Vai al contenuto

Lascaris di Ventimiglia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Lascaris di Ventimiglia (disambigua).
Voce principale: Ventimiglia (famiglia).
Stemma dei Lascaris conti di Ventimiglia e di Tenda (secoli XIII-XIX)

I Lascaris di Ventimiglia costituiscono il ramo principale dei conti di Ventimiglia, originato nel mese di luglio 1261 con il matrimonio, in Costantinopoli, tra Guglielmo Pietro I di Ventimiglia, conte di Ventimiglia, ed Eulogìa Lascaris, figlia dell'imperatore bizantino Teodoro II di Nicea.

L'esule Teodoro II Lascaris - secondo un'incerta tradizione sepolto a Nizza dopo il 1258 presso il Dongione ad pedem Sancti Hospitii[1] - fu sposo di Elena, principessa di Bulgaria, da cui ebbe Maria, Teodora, Eudossia-Irene, Teodoro Giovanni e il postumo Emanuele. Maria sposò Niceforo Angelo, despota di Epiro, Etolia e Tessaglia, e successivamente Béla IV d'Ungheria; Teodora sposò Costantino III di Bulgaria.

Guglielmo Pietro I, conte di Ventimiglia, dalla moglie Eudossia ebbe i seguenti figli: Giovanni, la cui figlia Renata fu moglie di Ludovico del Carretto, Giacomo, successore nella Contea di Ventimiglia, e Otto, vescovo di Ventimiglia.

La famiglia di Guglielmo Pietro I, rientrata dall'Oriente, in qualità di ramo primogenitale e principale dei conti, si trasferì a Ventimiglia, poi nel villaggio alpino di Tenda - sede della omonima contea - e nel XIV secolo anche a Nizza, dove venne costruito il Palazzo Lascaris, in rue Droite nella città vecchia, un edificio barocco attualmente sede museale.

Dalla fine del XIII secolo la linea primogenitale dei conti assunse dunque il cognome Lascaris, per il prestigio dovuto al sangue imperiale e ai teorici diritti successori trasmessi dalla porfirogenita Eudossia ai suoi figli. La branca principale dei conti di Ventimiglia fu dunque conosciuta, sino all'estinzione nel XIX secolo, con tale cognome. Ancora oggi, a Torino, si può ammirare Palazzo Lascaris, già sede dei conti di Ventimiglia e poi del Consiglio regionale del Piemonte.

Sua Altezza Eminentissima Giovanni Paolo Lascaris di Ventimiglia e Castellar, gran maestro del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Malta, principe di Malta (1636-1657), conte di Peglia, signore di Castellar.

I Lascaris di Ventimiglia nell'autunno del Medioevo

[modifica | modifica wikitesto]

Sino al trattato del 1369 con la regina siciliana Giovanna d'Angiò, contessa di Provenza, i conti di Ventimiglia si considerarono sovrani - e tali furono considerati pur nelle convenzioni con i conti di Provenza - genericamente 'dipendenti' soltanto dall'Impero. Pietro Balbo I di Ventimiglia, esclusivamente a titolo personale, nel 1285 rese omaggio a Carlo II d'Angiò – tra l'altro per lunghi anni prigioniero dei Ventimiglia nella loro rocca di Cefalù - ma nessun omaggio o fedeltà i Ventimiglia prestarono mai per la contea di Ventimiglia e di Tenda. I trattati con Genova – che prevedevano il vassallaggio dei conti - peraltro, eran decaduti, in quanto i Ventimiglia erano stati banditi e privati della città capoluogo della contea. Non solo, nella stessa contea provenzale di Glandevés-Thorame - ottenuta nel 1258 da Guglielmo VI di Ventimiglia in cambio della cessione dei suoi diritti su Ventimiglia – i conti di Provenza mantenevano soltanto una teorica giurisdizione, ristretta ai delitti contro la Chiesa e alle rapine a danno dei mercanti: nessun diritto d'appello contro le sentenze dei conti di Ventimiglia fu ammesso, al di fuori di tale circoscritta casistica. Nel 1354 la regina Giovanna, tra l'altro, riconobbe il diritto dei conti di Ventimiglia al possesso dell'ampia baronia di Beuil e Massoins, occupata dai Grimaldi a seguito di matrimonio con una Balbo di Ventimiglia. I rapporti di forza e i patti politici mutarono contenuto - a seguito di una sanguinosa guerra – nel 1369, con il trattato che vide per la prima volta i conti di Ventimiglia e Tenda dichiararsi vassalli della contessa-marchesa di Provenza.

