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Jean-Paul-Égide Martini

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Johann Paul Aegidius Schwarzendorf

Johann Paul Aegidius Schwarzendorf, soprannominato Martini il Tedesco (Freystadt, 31 agosto 1741Parigi, 10 febbraio 1816), è stato un compositore tedesco, che, trasferendosi in Francia, assunse il nome di Jean-Paul-Égide Martini. È noto anche come Giovanni Paolo Egidio Martini.

Nel 1764 fu iniziato in Massoneria nella loggia parigina Les Amis réunis[1].

Plaisir d'amour

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Tra le sue composizioni, la più nota è forse la romanza Plaisir d'amour (1785) su testo di Jean-Pierre Claris de Florian (Plaisir d'amour ne dure qu'un moment/chagrin d'amour dure toute la vie). Si dice[chi?] che questa fosse la canzone preferita della regina Maria Antonietta D'Asburgo-Lorena e che il popolo udisse la sovrana, ormai deposta, cantarla dalla sua prigione nel palazzo della Conciergerie, dove attendeva di essere ghigliottinata.

La romanza fu tradotta in varie lingue. Nel film Love Affair (Un Grande Amore) del 1939 di Leo McCarey, con Charles Boyer e Irene Dunne, viene cantata dalla stessa Dunne. La versione inglese, intitolata The joys of love, è cantata da Montgomery Clift nel film L'ereditiera di William Wyler del 1949. Una versione bilingue (francese e inglese) compare nell'album Joan Baez, Vol. 2 di Joan Baez, pubblicato nell'ottobre del 1961. Parzialmente ispirata al tema musicale della romanza di Martini è la melodia della canzone Can't Help Falling in Love, portata al successo internazionale da Elvis Presley nel 1961 e interpretata in seguito da vari altri artisti.

  • L'Amoureux de quinze ans, ou Le Double fête
  • Le Fermier cru sourd, ou Les Méfiances
  • Le Nouveau-né
  • Le Rendezvous nocturne
  • Henry IV, ou La bataille d'Ivry
  • Le Poète supposé
  • Le Droit du seigneur
  • L'Amant sylphe, ou La Féerie de l'amour (9/10/1783 Fontainebleau)
  • Annette et Lubin (1789 Fontainebleau)
  • Sappho
  • Ziméo
  • Sophie, ou Le Tremblement de terre de Messine
  • La Partie de campagne
  1. ^ Pierre-François Pinaud, « Le Cosmopolitisme musical à Paris à la fin du XVIIIe siècle », Chroniques d'histoire maçonnique, n°63.

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