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Jacopo Antonio Pozzo

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L'altar maggiore della chiesa di Santa Maria di Nazareth, progettato da Giuseppe Pozzo

Jacopo Antonio Pozzo, anche nelle forme Del Pozzo, Dal Pozzo e Pozzi e citato sovente col nome carmelitano come Giuseppe Pozzo (Trento, 13 aprile 1645Venezia, 31 gennaio 1721), è stato un religioso, architetto e intagliatore italiano.

Seguì il fratello Andrea nella scelta religiosa di fondo ma, a differenza di lui, aderì all'ordine dei carmelitani scalzi e, una volta superato il noviziato, vi prese il nome di fra Giuseppe di San Antonio Donato.

Artista trentino figlio di Jacopo Pozzo e Lucia Bazzanella, fu attivo a Roma, Trento, Bolzano, Mantova, Verona, Venezia ed in altri centri italiani.[1]

Produzione artistica

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Fu attivo come soprattutto come altarista. Tra i suoi lavori notevole è il progetto per l'altare maggiore del duomo di Bolzano, realizzato poi dall'architetto veronese Ranghieri.[2][3] Suo è l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria Assunta detta I Gesuiti, composto di dieci colonne tortili in marmo verde sormontate da una cupola bianca e a squame bianche e verdi[4]. Rilevanti sono i suoi interventi nella chiesa di Santa Maria di Nazareth (gli Scalzi) dove operò diversi interventi per completarne l'interno dopo la morte di Longhena. Dapprima realizzò l'altare nella grande cappella della Sacra Famiglia, sulla sinistra e al centro della navata, e successivamente completò i lavori intrapresi dal Gaspari per la cappella di Santa Teresa, dirimpettaia della precedente. Su sua indicazione la pala dipinta fu sostituita dal bassorilievo del Merengo in modo da armonizzarsi con quella della Sacra Famiglia e per lo stesso motivo, su suo progetto, furono eseguite le specchiature marmore d'arredo della cappella. Più tardi progettò la complessa macchina scenografica dell'altar maggiore destinato a occupare l'intera larghezza del presbiterio come una solida barriera a separazione del coro dei frati. Per la stessa chiesa aveva all'inizio disegnato il paramento ligneo dell'armadio per gli arredi sacri della sagrestia e l'ultimo suo lavoro fu la progettazione della cantoria e della cassa d'organo[5].

  1. ^ L.Giacomelli.
  2. ^ DBF.
  3. ^ Touring T.A.A., p.74.
  4. ^ D.Watkin.
  5. ^ Andrew Hopkins, L’esperienza di Giuseppe Pozzo agli Scalzi di Venezia, in Girardi, pp. 27-39.
  • Laura Bartoni, Le vie degli artisti: residenze e botteghe nella Roma barocca dai registri di Sant'Andrea delle Fratte, 1650-1699, Roma, Edizioni nuova cultura, 2012, ISBN 978-88-6134-938-4.
  • Francesco Suomela Girardi (a cura di), I disegni di Jacopo Antonio Pozzo: l'album di Milano, Trento, Provincia autonoma di Trento: Soprintendenza per i beni storico-artstici, 2008, ISBN 978-88-7702-218-9.
  • Flavia Pilo Casagranda, Uno sconosciuto architetto d'altari: Jacopo Antonio Pozzo (1645-1721), Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1958, SBN IT\ICCU\VIA\0202059.
  • AAVV, Trentino Alto Adige, Milano, Touring Editore, 2005, ISBN 978-88-365-4802-6.

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