Vista di Cagnes-sur-Mer dal castello dei conti Lascaris di Ventimiglia.

Dopo l'acquisto di Cuneo e Nizza da parte dei Savoia (1381-1388) i rapporti tra Ventimiglia e Angiò si trasformarono radicalmente. Di fronte alla comune minaccia, i conti di Ventimiglia – divisi dal 1369 nei rami di Tenda e Briga – si allearono con la Casa d'Angiò, che li ricompensò con rilevanti incarichi di corte e laute prebende ecclesiastiche. Contemporaneamente, i Ventimiglia aderirono ai marchesi di Monferrato, ai del Carretto, ai Visconti e Sforza di Milano per garantire la propria indipendenza dalla potente Repubblica di Genova e dai Savoia. Fautori della politica filo-angioina furono dunque il nonno e il padre di Onorato I Lascaris, Pietro Balbo II e Gian Antonio I, quest'ultimo sposo di Francesca Bolleri/Bouliers di Centallo e quindi genero del governatore angioino degli ultimi possessi provenzali al di qua delle Alpi.

La Torre maltese fatta erigere da Giovanni Paolo Lascaris di Ventimiglia e Castellar, Gran Maestro dell'Ordine di Malta dal 1636 al 1657. Il 29 dicembre 1360, con privilegio regio, Guido Ventimiglia di Geraci - Gonfaloniere del Regno di Sicilia e Capitano della città di Trapani, fu investiro della contea di Malta e Gozo, con piena giurisdizione civile e criminale.[2]

I secoli XVII-XIX

[modifica | modifica wikitesto]
Il cortile interno del Palazzo Lascaris di Ventimiglia in Torino, attuale sede del Consiglio Regionale del Piemonte.

Personaggi più recenti, fra i conti di Ventimiglia, furono Carlo Francesco Ventimiglia du Luc, della linea provenzale dei Visconti di Marsiglia, Giuseppe Lascaris di Ventimiglia-Castellar, ministro di Stato e primo segretario di Stato per gli Esteri nel 1770, nonché viceré di Sardegna, o Agostino, conte dell'Impero francese e, dopo la Restaurazione, presidente dell'Accademia delle Scienze e consigliere di Stato savoiardo.

In tempi più vicini vi fu Giulio Lascaris di Ventimiglia (1767-1833), un agente segreto inviato da Napoleone Bonaparte in missione dal 1799. Questo personaggio è molto poco conosciuto seppur molto interessante, con un ruolo da Lawrence d'Arabia ante litteram. Giulio ha lungamente vissuto e operato nel Vicino Oriente, tra Siria e Giordania, vivendo come un beduino locale e raccogliendo informazioni per Bonaparte. La missione del Lascaris fu quella di infiltrare le tribù locali, assicurarsene la fiducia e unirle contro l'Impero ottomano.[3]

