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Laonastes aenigmamus

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Kha-nyou
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineHystricomorpha
FamigliaDiatomyidae
GenereLaonastes
Jenkins, Kilpatrick, Robinson & Timmins, 2005
SpecieL.aenigmamus
Nomenclatura binomiale
Laonastes aenigmamus
Jenkins, Kilpatrick, Robinson & Timmins, 2005
Areale

Il kha-nyou o ratto delle rocce laotiano (Laonastes aenigmamus Jenkins, Kilpatrick, Robinson & Timmins, 2005) è un roditore della famiglia dei Diatomiidi, unica specie del genere Laonastes (Jenkins, Kilpatrick, Robinson & Timmins, 2005), diffuso in Indocina.[1]

Il termine generico deriva dalla combinazione delle due parole greche λαος-, pietra e -ναστης, abitante, con riferimento all'habitat caratteristico, mentre il termine specifico deriva dalla combinazione delle due parole greche αινιγμα-, enigma e -μυς, topo, con chiara allusione alla dubbia posizione all'interno dell'ordine dei Roditori.

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 212,5 e 284,6 mm, la lunghezza della coda tra 122,8 e 161,4 mm, la lunghezza del piede tra 37,3 e 44,0 mm, la lunghezza delle orecchie tra 21 e 25,8 mm e un peso fino a 414 g.[2]

Caratteristiche craniche e dentarie

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Il cranio è leggermente allungato, con un rostro lungo e stretto. Le ossa nasali sono lunghe e si estendono oltre gli incisivi superiori. Le ossa pre-mascellari sono in contatto con le ossa circostanti. La regione inter-orbitale è larga con delle creste sopra-orbitali ben sviluppate che si estendono posteriormente a formare un processo post-orbitale distinto. Le bolle timpaniche sono globulari, grandi e rigonfie. Gli incisivi superiori sono bianchi, lisci ed opistodonti, ossia con le punte rivolte verso l'interno della bocca, mentre i denti masticatori superiori sono divergenti, con il terzo molare grande. È presente un premolare su ogni semi-arcata. La colonna vertebrale è composta da 5 vertebre cervicali, 9 toraciche, 11 lombari, 3 sacrali fuse tra loro e 24 caudali.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 1 0 1 1 0 1 3
3 1 0 1 1 0 1 3
Totale: 20
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Il corpo è simile a quello dei ratti, con la testa allungata e una folta coda lunga circa la metà della testa e del corpo. La pelliccia è moderatamente lunga ed è cosparsa di peli sottili più lunghi e nerastri. Le parti dorsali sono nere-grigiastre scure, con variazioni individuali che vanno dal nerastro al brizzolato. Le parti ventrali sono grigio chiare, con la punta dei peli bianco-giallastra, che le donano un aspetto generale argentato. Le vibrisse sono numerose, robuste e molto lunghe. Il dorso delle zampe è ricoperto densamente di peli, con dei ciuffi che ricoprono gli artigli, più setolosi quelli dei piedi. Le zampe hanno 5 dita, con il pollice corto e provvisto di un'unghia appiattita, mentre l'alluce è ben sviluppato e fornito di artiglio. Le piante sono prive di peli e fornite di cinque cuscinetti ciascuna. Le orecchie sono rotonde, di dimensioni moderate e ricoperte di corti peli. La coda è di colore simile al dorso, con la parte inferiore più chiara. Le femmine hanno un paio di mammelle pettorali disposte lateralmente.

Comportamento

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È una specie terricola e notturna.

Alimentazione

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La corona alta dei denti masticatori, lo stomaco capiente e l'intestino cieco grande suggeriscono una dieta caratterizzata principalmente da foglie, erba, semi e probabilmente da qualche insetto.

Le femmine danno alla luce un piccolo alla volta.

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa nella provincia di Khammouan, nel Laos centrale e nella provincia di Quang Binh, nel Vietnam centrale.

Vive tra gli ammassi rocciosi di formazioni carsiche ricoperte di alberi di caducifoglie e sempreverdi e con una vegetazione al suolo poco sviluppata.

Recenti studi molecolari hanno evidenziato una notevole diversità nella composizione filogenetica della popolazione, suggerendo l'esistenza di molteplici specie e sottospecie, favorite dall'habitat particolare delle montagne carsiche del Laos, le quali sono servite da barriere bio-geografiche, favorendo lo sviluppo di innumerevoli forme endemiche[3].

Inizialmente inserito in una nuova famiglia, Laonastidae, creata appunto per includere questo insolito roditore, successivi confronti con roditori fossili risalenti all'Oligocene e Miocene hanno supportato la teoria che si trattasse invece di un membro della famiglia Diatomyidae, estinta nel tardo Miocene e vissuta nell'Asia sud-orientale. Tale scoperta ha introdotto questa specie nella categoria di mammiferi ed altri vertebrati conosciuta come Effetto Lazzaro.

L'effetto Lazzaro è un evento che si verifica allorquando gruppi di animali fossili ritenuti estinti riappaiono sotto forma di specie viventi strettamente correlate a loro. Tuttavia il caso del L.aenigmamus è particolare in quanto le forme a lui più vicine risalgono a circa 11 milioni di anni fa, un periodo eccezionalmente lungo rispetto agli altri casi conosciuti tra i mammiferi, laddove i progenitori estinti erano apparsi almeno nel Pleistocene, ovvero non oltre i 2,6 milioni di anni fa.

Conservazione

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La IUCN Red List, considerato che il suo areale è limitato e soggetto ad un continuo declino nell'estensione e nella qualità del proprio habitat, classifica L.aenigmamus come specie in pericolo (EN).[1]

  1. ^ a b c (EN) Aplin, K. & Lunde, D. 2008, Laonastes aenigmamus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Jenkins & Al., 2005.
  3. ^ Nicolas, Herbreteau, Couloux, Keovichit, Douangboupha & Hugot, A Remarkable Case of Micro-Endemism in Laonastes aenigmamus (Diatomyidae, Rodentia) Revealed by Nuclear and Mitochondrial DNA Sequence Data, in PLOS one, vol. 7, n. 11, 2012.
  • Paulina D.Jenkins, C.William Kilpatrick, Mark F.Robinson & Robert J.Timmins, Morphological and molecular investigations of a new family, genus and species of rodent (Mammalia: Rodentia: Hystricognatha) from Lao PDR, in Systematics and Biodiversity, vol. 2, n. 4, 2005, pp. 419-454.
  • Mary R.Dawson, Laurent Marivaux, Chuan Kui Li, K.Christopher Beard & Grégoire Métais, Laonastes and the Lazarus effect in recent mammals, in Science, vol. 311, 2006, pp. 1456-1458.

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