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Le più colte

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Le più colte
Motu proprio
Stemma di Pio VII
Stemma di Pio VII
PonteficePio VII
Data11 marzo 1801
Anno di pontificatoI
Traduzione del titoloLe più colte
Argomenti trattatipolitica agricola dello Stato Pontificio
Motu proprio precedenteMoto proprio della Santità di Nostro Signore Papa Pio VII. In cui si prescrive un nuovo Sistema Annonario e di libero Commercio in materia di Grani
Motu proprio successivaL'oggetto del maggior bene

Il motu proprio Le più colte, redatto in italiano, disciplinò la drastica svolta liberalizzatrice dello Stato Pontificio in tema della politica agraria attuata da papa Pio VII già nel 1801, primo anno del suo pontificato.

Nel documento, si decreta la completa libertà di produzione e vendita di granaglie (granoturco, farina, ecc. eccetto il pane) all'interno dei confini dello Stato Pontificio, al fine di migliorare il benessere generale della popolazione, fermo il divieto delle esportazioni, dal momento che si predilige il consumo all'interno dello Stato.

Viene anche istituita, per la prima volta, la Deputazione dell'Annona per la supervisione della produzione agraria, mentre vengono abolite alcune restrizioni di tipo corporativo in materia di "grascia": con l'istituzione del libero commercio delle granaglie è inclusa la libertà di formularne il prezzo e l'abolizione dell'obbligo di vendita all'Annona di Roma, oltre all'abolizione dell'università dei "Fornari".

Il documento è più impegnativo del motu proprio precedente, in cui queste riforme venivano preannunciate: infatti, questa volta si cita esplicitamente l'ispirazione ideologica dalle dottrine liberali dei paesi più avanzati ("Le più colte nazioni d’Europa ed alcune popolazioni d’Italia" dell'incipit) e non solo la necessità causata da esigenze contingenti[1]. Nel motu proprio successivo, verrà esteso il numero di corporazioni e università soppresse.

  1. ^ "Il documento riveste un interesse particolare perché in esso Pio VII espone finalmente le ragioni teoriche che lo spingono a questi nuovi provvedimenti. Il Papa, contrariamente a quanto farà Pio IX cinquant'anni più tardi, afferma d'agire per motivi esclusivamente di natura economica. Ma questa volta, non più imposti necessariamente dall'avversa congiuntura. Agisce ispirandosi apertamente alle dottrine liberistiche del tempo.", La Civiltà cattolica, Volume 117, Edizione 2, 1966.

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