Carlo Gaspare Guglielmo Ventimiglia di Luc, arcivescovo di Parigi, duca di Saint-Cloud e Pari di Francia
  1. ^ Dal Pozzo 1656, p. 17.
  2. ^ d'Alessandro, Politica e società, p. 97.
  3. ^ Jean Soublin, Lascaris d'Arabie, Parigi: Ed. du Seuil, 1983.
  • Giancarlo Andenna, Grandi patrimoni, funzioni pubbliche e famiglie sul territorio: il "Comitatus Plubiensis" e i suoi conti dal IX all'XI secolo, in Istituto storico italiano per il Medio Evo (a cura di), Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: marchesi, conti e visconti nel Regno Italico (secc. IX-XII), Atti del primo convegno di Pisa, 10-11 maggio 1983, Roma, 1988, pp. 201-228.
  • Vittorio Angius, Sulle famiglie nobili della Monarchia di Savoia, Torino, Tip. G. Cassone, 1857, Vol. 4.
  • Annales Placentini gibellini, a cura di Georg Heinrich Pertz, in Monumenta Germaniae Historica, 18. Annales Italici aevi Suevici, Stoccarda 1863 Die digitalen Monumenta Germaniae Historica (dMGH): MGH
  • (FR) Jean-Pierre Arrignon, Jean Heuclin, Pouvoirs, Église et société dans les royaumes de France, Bourgogne et Germanie: aux Xe et XIe siècles (888-vers 1110), Nantes, Éditions du Temps, 2008. ISBN 28-4274-453-5
  • (FR) Benoit Avena, Notre-Dame des Fontaines, la Cappella Sistina delle Alpi Marittime, Borgo San Dalmazzo, Martini, 1989.
  • (ES) Josep Baucells i Reig, La infanta griega Lascara y sus hijas Beatriz y Violante, aragonesas de elección in 10. Congreso de historia de la Corona de Aragón, Jayme I y su época, Saragozza 1976.
  • (FR) Giorgio Beltrutti, Tende et la Brigue, Breil sur Roya, Editions du Cabri, 1988.
  • (FR) Louis Bueil, Les seigneurs du Val de Blore, in Nice Historique, vol. 1, n. 1, 1953, pp. 6-15.
  • (DE) Arnold Busson, Die Doppelwahl des Jahres 1257 und das römische Königtum Alfons X. von Castilie, Münster, Druck und Verlag der Aschendorff'schen Buchhandlung, 1866.
  • Eugène Cais di Pierlas, I conti di Ventimiglia, il Priorato di San Michele ed il Principato di Seborga, in Miscellanea di storia italiana, vol. 23, 1884, pp. 1-150.
  • (FR) Eugène Cais di Pierlas, Le XI. siècle dans les Alpes Maritimes. Etudes généalogiques, in Memorie della reale Accademia delle scienze di Torino, vol. 39, 1889, pp. 285-391.
  • (FR) Eugène Cais di Pierlas, Gustave Saige, Chartrier de l'Abbaye de Saint-Pons, hors les murs de Nice, Monaco, Imprimerie de Monaco, 1903.
  • Michele Giuseppe Canale, Storia politica, commerciale e letteraria della Repubblica di Genova, dall'origine fino al 1340, Capolago, Tipografia Elvetica, 1851, Vol. 3.
  • Georg Caro, Genova e la supremazia sul Mediterraneo (1257-1311), Genova, Società ligure di storia patria, 1974-1975, Voll. 1-2.
  • (FR) Gérard Colletta, Saint-Sauveur-sur-Tinée: des Ectini aux Blavets sur Tinée, Nizza, Serre, 2006.
  • Vincenzo D'Alessandro, Politica e società nella Sicilia aragonese, Palermo, U. Manfredi, 1963.
  • Giulio Dal Pozzo, Imperialis gentis Lascaris genealogia, Veronae, Ex Off. Merislana, 1656.
  • (FR) Antoine de Ruffi, Louis-Antoine de Ruffi, Histoire de la ville de Marseille, vol. 1, 2ª ed., Marsiglia, Henri Martel, 1696.
  • (FR) Scipion du Roure, Les Maintenues de la noblesse en Provence (1667-1669), vol. 1, Bergerac, Imprimerie generale du Sud-Ouest, 1923.
  • (FR) Jean Dumont [et al.] , Corps universel diplomatique du droit des gens (PDF), vol. 2, Amsterdam, L'Aia, P. Brunel [et al.], 1726.
