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Lago Maggiore

Coordinate: 46°05′53″N 8°42′53″E
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Lago Maggiore
Verbano
Il lago da Poggio Sant'Elsa
StatiItalia (bandiera) Italia
Svizzera (bandiera) Svizzera
Regioni  Piemonte
  Lombardia
  Ticino
Province  Novara
  Verbano-Cusio-Ossola
  Varese
Distretto di Locarno
Coordinate46°05′53″N 8°42′53″E
Altitudine193 [1] m s.l.m.
Dimensioni
Superficie212 km²
Lunghezza64.37 km
Larghezzakm
Profondità massima372 m
Profondità media200 m
Volume37 km³
Idrografia
Bacino idrografico6.599 km²
Immissari principaliTicino, Maggia, Toce, Tresa
Emissari principaliTicino
Salinità< 0.05 % (acqua dolce)

Il lago Maggiore o Verbano (Lagh Magior in lombardo e piemontese) è un lago prealpino di origine fluvioglaciale della regione geografica italiana. Le sue rive sono condivise tra Svizzera (Canton Ticino) e Italia (province di Verbano-Cusio-Ossola e Novara, in Piemonte, e Varese, in Lombardia).

Il nome Maggiore deriva dal fatto che è il più grande tra i laghi della zona[2], ma fra i laghi italiani è il secondo per superficie dopo il lago di Garda (nonché il secondo per profondità dopo il lago di Como). In passato era unito al lago di Mergozzo, da cui fu separato a causa della formazione della Piana di Fondotoce.

Geografia fisica

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Il lago visto da sopra Brissago (Svizzera)

Il lago Maggiore si trova a un'altezza di circa 193 metri s.l.m.[1]. La sua superficie è di 212 km² la maggior parte dei quali, circa l'80%, in territorio italiano. Ha un perimetro di 170 km e una lunghezza di 64,37 km (la maggiore tra i laghi italiani); la larghezza massima è di 10 km e quella media di 3,9 km. Il volume d'acqua contenuto è pari a 37,5 miliardi di con un tempo teorico di ricambio pari a circa 4 anni[3]. Il bacino idrografico è pari a circa 6 598 km²[4] di cui 3 229 in territorio italiano e 3 369 in quello svizzero (il rapporto tra la superficie del bacino e quella del lago è pari 31,1). La massima altitudine del bacino imbrifero è Punta Dufour nel massiccio del Monte Rosa (4 633 m s.l.m.), mentre quella media è di 1 270 m s.l.m. Il bacino è caratterizzato dall'esistenza di una trentina di invasi artificiali con una raccolta di circa 600 milioni di m³ di acqua che, se rilasciati contemporaneamente, eleverebbero il livello del lago di circa 2,5 m[4]. La massima profondità è di circa 380 m (nella criptodepressione tra Ghiffa e Porto Valtravaglia) che risulta quindi di 177 m sotto il livello del mare.

Gli immissari maggiori sono il Ticino, la Maggia, il Toce (che riceve le acque del torrente Strona e quindi del lago d'Orta[5]) e la Tresa (a sua volta emissario del lago di Lugano e alimentata dal Margorabbia). I tributari maggiori hanno un andamento di deflusso diverso, mentre Ticino e Toce, che hanno un bacino imbrifero ad alte quote, raggiungono un flusso massimo nel periodo compreso fra maggio e ottobre in coincidenza allo scioglimento di nevi e ghiacciai; gli altri tributari hanno un andamento fortemente influenzato dalle precipitazioni. Immissari minori sono i torrenti Verzasca, Cannobino, San Bernardino, San Giovanni, Giona e Boesio. L'unico emissario è il Ticino che fluisce dal lago a Sesto Calende.

L'origine del lago Maggiore è in parte glaciale, ne è testimone la disposizione delle colline formate da depositi morenici di natura glaciale, ma è accertato che l'escavazione glaciale è avvenuta su una preesistente valle fluviale, il profilo del lago ha infatti la tipica forma a V delle valli fluviali.

Come materiale da costruzione è stato molto utilizzato in passato il granito rosa di Baveno. Sono peraltro conosciuti gli usi costruttivi antichi della pietra d'Angera (utilizzata ad esempio nell'antichità classica, e nel periodo medievale), mentre le cave di calcare di Caldè fornirono per molti secoli la materia prima per la calce con cui vennero innalzati edifici di Lombardia e Piemonte: complice la facilità di trasporto tramite barca, prima sul lago, indi sui navigli milanesi[6].

Clima e statistiche

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Il lago Maggiore visto da satellite

Il lago Maggiore è caratterizzato da inverni freddi, ma più miti rispetto all'entroterra, e moderatamente nevosi (con accumuli medi di 10 cm per ogni nevicata e talvolta anche superiori ai 30 cm fino a un massimo di 50 cm), le estati sono moderatamente calde, umide e temporalesche, la temperatura media di gennaio si attesta sui 2 gradi centigradi, con punte di 3 gradi sul versante settentrionale del golfo Borromeo (in virtù della ampia esposizione al sole), le temperature notturne possono scendere sotto lo 0, fino a -10, ma molto raramente scendere sotto tale valore. In estate le temperature medie si attestano attorno ai 22 gradi centigradi, con punte diurne che raramente superano i 32 gradi. Procedendo verso le valli interne le temperature si fanno via via più rigide. La zona è molto piovosa e talvolta, specie nelle stagioni intermedie, possono verificarsi episodi alluvionali. La temperatura delle acque superficiali (fino a 2 metri di profondità) del lago raggiungono punte invernali di 5-6 gradi, mentre in estate si raggiungono mediamente i 22-24 gradi.

