Leonardo Madoni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Leonardo Madoni
NascitaManciano, 20 novembre 1902
MorteBarce, 4 ottobre 1941
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
GradoSottotenente di vascello in s.p.e.
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Leonardo Madoni (Manciano, 20 novembre 1902Barce, 4 ottobre 1941) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Nacque a Manciano, provincia di Grosseto, il 20 novembre 1902 figlio di Michele ed Armida Sarti.[3] dopo aver conseguito il diploma di capitano marittimo presso l'Istituto Alfredo Cappellini di Livorno, il 23 ottobre 1933 veniva ammesso ai corsi della Regia Accademia Navale come allievo ufficiale di complemento.[4] Nominato guardiamarina il 20 ottobre 1935, dopo circa un anno di imbarco sul cacciatorpediniere Borea fu inviato alla Scuola di osservazione aerea di Taranto dove conseguì la nomina di osservatore marittimo.[4] Assegnato nel 1936 alla 185ª Squadriglia Osservazione Marittima dell'Aviazione dell'Egeo, due anni dopo, nel gennaio 1938, promosso sottotenente di vascello prestò servizio in successione sugli incrociatori leggeri Luigi Cadorna e Eugenio di Savoia.[4] Negli anni 1938-1939 frequentò il corso superiore presso l’Accademia Navale entrando poi nei ruoli del servizio permanente effettivo e destinato alla 183ª Squadriglia R.M. di Elmas, in Sardegna.[4] All'attò dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, si distinse in azione fin dai primi giorni di guerra come abile e coraggioso osservatore.[1] Decorato con una medaglia d'argento al valor militare, dall'agosto dello stesso anno prestò servizio presso la nella 143ª Squadriglia di stanza sull'idroscalo di Menelao a Bengasi, in Libia,[4] dove rimase sino al gennaio 1941 quando tornò in Italia sull'aeroporto di Ragusa.[4] Assegnato alla 183ª Squadriglia dell'83º Gruppo Autonomo di base ad Augusta, equipaggiata con gli idrovolanti CANT Z.506 Airone, rimase gravemente ferito in combattimento il 26 settembre 1941.[4] Soccorso dopo dieci ore in mare fu trasferito presso l'ospedale di Barce dove si spense il 4 ottobre 1941.[4] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abilissimo, valoroso ed intrepido ufficiale osservatore, partecipava con oltre 400 ore di volo a numerosissime rischiose missioni belliche alturiere per la ricerca di navi nemiche. Durante una esplorazione a grande distanza dalla base, il suo velivolo veniva improvvisamente attaccato da un aereo nemico e costretto all’ammaraggio con i comandi tranciati. Colpito, fin dalla prima raffica, alla testa, alla gola e, alla spalla, nonostante il dolore lancinante e la perdita di sangue generoso dalle multiple ferite, organizzava la difesa contro il nemico che dallo alto per un’ora intera mitragliava il velivolo ormai inerme sul mare. Sotto le incessanti raffiche, con serena fermezza e altissimo senso del dovere, conscio che le forze lo avrebbero presto abbandonato, suggeriva al marconista le riparazioni da fare all’apparato radio per chiedere i soccorsi e determinava sulla carta il punto. Poi, mentre il velivolo affondava, e soltanto dopo che tutto l’equipaggio si era imbarcato, consentiva a farsi trasportare sul battellino di salvataggio. Durante dieci lunghe penose ore passate in mare in attesa dei soccorsi, il suo contegno sereno e fiducioso nella comune salvezza infondeva fede e conforto in tutti i suoi uomini. Trasportato alla base da un aereo di soccorso, decedeva dopo poche ore, pago di aver compiuto il suo dovere verso la Patria e di essere riuscito con il suo ultimo eroico sforzo di volontà, ad assicurare la salvezza degli uomini a lui affidati. Sublime esempio delle più alte virtù di comandante e di soldato, profondamente intese e virilmente dimostrate con l’estremo sacrificio. Cielo del Mediterraneo, giugno 1940-26 settembre 1941.[5]»
— Regio Decreto 3 luglio 1942.[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale osservatore a bordo di un velivolo r.m., partito in volo per la ricerca di un sommergibile nemico, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, lo avvistava affiorante sul mare. Impartito l'ordine per una manovra atta ed immediata, lo bombardava da bassa quota affondandolo. Magnifico esempio di decisa volontà e di sereno sprezzo del pericolo. Cielo del Mediterraneo Centrale, 13 giugno 1940
— Regio Decreto 1 settembre 1940.


  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 722.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]