  • (FR) Louis Durante, Histoire de Nice depuis sa fondation jusqu'a l'année 1792, vol. 1, Torino, Stamperia G. Favale, 1823.
  • Arturo Ferretto, Codice diplomatico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana all'epoca di Dante (1263-1321), in Atti della Società Ligure di Storia Patria, vol. 31, n. 2, 1903.
  • (EN) John France,Victory in the East: A Military History of the First Crusade, New York, Cambridge University Press, 1996.
  • (EN) Deno John Geanakoplos, Emperor Michael Palaeologus on the West, 1258-1282. A study in byzantine-latin relation, Cambridge Mass., Harvard University Press, 1959.
  • (FR) Nicolas Ghersi, Les archives, peu connues, des Lascaris-Vintimille du château de Santena in Actes du colloque Des chapelles de Sospel au château de Santena, Mentone, Société d‟art et d‟histoire du Mentonnais, 2003.
  • Michele Giustiniani, Gli Scrittori liguri, vol. 1, Roma, Nicol'Angelo Tinasi, 1667.
  • (EN) Donald C. Jackman, The Konradiner: a study in genealogical methodology, Frankfurt am Main, Klostermann, 1990.
  • (EN) Donald C. Jackman, Comparative Accuracy, Pennsylvania, Editions Enlaplage, 2008.
  • (ES) Miguel Á. Ladero Quesada, Niebla, de reino a condado. Noticias sobre el Algarbe andaluz en la baja Edad Media, Madrid, Real Accademia de la Historia, 1992.
  • Virginio Longoni, Imbersago: Il fiume, le torri, le chiese, le ville nella storia di Imbersago, vol. 1, Missaglia, Bellavita Editore, 2002, ISBN 88-86832-95-8.
  • (ES) Angels Masià i de Ros (1947). La emperatriz a Nicaea Constanza o las princesas Lascara y Vataza. Nuevas noticias acerca de sus relaciones con las Cortes de Aragon, Castilla y Portugal. Boletín de la real Accademia de buenas letras de Barcelona 20: pp. 145–149.
  • Camillo Minieri Riccio (1877). Il regno di Carlo I d'Angìò dal 2 gennaio 1273 al 31 dicembre 1283. Archivio storico italiano 100 (s. III, 4): pp. 3–25.
  • (ES) Joaquim Miret i Sans (1903). La princesa griega Lascaris, condesa de Pallars en Cataluña. Revue Hispanique 10: pp. 455–470.
  • Domenico Monaco del Burgio, Il trionfo della fecondità: vita de' SS. Patriarchi Gioachino, ed Anna, Palermo, Carlo Adamo, 1690.
  • Monumenta Germaniae Historica, Legum Sectio 4. Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, 1., a cura di Ludewicus Weiland, Hannover, Impensis Bibliopolii Hahniani, 1893.
  • Filadelfo Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie nobili, titolate e antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia, viventi & estinte, vol. 2, Palermo, Per Domenico d'Anselmo, 1655.
  • Sandra Origone, Oriente e Occidente: Bisanzio e i Lascaris di Ventimiglia in La storia dei Genovesi, Atti del convegno di studi sui ceti dirigenti nelle istituzioni nella Repubblica di Genova, Genova, 10-12 giugno 1987, Genova, Centro internazionale di studi sui ceti dirigenti, 1988, 8., pp. 427–439.
  • (FR) Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, vol. 1, Paris, Imprimérie de Philippe-Denys Pierres, 1777.
  • (FR) Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, vol. 3, Paris, Imprimérie de Philippe-Denys Pierres, 1784.
  • Romeo Pavoni, La frammentazione politica del Comitato di Ventimiglia, in Le Comté de Vintimille et la famille comtale, Colloque des 11 et 12 octobre 1997, Menton, Mentone, Société d'art et d'histoire du Mentonnais, 1998, pp. 99 - 130.