Alcune statistiche sul lago Maggiore[7]. Da notare che nei periodi di magra il livello dell'acqua fra Locarno e Sesto Calende può variare di 1 cm, mentre durante le piene fino a 30 cm[7].

Superficie 208 km² a 193,00 metri
212 km² a 193,20 metri
231 km² a 197,00 metri
254 km² a 200,00 metri
Volume 37 km³ a 193,20 metri
Bacino imbrifero 6598 km²
Apporto d'acqua 0,65 km³ di acqua ogni 100 mm di precipitazioni
Livello medio massimo 193,80 metri
Livello medio minimo 193,20 metri
Livello di guardia 195,00 metri
Livello di inizio danni 195,50 metri
Livello minimo 192,00 m (soglia della diga)
Crescita media con alluvione 120 cm ogni 24 h
Crescita massima media 144 cm ogni 24 h (3600 m³ al s)
Crescita estrema 165 cm ogni 24 h, 9 cm ogni h (24 settembre 1993)
Calo medio 20–25 cm ogni 24 h (560 m³/s)

Come tutti i laghi prealpini, il lago Maggiore viene percorso, soprattutto nella bella stagione, da due tipi di venti prevalenti, uno che spira al mattino dalle montagne verso la pianura (detto moscendrino in quanto proveniente dal passo del Monte Ceneri, a volte tramontana) e un venticello che spira dalla pianura alla montagna soprattutto durante il pomeriggio (detto inverna). Questi venti costanti fanno dei laghi prealpini un ottimo campo dove adoperarsi in sport che usano appunto il vento, come la vela e il windsurf. Il lago Maggiore ha dei punti particolari, soprattutto nella parte superiore, dove le montagne si stringono a formare una stretta valle in cui questi venti spirano molto forti.

Ci sono poi altri venti tipici di questo lago come l'invernone, che spira da sud-ovest e porta in genere tempesta, il maggiore, che viene da nord-est ed è molto pericoloso in quanto agita parecchio il lago, il valmaggino che spira leggermente dalle valli dietro Locarno, il mergozzo, che spira soprattutto di notte, da nord-ovest[8].

Isola Madre
J. M. Leitzmann, Isola Bella, 1851

Nel lago Maggiore sono presenti molte isole grandi, piccole o minuscole, divise tra le 8 del Piemonte, le 2 della Svizzera e 2 in Lombardia, per un totale di 12.

Fra Stresa e Verbania si trova l'arcipelago borromeo: l'Isola Madre (la più estesa del bacino lacustre), l'Isola Bella e l'Isola Superiore dei Pescatori (nota anche più semplicemente come Isola dei Pescatori o Isola Superiore)

Di fronte alla località svizzera di Ronco sopra Ascona si trovano le due Isole di Brissago, la maggiore delle quali ospita un giardino botanico.

Di fronte alla costa di Cannero Riviera si trovano invece i tre scogli emersi detti Castelli di Cannero: lo scoglio maggiore, totalmente occupato oggidì dal manufatto bellico della Vitaliana, rocca voluta dal conte Ludovico Borromeo a partire dal 1518, lo scoglio minore, su cui si ergono i ruderi delle cosiddette "prigioni", ma in effetti una torricella avanzata con cannoniera a falconetti di presidio meridionale al porto canale, e infine lo scoglietto (verso Maccagno) del "Melgonaro", su cui cresce solo una stenta ma tenace pianta che ha affascinato poeti e incisori quali Piero Chiara, Marco Costantini, Carlo Rapp.

Vanno infine citati, l'Isolino di San Giovanni di fronte a Verbania (famoso perché fu per molti anni residenza, nel seicentesco Palazzo Borromeo, del direttore d'orchestra Arturo Toscanini), l'isolotto La Malghera detto anche Isola delle Bambole, tra l'Isola Bella e quella dei Pescatori e quindi l'Isolino Partegora nel piccolo golfo di Angera.

Per definire la flora del lago Maggiore si usa spesso il termine di flora insubrica. La zona è tra le aree più piovose dell'Italia e della Svizzera[9]. La punta massima di quasi 3000 mm annui viene raggiunta in Valle Cannobina (provincia del VCO), in provincia di Varese vicino a Vararo con 2000 mm. La catena alpina a nord del lago e i rilievi aspri e spesso molto ripidi la proteggono dai venti freddi da nord e il clima è quindi mite. Molto pronunciate sono le differenze microlimatiche tra pendii ripidi meridionali, magari in vicinanza del lago e luoghi più di quota e esposti verso nord. Questo determina una flora molto varia e interessante. La combinazione di molte precipitazioni e clima mite favorisce lo sviluppo di una vegetazione molto rigogliosa come raramente accade in altre parti d'Europa e permette la coltivazione di piante particolari quali le camelie. Gran parte dell territorio è ricoperto di boschi, che ricrescono velocemente dopo il taglio o gli incendi frequenti.

Molto importante per la flora è anche se il substrato è calcofilo o acidofilo. Intorno al Lago Maggiore sul versante piemontese e svizzero quasi ovunque è acidofilo, salvo affioramenti calcofili molto piccoli. Lo stesso vale per quello lombardo a nord di Luino e sulle colline moreniche nell’estremo sudest verso Sesto Calende. Qui a un’altitudine fino a 800 - 1000 m circa dominano ovunque i boschi di castagno, spesso quasi puri. In luoghi piuttosto miti sparso nel bosco si trova l'agrifolio (Ilex aquifolium) Tra 1000 m e circa 1700 m sono presenti soprattutto faggete acidofile. Al di sopra i boschi si diradano e si rinvengono l'acero montano (Acer pseudoplatanus) e la betulla (Betula pendula). Qui e al piano montano in luoghi aperti (disboscati o incendiati) sono frequenti superfici estese coperte da Molinia arundinacea, felce aquilina (Pteridium aquilinum) e la genista dei carbonai (Cytisus scoparius), suggestiva quando fiorisce in gran numero in primavera.

