola del Vanvitelli. Dai primi collaboratori del Maestro all'opera dei suoi seguaci, Clean edizioni, Napoli, 2006.
  • Il "Poggio delle Mortelle" nella storia dell'architettura napoletana, tesi di laurea in Storia dell'architettura e della città, candidato Emilio Ricciardi.

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