  • Romeo Pavoni, Il retroscena storico di un'impresa di Raimbaud de Vacqueyras: la liberazione di Giacomina di Ventimiglia, in Du Mont-Agel a l'Armea: art, histoire, personnages, Journée d'études du 17 octobre 1998, Menton, Mentone, Société d'art et d'histoire du Mentonnais, 1999, pp. 47 - 69.
  • (FR) Thierry Pécout, Noblesse provençale et pouvoir comtal: l'exemple du pays de Riez (Alpes-de-Haute-Provence), XIIe-XIVe siècles, in Rives méditerranéenes, vol. 7, 2001, pp. 37-56. URL consultato il 9 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2012).
  • (FR) Stéphane Péquignot, Au nom du roi: pratique diplomatique et pouvoir durant le règne de Jacques II d'Aragon (1291-1327), Madrid, Casa de Velàzquez, 2009.
  • Giuseppe Maria Pira, Storia della città e Principato di Oneglia, dagli indigeni abitanti fino al 1834, Genova, Tip. Ferraudo, 1847, Vol. 1.
  • (FR) Jean-Pierre Poly, La Provence et la société féodale (879-1166): contribution à l’étude des structures dites féodales dans le Midi, Paris, Bordas, 1976.
  • (FR) René Poupardin, Histoire de le Royaume de Bourgogne (888-1038). Etude sur les origines du Royaume d'Arles, Parigi, Librairie H. Champion, 1907.
  • Ignasi M. Puig i Ferreté, La casa comtal de Pallars, senyora de Berga i de la baronia de Mataplana in 'Assemblea Intercomarcal d'estudiosos celebrada a Berga l'any 1979', Berga, Estudis Berguedam, 1982, Vol. 1, pp. 119–136.
  • Theophile Raynaud, Symbola antoniana, Roma, Ex typogr. Io. Petri Boni, 1648.
  • (FR) Dominique Robert de Briançon, Histoire généalogique de la maison de Vintimille, Villefranche, Joseph Ravoux, 1681.
  • (FR) Dominique Robert de Briançon, L'etat de la Provence dans sa noblesse, vol. 1, Parigi, P. Auboin, P. Emery e C. Clousier, 1693.
  • (FR) Dominique Robert de Briançon, L'etat de la Provence dans sa noblesse, vol. 2, Parigi, P. Auboin, P. Emery e C. Clousier, 1693.
  • Girolamo Rossi, La morte di Onorato Lascaris conte di Tenda, in Archivio storico italiano, vol. 198, a. XV, s. 5, 2, 1895, pp. 265-275, ISSN 0391-7770 (WC · ACNP).
  • Girolamo Rossi, Storia della Città di Ventimiglia, dalle sue origini sino ai nostri tempi, Torino, Tip. economica Barera, 1857.
  • Girolamo Rossi, Dove si trovava il castello di Portiiola (PDF), in Giornale storico e letterario della Liguria, vol. 1, n. 1-2, 1900, pp. 376-380.
  • (FR) Jacques Rovinski (1983). Les Antonins dans le Comté de Nice. Recherches régionales. Côte d'Azur et contrées limitrophes 24: pp. 187–201.
  • Giuseppe Sergi, Movimento signorile e affermazione ecclesiastica nel contesto distrettuale di Pombia e Novara, in Studi medievali, vol. 26, n. 1, 1975, pp. 154-206.
  • (FR) Philippe Struyf, La vie économique a Tende au 15. siècle (PDF), in Recherches régionales Côtes d'Azur et contrées limitrophes, vol. 17, n. 2, 1977, pp. 27-49.
  • (FR) Geneviève Xhayet, Partisans et adversaires de Louis D'Anjou pendant la Guerre de L'Union d'Aix, "Provence historique", 40 (1990), pp. 403–427.
  • (ES) Luis Yilar y Pascual, Diccionario historico, genealogico y heraldico de las familias ilustres de la monarquia espanola, Madrid, A. Espinosa, 1860.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Centro Studi Ventimigliani, su sites.google.com. URL consultato il c16 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2020).