Le aree pianeggianti di bassa quota come quelle della Val d'Ossola, il Piano di Magadino, la Valle del Tresa, la Valcuvia e il basso Varesotto sono spesso fortemente antropizzate e densamente popolate. In questi luoghi si concentra anche l'agricoltura non molto intensa con prati sfalciati e campi soprattutto di mais. Dove è rimasto ancora il bosco si compone soprattutto di Farnia (Quercus robur), Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) e Robinia (Robinia pseudoacacia) e qualche castagno e olmo (Ulmus minor).

Una flora diversa si incontra dalla parte centro-orientale del lago in provincia di Varese, dove il substrato è calcofilo. Il bosco più diffuso è ancora il castagneto, ma a est del Campo dei Fiori iniziano a essere più frequenti gli orno-ostrieti dominati da orniello (Fraxinus ornus) e carpino nero (Ostrya carpinifolia), molto frequenti nelle alpi italiane sud-orientali e in Europa insieme ai castagneti particolarmente tipici per la flora di transizione tra quella centro-europea e quella mediterranea. In questo settore sono particolarmente ricchi di specie i prati aridi che si formano nei pochi luoghi ne antropizzati ne coperti da bosco su rocce dolomitiche e calcaree con suolo poco profondo. I più interessanti prati aridi si trovano sul M. Sangiano preso l'omonimo paese e anche sui Pizzoni di Laveno, vicino a Vararo e sopra Rasa a nord di Varese.

Gli ambienti più interessanti dell'area sono probabilmente quelli umidi dove per le specie minacciate d'estinzione sono presenti alcune delle loro ultime stazioni in Italia. Questo tipo di ambiente è probabilmente così ben rappresentato per la quantità eccezionale di precipitazioni e per i numerosi laghi e fiumi. Tra queste emergenze, elencate sulla lista rossa nazionale c'è la castagna d'acqua (Trapa natans) presente nella Riserva naturale di Fondotoce e nei laghi minori di Varese e Comabbio. Altre specie della lista rossa sono Hottonia palustris[10], rinvenuta sul lago presso Brebbia e Sagittaria sagittifolia, rinvenuta intorno ai laghi di Varese e Comabbio, ma probabilmente estinta. Una delle ultime stazioni in Italia è anche quella del limnantemio (Nymphoides peltata) sul Lago di Comabbio. Notevoli sono inoltre le torbiere relittuali della Valganna e quella di Cavagnano, dove si trovano Drosera intermedia e Scheuchzeria palustris, elencate sulla lista rossa della Lombardia.

Luoghi naturali e eccezionalmente caldi si trovano a picco sul lago e sono solo difficilmente accessibili. Sorprendentemente qui si rinviene già una specie del tutto mediterranea, il Cisto femmina (Cistus salviifolia; Locarnese, Mont'Orfano, Santa Caterina etc.). In luoghi caldi più antropizzati vicino ai paesi si assiste invece a un fenomeno chiamato laurofillizzazione[11], dove si formano fitti boschi di piante legnose sempreverdi esotiche quali la palma cinese (Trachycarpus fortunei) e l'alloro (Laurus nobilis).

Nel lago vivono due specie di coregoni, la bondella e, meno diffuso, il lavarello. Entrambi vivono in acque profonde e vengono a riva solo durante la fregola nei primi di dicembre. Vi si trovano inoltre l'agone, il pesce persico, il luccio, il cavedano, la bottatrice, il siluro, le anguille e le alborelle, vi si trova anche la trota, una volta veniva definita trota lacustre, salvo poi scoprire in un secondo tempo che essa come specie non esisteva, infatti si trattava di trote fario e trote marmorate adattate agli ecotipi lacustri; esse presentano livrea argentea, testa piccola e appuntita e puntini a forma di X anziché circolari.

Il lago ospita diverse specie di uccelli acquatici nidificanti, inoltre rappresenta un importante corridoio, luogo di sosta e alimentazione per le migrazioni.

Ad esempio: smergo maggiore, cigno reale, svassi, gabbiani, cormorani, anatre[12].

Il clima mite favorisce la crescita di limoni, olivi e l'alloro. Prosperano le acidofile, camelie, azalee, rododendri e magnolie che si possono ammirare nei numerosi e splendidi giardini che si susseguono sulla costa piemontese.

A Verbania si trovano i giardini botanici di Villa Taranto; a Stresa, in frazione Alpino, si trova il giardino botanico Alpinia.

Alba sul lago Maggiore

Trasporti e navigazione

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Angelo Morbelli, 1915: Battello sul lago Maggiore
I piroscafo Genova (a sinistra) e la Regina Madre a Luino.

Nel Museo dell'Isola Bella è conservata una piroga preistorica ritrovata nei pressi di Ispra nell'800, a testimonianza della lunga ininterrotta storia della navigazione locale, proseguita poi nei secoli più recenti con il trasporto dei blocchi lapidei e la fluitazione dei legnami.

La navigazione di linea sul lago ha origini molto antiche: già nel 1825 si costituì l'"Impresa Lombardo-Sardo-Ticinese" per la navigazione sulle sue acque e nel 1826 il primo piroscafo, il Verbano, già solcava le acque del lago. Nel 1853 cominciò il servizio anche una seconda società, il "Lloyd Austriaco", con il piroscafo Taxis. L'"Impresa Lombardo-Sardo-Ticinese" fallì nel 1853 e vendette i piroscafi al governo del Regno di Sardegna. Durante la seconda guerra di indipendenza (1859) i piroscafi vennero armati e vi furono anche scontri (l'austriaco Radetzky venne seriamente danneggiato dalle popolazioni insorte) e infine trovarono riparo nelle acque neutrali svizzere. Il "Lloyd Austriaco", fallito, vendette i suoi tre bastimenti al governo svizzero che li cedette al governo sardo.

