Killing fields
I Killing fields (campi di sterminio o campi della morte) sono i siti in Cambogia dove dal 1975 al 1979 avvennero massacri di massa, subito dopo la fine della Guerra civile cambogiana e all'avvento del regime nazional-maoista di Pol Pot che porterà in breve alla nascita della Kampuchea Democratica.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine è divenuto famoso grazie al film The Killing Fields di Roland Joffé, uscito nel 1984 e tradotto in italiano col titolo Urla del silenzio. L'espressione indica, con accezione più estesa, anche i campi di lavoro forzato dove la maggior parte della popolazione cambogiana fu costretta ai lavori forzati, in condizioni durissime che causavano facilmente la morte per sfinimento o fame; inoltre, la minima ribellione o il minimo errore erano spesso puniti con la morte.
Le analisi di 20.000 fosse comuni da parte del Dc-Cam Mapping Program e dell'Università di Yale hanno calcolato un minimo di 1.386.734 vittime.[1][2] La stima del numero totale di morti provocate dai khmer rossi, includendo fame e malattie, variano tra 1.700.000 e 2.500.000 vittime tra il 17 aprile 1975 e il 9 gennaio 1979.[3] Anche le prigioni, come la nota S-21 (sito di sterminio in quanto solo 7 dei 17.000 prigionieri sono sopravvissuti), oggi sede del Museo del genocidio di Tuol Sleng, sono spesso annoverate fra i "killing fields".
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Documentation Center of Cambodia Archiviato il 28 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ Yale Cambodian Genocide Program
- ^ Peace Pledge Union Information – Talking about genocides – Cambodia 1975 – the genocide. Archiviato il 30 ottobre 2014 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Christopher Hudson in Killing Fields, 1984
- Haing Ngor e Roger Warner in Survival in the killing fields, 1987
- Sydnay Schanberg e Dith Pran in The killing fields - The facts behind the film, 1984
- Aileen Ludington in Salvation in the Killing Fields, 1991
- Nancy Moyer in Escape from the Killing Fields, 1991
- Kari Rene Hall e Josh Getlin in Beyond the Killing Fields, 1992
- Usha Welaratna in Beyond the Killing Fields: Voices of Nine Cambodian Survivors, 1994
- Chris Riley e Douglas Niven in The Killing Fields, 1996
- Kim DePaul e Dith Pran in Children of Cambodia's killing fields, 1997
- Don Cormack in Killing Fields, Living Fields, 1997
- Physa Chanmany e Catherine Lawton in No More Fear: From Killing Fields To Harvest Fields, 1999
- Bun Yom e Keith Mark Johnson in Bun's Story (Tomorrow I'm Dead, How I Survived The Killing Fields), 2004
- Craig Etcheson in After the killing fields, 2005
- Theary C. Seng in Daughter of the killing fields, 2005
- Paul Hollander in From the Gulag to the Killing Fields, 2007
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Albero di Chankiri
- Kampuchea Democratica
- Khmer rossi
- Genocidio cambogiano
- Tuol Sleng
- Urla del silenzio
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Killing fields
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Killing Fields e S-21, su cybercambodia.com. URL consultato il 26 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2009).
- (EN) Un giorno nei Killing Fields - 1997 diario di viaggio di Andy Carvin
- (EN) mappe dei siti di sterminio redatta dell'università di Yale