Nel 1867 la proprietà dei battelli passò alla neonata impresa "Innocente Mangili" di Milano, che a partire dal 1876 fino al 1909, nel corso della Belle Époque, mise in servizio ben otto grandi battelli salone a ruote e, fino al 1914, cinque a elica. Nel 1896 la Regia Guardia di Finanza stanziò una flottiglia di piccole torpediniere a Cannobio; quello stesso anno una di esse, la Locusta, affondò in una tempesta con tutto l'equipaggio.

Durante la prima guerra mondiale la società Mangili fallì e i battelli vennero gestiti dal governo con risultati disastrosi; nel 1923 passarono infine alla "Società Subalpina Imprese Ferroviarie", che attuò un drastico rinnovo della flotta: vennero demoliti tutti i piroscafi maggiori tranne sei (tre a ruote e tre a elica), altri due vennero riattrezzati con motore diesel e vennero costruite dieci nuove motonavi; nel 1929 cominciò il servizio di trasporto autoveicoli con il traghetto San Cristoforo, ottenuto dalla trasformazione di un barcone, e quattro anni più tardi entrò in servizio un secondo San Cristoforo, la prima vera nave traghetto dei laghi italiani. Nel 1938 le Ferrovie Regionali Ticinesi aprirono il servizio sul bacino svizzero.

La seconda guerra mondiale portò lutti e danni: gli attacchi aerei alleati affondarono, tra il 25 settembre e il 26 settembre 1944, i piroscafi Genova, Milano e Torino. Nei primi due casi ci furono rispettivamente 34 e 26 morti. In altri attacchi furono danneggiate le motonavi Monfalcone e Magnolia. Il 16 aprile 1948[13] la gestione delle imbarcazioni passò alla Gestione commissariale governativa, che costruì diverse nuove navi (il primo aliscafo prese servizio nel 1953); nel 1956 acquistò la flottiglia svizzera.

Motonave traghetto Sempione (in servizio dal 1976), aprile 2016
In questa scena del film Piccolo mondo antico, diretto da Mario Soldati nel 1941 ed interpretato da Alida Valli e Massimo Serato, venne utilizzato il battello lacustre Piemonte.

Attualmente la flotta passeggeri della Gestione governativa navigazione laghi, la più grande dei laghi italiani, si compone di oltre trenta unità tra piroscafi, motonavi, traghetti, catamarani, aliscafi e motoscafi. Tuttora la flotta continua ad ampliarsi, infatti si aspettano una motonave da 350 passeggeri, e un traghetto che sostituirà l'ormai demolito San Gottardo. Sopravvivono ancora oggi quattro battelli storici:

  • Il piroscafo salone a ruote Piemonte, costruito nel 1904 con il nome di Regina Madre e ribattezzato nel 1943, rimodernato nel 1961-1965 e tuttora in servizio (seppur la NLM lo utilizzi esclusivamente per noleggi);
  • Il piroscafo salone a ruote Lombardia, costruito nel 1908 e messo in disarmo nel 1958, ancorato dal 1969 come bar-ristorante ad Arona e relativamente in buono stato di conservazione (le strutture originali, in parte nascoste da altre fittizie, sono intatte);
  • La motonave a elica Torino, costruita nel 1913 come piroscafo mezzo salone a elica, affondata nel 1944, recuperata e ricostruita come motonave nel 1945 e rimodernata nel 1969. Ha perso praticamente del tutto l'aspetto del piroscafo, assumendo il profilo delle motonavi anni cinquanta;
  • La motonave a elica Azalea (gemella della Fior d'Arancio), costruita nel 1924, rimodernata negli anni settanta, successivamente posta fuori servizio, venduta e usata come sede da una società di noleggio imbarcazioni presso Suna (Verbania), in buono stato.

Piroscafi a ruote

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  • Verbano (I) (1826-1842)
  • San Carlo (1842-1870)
  • Verbano (II) (1844-?)[14]
  • Verbano (III) (1845?)[15]
  • Taxis (1853-1950)[16]
  • Benedek (1853-1896)[17]
  • Radetzky (1853)[18]
  • San Gottardo (1855-1918)[19]
  • San Bernardino (1855-?)[20]
  • Lucmagno (1855-1914)[21]
  • Verbano (IV) (1876-1918)
  • Eridano (1883-?)[22]
  • Italia (1888-?)[22]
  • Elvezia (1890-?)[22]
  • Sempione (1896-1933)
  • Francia (1903-?)[23]
  • Regina Madre (1904)[24]
  • Lombardia (1908)[25]
  • Dovia (1923-?)[26]
  • Racconigi (1923-?)[27]
  • Airolo (1923-?)
  • Monfalcone (1923-?)
  • Legnano (1923-?)
  • Fior d'Arancio (1923-2014)[28]
  • Camelia (1923-?)[29]
  • Azalea (1923)[30]
  • Magnolia (1923-?)[29]
  • Mimosa (1925-?)
  • Fortuna (1938-2006)
  • Delfino (1950)
  • Milano (1952)
  • Genova (1952)[31]
  • Roma (1957)[32]
  • Venezia (1962)[33]
  • Italia (1965)
  • Helvetia (1965)
  • Alpino (1972)
  • Cerbiatto (1973)
  • Camoscio (1973)
  • Stambecco (1973)
  • Capriolo (1974)
  • Daino (1974)
  • Airone (2007)[34]
  • Cicogna (2008)[35]
  • Antares (2009)[36]
  • "Albatros" (2011)
  • "Pellicano" (2011)
  • "Zeda" (2015)[37]

Piroscafi a elica

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  • Paleocapa (1869-1929)[38]
  • Como (1908-?)
  • Novara (1908-?)
  • Milano (1912-1944)[39]
  • Torino (1913)[40]
  • Genova (1914-1944)[39]
  • Traviata (1928-?)[41]
  • Rana
  • Gabbiano (I)
  • Ibis (1950-?)[42]
  • Albatro (1950-?)[42]
  • Cigno (I) (1950-?)[42]
  • Gabbiano (II) (1950)[43]
  • Rondine (1950)[44]
  • San Giulio (1950)[45]
  • Cigno (II) (1963)[46]
  • San Biagio (1961-2007)[47]
  • Gabbiano (III) (1961-?)[48]
  • Isole di Brissago[49]
  • San Cristoforo (I) (1890-1933?)[50]
  • San Cristoforo (II) (1933-1999)[51]
  • San Carlo (1952)
  • San Gottardo (1957-2008)
  • San Bernardino (1962)
  • San Cristoforo (1965)
  • Sempione (1976)
  • Verbania (1986)[52]
  • Ticino (1996)

Piroscafi merci

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  • Forte
  • Utile
  • Freccia dell'Oro (1953-?)[53]
  • Freccia del Verbano (1964-?)[42]
  • Freccia del Ticino (1968-2003)[54]
  • Freccia delle Camelie (1974-2003)[55]
  • Freccia delle Ortensie (1974-2003)[56]
  • Freccia delle Magnolie (1976)[57]
  • Freccia dei Giardini (1981)
  • Enrico Fermi (1984)
  • Lord Byron (1990)[58]
  • Stendhal (1990-2018)[59]
  • Foscolo (1990)
  • Carducci (1990)
  • Leopardi (2003)
  • Pascoli (2003)
Lago Maggiore visto da Ascona

I reperti e le prove rinvenuti ci dicono che a seguito della creazione vera e propria del lago, con il ritiro completo dei ghiacci, la zona circostante fu abitata da gruppi nomadi, che utilizzarono il territorio prevalentemente come luogo per la caccia e approvvigionamenti.

Nel periodo storico del calcolitico si ha la costruzione dei primi nuclei abitativi negli immediati pressi del lago e da quel momento si avrà un lento consolidarsi di gruppi sedentari.

Sulle sponde del lago, tra il IX e IV secolo a.C. si sviluppò la cultura di Golasecca, una civiltà dell'età del ferro di lingua celtica. I golasecchiani avanzarono fino ad alcune zone dell'attuale Lombardia[60], per poi essere nuovamente respinti fino ai loro confini occidentali dalla discesa dei Celti nella penisola italiana, probabilmente la popolazione dei Galli Taurini.

I Galli ebbero quindi la supremazia sul territorio lacustre fino all'avanzare dei Romani che ricondussero le zone Piemontesi e Lombarde a province dell'impero. Il "Verbanus Lacus" (nome donatogli dai Romani, dal quale probabilmente deriverà poi la nomenclatura lago Verbano) o "Lacus Maximus" (altro nome attribuitogli addirittura da Virgilio) resterà in mano saldamente all'impero romano. In età romana conobbe particolare sviluppo la navigazione lungo il lago, tanto che le navi potevano discendere il Ticino e raggiungere così Pavia, da dove ci si poteva spingere, grazie al Po, fino al mare Adriatico. Non a caso, gli scavi dell'insediamento di Angera hanno dato alla luce reperti che mostrano forti collegamenti tra il lago e l'alto Adriatico. Tale linea di navigazione conobbe particolare sviluppo durante l'alto medioevo, quando Pavia fu capitale del regno longobardo prima e del regno d'Italia poi[61].

Per arrivare a un periodo di rinascita delle città sul lago bisognerà attendere il Medioevo, il quale porterà alla creazione di borghi, castelli e in generale un esempio ben differente di fisionomia dei luoghi abitati.
In questo periodo la zona attorno al lago, così come numerosi territori nei dintorni di Milano, passò fra le mani di diverse famiglie come i Della Torre, i Visconti, la casa regnante degli Asburgo dal 1713 e in particolare la famiglia Borromeo, la quale ebbe un'enorme influenza per lunghissimi anni sul lago Maggiore, partendo dall'acquisizione del feudo di Arona nel 1445. Altro casato illustrissimo che ebbe una grandissima influenza in epoca medioevale è quello dei Marchesi Morigi o Moriggia, che ricevette numerosi territori dai Visconti come le degagne di San Maurizio e San Martino, la Valtravaglia che vennero soprannominate "terre Morigie". Durante i secoli i casati dei Borromeo e dei Morigi lottarono aspramente per l'egemonia su queste terre. Gli stessi Borromeo ebbero pure, tra il 1523 e il 1524, dei veri e propri scontri armati contro Francesco II Sforza che a più riprese inviò truppe e navi armate contro le rocche dei Borromeo situate sulle isole di Cannero[62]. Altri casati nobiliari legati sin dal Medioevo al territorio furono i Besozzi, i Sessa, i Luini e i Capitanei di Locarno.

A partire dal XIV secolo, la navigazione lungo il lago fu sfruttata anche per trasportare i pesanti blocchi di marmo provenienti da Candoglia e da altre cave poste nei dintorni del lago verso i due principali cantieri lombardi del medioevo e del rinascimento: il duomo di Milano e la certosa di Pavia[63].

Le esondazioni del lago Maggiore a Locarno che hanno superato quota 196,00 metri s.l.m.[64] Da notare che la lista non contiene tutti gli eventi risalenti prima del XIX secolo. Il livello raggiunto dall'acqua è attendibile a partire dal 1868.

Anno Livello (m)
1178 Circa 10 metri oltre il livello "normale"
1640 198,82
1706 199,03
1755 197,77
1777 198,57
1792 197,67
1807 199,28
1829 197,15
1834 197,30
1840 197,78
1846 197,08
1846 197,24
1855 197,22
Anno Livello (m)
1868, 4 ottobre 200,23
1872, 22 maggio 197,32
1889, 30 ottobre 196,56
1891 196,20
1892 196,10
1896 196,40
1897 195,70
1900, 28 agosto 196,40
1907, 18 ottobre 197,21
1917 196,20
1918 196,30
1920, 25 settembre 196,40
1926 196,50
1926 196,60
1928, 2 novembre 196,81
1939 196,23
1940 195,84
Anno Livello (m)
1942 196,21
1951, 13 novembre 196,60
1951, 22 novembre 196,55
1963, 8 novembre 196,18
1968, 5 novembre 196,35
1977, 5 maggio 196,44
1977, 10 ottobre 196,34
1979, 17 ottobre 196,60
1981, 28 settembre 196,82
1983, 23 maggio 196,29
1986, 25 aprile 196,02
1993, 14 ottobre 197,24
2000, 17 ottobre 197,48

(fonte https://www.hydrodaten.admin.ch/it/2022.html

2002, 17 novembre 196,21

(fonte https://www.hydrodaten.admin.ch/it/2022.html

2002, 20 novembre 196,24

(fonte https://www.hydrodaten.admin.ch/it/2022.html

2014, 13 novembre 196,36

(fonte https://www.hydrodaten.admin.ch/it/2022.html

2014, 16 novembre 196,37

(fonte https://www.hydrodaten.admin.ch/it/2022.html)

Statua di Maggie, il mostro del Lago Maggiore, a Baveno

Il folklore popolare tramanda aneddoti sulla presenza nel lago di un grande mostro, simili a un serpente e, a partire dal 1934 si hanno riferimenti scritti a presunti avvistamenti[65]. A tale criptide è stato dato il nome di Maggie. Oggi a Baveno si trova una statua in granito del mostro.

Monumenti e luoghi di interesse

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«Scoglio cinto dal più bel lago d'Italia!»

«Se hai un cuore e una camicia, vendi la camicia e visita i dintorni del lago Maggiore»

I castelli sul Lago Maggiore

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Castelli di Cannero

Alcune delle più belle ville costruite attorno al lago:

Giardini e parchi antropici

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«L'Isola Madre, paradiso terrestre. Alberi dalle foglie dorate che il sole ha indorato.»

Vista della fontana nel giardino botanico di Villa Taranto

Aree protette e parchi naturalistici

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William Stanley Haseltine
Lago Maggiore, 1867 ca
Smithsonian American Art Museum

Alcuni tra i più importanti musei del territorio:

Altri luoghi di interesse

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L'eremo di Santa Caterina del Sasso.
Eremo di Santa Caterina del Sasso
Situato nel comune di Leggiuno, sulla sponda lombarda, si trova l'Eremo di Santa Caterina del Sasso, un monastero costruito sulla costa rocciosa, raggiungibile tramite la scalinata che risale dal lago o scende dal sovrastante parcheggio. Il complesso monastico è composto da tre edifici e risale al XII secolo, con aggiunte più recenti del XIX secolo. In tempi più recenti è stato sottoposto a restauro, terminato nel 1986. Di proprietà della provincia di Varese, è affidato per la custodia a una comunità di domenicani.
Sacro Monte di Ghiffa
Posto lungo le pendici boscose del monte Cargiago, il Sacro Monte di Ghiffa si trova in una posizione panoramica con una stupenda vista sul lago Maggiore. Nel 2003 questo complesso monumentale è stato inserito dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale insieme ad altri sei Sacri Monti piemontesi.
Santuario della Madonna del Sasso
Il santuario della Madonna del Sasso, risalente al tardo Quattrocento, si trova a 370 m s.l.m. nel territorio di Orselina. Del complesso fanno parte una chiesa intitolata all'Annunciazione, alcune cappelle sulla strada di accesso, una via crucis scandita da edicole, una scalinata, quattro cappelle dedicate alla Pietà, al Compianto sul Cristo morto, all'Ultima cena e allo Spirito Santo, una croce votiva e la chiesa di Santa Maria Assunta.
Il Colosso di san Carlo Borromeo
Colosso di san Carlo Borromeo
Situato sul sacro monte di San Carlo ad Arona, Il colosso (chiamato comunemente "Sancarlone") si presenta come una delle statue dalle maggiori dimensioni del mondo, arrivando a misurare più di 35 metri d'altezza. La statua raffigura il cardinale san Carlo Borromeo.
Mottarone
Il Mottarone, conosciuto anche come "Montagna dei due laghi" per la sua particolare posizione tra lago d'Orta e lago Maggiore, è il più alto rilievo del Vergante. Dalla sua vetta, che in inverno si trasforma in una frequentata stazione sciistica si gode uno dei più bei panorami sulle Alpi centro occidentali, sulla Pianura lombardo-piemontese e su sette laghi (Maggiore, Orta, Mergozzo, Varese, Comabbio, Monate e Biandronno).
Astrovia
Situata a Locarno, l'Astrovia è un sentiero planetario, che rappresenta una fedele riproduzione in scala del sistema solare che si svolge per una lunghezza di circa km partendo dalla foce del fiume Maggia fino ad arrivare al comune di Tegna. I modelli sono oggi in gran parte rovinati dai vandali.

Al Lago Maggiore sono ambientate la parte conclusiva del romanzo Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro e una parte del romanzo Addio alle armi di Ernest Hemingway. Sul Lago Maggiore è interamente ambientato il romanzo La stanza del vescovo di Piero Chiara.

Il cantante pop tedesco Gerhard Müller ha dedicato al lago canzone "Amore Amore am Lago Maggiore".[75]

Centri di ricerca

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  1. ^ a b Giorgio Davini, Gli impianti elettrici civili, Tecniche Nuove, 2002, p. 73, ISBN 9788848114608. URL consultato il 17 ottobre 2024.
  2. ^ Rina Monti, Manfredo Vanni, Maggiore, Lago, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
  3. ^ [ Copia archiviata, su iii.to.cnr.it. URL consultato il 2 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2006). Scheda dell'Istituto per lo studio degli ecosistemi del CNR]
  4. ^ a b Consorzio del Ticino - Il bacino, su ticinoconsorzio.it. URL consultato il 15 novembre 2014 (archiviato il 16 ottobre 2014).
  5. ^ L'emissario del lago d'Orta, il Nigoglia, è un affluente dello Strona
  6. ^ Magazzeno Storico Verbanese, su verbanensia.org. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 14 marzo 2020).
  7. ^ a b Dati presi dal libro: 2000, il Locarnese sott'acqua, di Francesco Del Priore e Teresio Valsesia, Armando Dadò Editore, 2000
  8. ^ Emanuele Bolla, Un tuffo negli anni 50
  9. ^ Michael Kleih, Flora tra il Lago Maggiore e il Lago di Como, Busto Arsizio, 2018, Nomos Edizioni, 2018.
  10. ^ Flora tra Lago Maggiore e Lago di Como, su floravarese.it. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  11. ^ Flora Insubrica, su guidobrusa.info. URL consultato il 7 febbraio 2022.
  12. ^ lagomaggiorelife» Vuoi conoscere il Lago Maggiore? » NUMEROSI UCCELLI ACQUATICI SUL LAGO MAGGIORE, su lagomaggiorelife.it. URL consultato il 22 marzo 2013 (archiviato il 29 luglio 2013).
  13. ^ Francesco Ogliari, Franco Sapi, Stiffelius e berretto rosso. Storia dei trasporti italiani vol. 4, a cura degli autori, Milano, 1964, p. 332
  14. ^ distrutto da un incendio
  15. ^ trasferito nel 1862 sul lago di Garda e ribattezzato Benaco
  16. ^ ribattezzato Ticino e rimodernato nel 1860, trasformato in motonave a elica nel 1925 e ribattezzato Alpino, demolito nel 1950
  17. ^ ribattezzato Sempione nel 1862
  18. ^ ribattezzato Elvezia nel 1862, trasferito sul lago di Garda e ribattezzato Sirmione nel 1866
  19. ^ rimodernato nel 1870
  20. ^ rimodernato negli anni settanta del XIX secolo, demolito probabilmente tra il 1918 e il 1930
  21. ^ rimodernato negli anni settanta del XIX secolo
  22. ^ a b c demolito negli anni venti/trenta del XX secolo
  23. ^ ribattezzato Italia nel 1943, disarmato e venduto nel 1961, successivamente demolito
  24. ^ ribattezzato Piemonte nel 1943, rimodernato nel 1961-1965, in servizio
  25. ^ posto in disarmo e venduto nel 1958, ormeggiato ad Arona come discoteca
  26. ^ poi Verbania (dal 1943)
  27. ^ poi Arona (dal 1943)
  28. ^ rimodernata negli anni sessanta, usata come battello cantiere dagli anni ottanta, demolita nel 2014 e sostituita dalla nuova motonave da lavoro "Fior d'Arancio II"
  29. ^ a b rimodernata negli anni sessanta
  30. ^ rimodernata negli anni '60, ora ormeggiata a Belgirate
  31. ^ disarmata nel 1985,ora ormeggiata a Locarno come ristorante e ribattezzata come motonave Balena
  32. ^ In servizio nella tratta Intra - Stresa - Intra. Rimodernata nell'anno 2013 e anche una volta negli anni settanta/novanta. Gemella della motonave Venezia. Informazioni sulla quale potrete vedere sotto
  33. ^ In servizio nella stessa tratta della motonave Roma essendo la sua gemella. Sono tutte e due munite di un piano coperto e un altro panoramico sulle isole Borromee. Informazioni sulla gemella cioè sulla motonave Roma sono pubblicate sopra
  34. ^ E la M./ n. Più piccola su tutto il lago Maggiore, insieme alla sua gemella M./n. Cicogna (qui sotto). Ha circa 100 posti, 80 al coperto e 20 all'esterno
  35. ^ gemella della M./ n. Airone, ma costruita un anno più tardi
  36. ^ inaugurata ad Arona nel 2009, dopo di che entrata in servizio sul lago Maggiore. Adesso negli orari estivi effettua servizio nella tratta Intra - Stresa - Intra (isole Borromee incluse), mentre nell'orario autunnale nella tratta Arona - Intra - Arona (isole Borromee incluse). Nell'orario invernale si riposa nel porto di Arona
  37. ^ evoluzione dell'"Antares", varata nel dicembre 2013 e entrata in servizio nell'Estate 2015.
  38. ^ Trasformato in motoscafo e ribattezzato Gabbiano nel 1925, demolito nel 1929
  39. ^ a b Affondato da attacco aereo nel 1944
  40. ^ Affondato da attacco aereo nel 1944, recuperato e radicalmente ricostruito come motonave nel 1950, in servizio
  41. ^ Ribattezzato San Giuliano negli anni cinquanta
  42. ^ a b c d Demolito negli anni novanta
  43. ^ Trasferito sul Lago di Como nel 1952
  44. ^ Trasferito sul lago di Como nel 1952
  45. ^ In origine Carducci, in servizio sul lago di Garda; trasferito nel 1961 sul lago d'Orta e ribattezzato San Giulio, poi sul lago Maggiore, infine di nuovo sul Lago di Garda dove è attualmente adibito a servizi interni
  46. ^ In origine in servizio sul Lago d'Iseo, poi trasferito sul Lago Maggiore
  47. ^ Ex Roma in servizio sul Po, poi trasferito sul lago di Garda e ribattezzato San Biagio, poi (primi anni ottanta) trasferito sul lago Maggiore
  48. ^ Ex Firenze in servizio sul Po, poi trasferito sul lago Maggiore e ribattezzato Gabbiano, impiegato per la sperimentazione della propulsione a idrogeno, demolito intorno al 2000
  49. ^ In origine Caprino di proprietà privata, acquistato nel 1992 dalla NLM e ribattezzato Isole di Brissago
  50. ^ Ex motogabarra San Leonardo adattata nel 1929 a trasportare autoveicoli
  51. ^ Prima vera nave traghetto dei laghi italiani. Disarmata negli anni '60, fu venduta a privati e ormeggiata a Feriolo come negozio; abbandonata, affondò nel 1999 e il relitto è stato demolito nel 2005
  52. ^ Adesso è usata sul lago Maggiore come motonave più grande, con ristorante a bordo. Totale 1100 posti, tra cui circa 400 nel ristorante. Tratta primaverile/estiva/autunnale Arona - Locarno - Arona. Pranzo e cena a bordo.
  53. ^ primo aliscafo dei laghi italiani, effettuò solo servizio sperimentale
  54. ^ Disarmato e abbandonato ad Arona negli anni novanta, affondato nel 2001, poi recuperato e demolito
  55. ^ Disarmato e abbandonato ad Arona negli anni novanta, affondato nel 2001, poi recuperato e demolito
  56. ^ In origine Freccia del Benaco in servizio sul lago di Garda, trasferito sul lago Maggiore nel 1994, disarmato e abbandonato ad Arona negli anni novanta, affondato nel 2001, poi recuperato e demolito
  57. ^ Disarmato e abbandonato ad Arona negli anni novanta, venduto nel 2004, abbandonato nei pressi di Lisanza
  58. ^ Trasferito sul lago di Como nel 2019
  59. ^ demolito nel 2018
  60. ^ GOLASECCA, Civilta di in "Enciclopedia dell' Arte Antica", su www.treccani.it. URL consultato il 26 aprile 2023.
  61. ^ Rodolfo Bargnesi, Per acque e per terre: testimonianze antiche su strade fiumi laghi dell'Italia settentrional, Varzi, Guardamagna, 2004, p. 55.
  62. ^ Fabio Romanoni, La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale, Bologna, CLUEB, 2023, pp. 108-109, ISBN 978-88-31365-53-6.
  63. ^ lezioni di petrografia applicata - LE PIETRE IMPIEGATE NELL'ARCHITETTURA MILANESE E LOMBARDA, su www.icvbc.cnr.it. URL consultato il 26 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2022).
  64. ^ Dati presi dal libro: Francesco del Priore, Teresio Valsesia; 2000, il Locarnese sott'acqua; Armando Dadò Editore, 2000
  65. ^ Il mostro del Lago Maggiore (e i suoi cugini), su Query Online, 4 luglio 2019. URL consultato il 30 settembre 2024.
  66. ^ Capolavoro del ' 700 sull'Isola Madre Archiviato il 10 maggio 2015 in Internet Archive. sul Corriere della Sera
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  73. ^ Fondazione Bolle di Magadino, su bolledimagadino.com. URL consultato il 9 marzo 2013 (archiviato il 14 maggio 2007).
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  79. ^ Laboratori di Ricerca di Ispra — it, su ispra.enea.it. URL consultato il 12 ottobre 2013 (archiviato il 14 ottobre 2013).
  80. ^ Tecnoparco del Lago Maggiore, su tecnoparco.it. URL consultato il 12 ottobre 2013 (archiviato il 14 ottobre 2013).
  • Joseph Epper, Contributo all'idrografia del lago Maggiore, Locarno 1902.
  • Renzo Boccardi, Il lago Maggiore, Istituto italiano d'arti grafiche, 1931.
  • Emanuele Bolla, Un tuffo negli anni '50.
  • Franco Vercelotti (a cura di), Elogio del Lago Maggiore, Banca popolare, Intra 1973.
  • Giampaolo Dossena, I Laghi della Lombardia: Immagini del XIX Secolo Dagli Archivi Alinari, Alinari, 1985.
  • Francesco Del Priore, Teresio Valsesia, 2000, il Locarnese sott'acqua, Armando Dadò Editore, 2000.
  • Ettore Grimaldi, I pesci del la Maggiore e degli altri grandi laghi prealpini Orta Lugano Como Iseo Garda, Alberti, Verbania 2001.
  • Renata Lodari, Giardini e ville del Lago Maggiore: un paesaggio culturale tra Ottocento e Novecento, Centro studi piemontesi, 2002.
  • LUINO F., FASSI P., LERBINI M., BELLONI A., CALDIROLI G. & BRAGHIN F. (2005): “Individuazione delle zone potenzialmente inondabili della sponda lombarda del Lago Maggiore. Ricerca storica, studio geomorfologico ed analisi urbanistica ai fini della pianificazione di emergenza comunale e intercomunale”. P.I.C. INTERREG IIIA Italia/Svizzera 2000-2006. Regione Lombardia, Protezione Civile, 4 volumi, per complessive 366 p.
  • Navigazione Lago Maggiore e centenario del piroscafo Piemonte, Andrea Lazzarini editore, 2006.
Filmografia

Voci correlate

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Altri progetti

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