Istituto Domenicano di Studi Orientali
Istituto Domenicano di Studi Orientali | |
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Institut dominicain d'études orientales Maʿhad ad-Dirāsāt aš-Šarqiyya li-l-Ābāʾ ad-Dūmnikiyyīn Dominican Institute for Oriental Studies | |
Abbreviazione | IDEO |
Tipo | associazione culturale |
Affiliazione internazionale | Ordine dei Predicatori |
Fondazione | 1953 al Cairo |
Fondatore | Eugène Tisserant, Georges Chehata Anawati, Serge de Beaurecueil, Jacques Jomier |
Scopo | studio e ricerca dell’islamistica, dialogo interreligioso con l’islam |
Sede centrale | Cairo |
Indirizzo | 1 Al Tarabeeshi St., Al Ganzouri, Daher, Cairo e شارع ١ الطرابيشي ، الظاهر ، القاهرة |
Lingue ufficiali | francese, araba, inglese |
[www.ideo-cairo.org/fr Sito web] | |
L’Istituto Domenicano di Studi Orientali (in arabo: معهد الدراسات الشرقية للآباء الدومنكيين – ‘’Ma'Had Ad-Dirāsāt Aš-Šarqiyya Li-L-ābā' ad-dūmnikin’’), abbreviato come IDEO, è un centro di ricerca sulla civiltà araba musulmana Muyyīn. Fondato nel 1953, ha sede al Cairo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1937 su iniziativa del cardinale Tisserant, allora segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, la Santa Sede chiese all’Ordine domenicano di creare un istituto dedicato allo studio dell'Islam.[1] Tre giovani frati domenicani, Georges Chehata Anawati, Serge de Beaurecueil e Jacques Jomier, costituirono il gruppo di lavoro che avrebbe dovuto fondare l’istituto non appena la situazione internazionale si fosse calmata. L’Egitto apparve la sede èiù idonea a motivo dell’innegabile influenza culturale di questo paese e del prestigio che rivestiva nel mondo arabo l'Università al-Azhar, il principale punto di riferimento del mondo sunnita. Fu così che il convento domenicano dell'Abbassiah, fondato nel 1928 da Antonin Jaussen, divenne la sede dell'IDEO.
L'IDEO oggi
[modifica | modifica wikitesto]Centro di ricerca
[modifica | modifica wikitesto]L'IDEO è un centro di ricerca che si occupa soprattutto dello studio dei testi originali dei primi dieci secoli dell'Islam. Molti dei membri dell'istituto insegnano in università estere e tutti pubblicano su riviste scientifiche. Contribuiscono anche alla rivista dell'istituto, MIDÉO[2] (Miscele dell'Istituto domenicano di studi orientali), fondata nel 1953 da padre Georges Anawati, la quale in ogni numero riporta una lista di nuove opere, integrata da un bollettino critico delle edizioni dei testi in arabo. Tale rassegna fu diretta in ordine da Georges Anawati, Régis Morelon, Emilio Platti, e, dal 2016, da Emmanuel Pisani.
La biblioteca
[modifica | modifica wikitesto]La biblioteca dell’IDEO contiene più di 150.000 volumi[3] e riviste a biblioteca che coprono tutte le discipline dell’islamistica: lingua araba, Corano, esegesi, teologia , diritto e giurisprudenza, storia, filosofia, sufismo, scienze, ecc. Un nuovo edificio, inaugurato nel 2002, oggi ospita le sale di lettura, gli scaffali, oltre agli uffici dei dipendenti. Questi ultimi sviluppano un catalogo di opere utilizzando una suite software specializzata nell'elaborazione di fonti arabe e sviluppata dall'IDEO. Nel corso degli anni, l’IDEO ha acquisito una reputazione internazionale.[4] Il catalogo online[5] fornisce informazioni bibliografiche secondo il modello Functional Requirements for Bibliographic Records e in conformità allo standard internazionale Resource Description and Access.
L'IDEO ha inoltre partecipato alla creazione e all'arricchimento di Bibliothèques d'Orient, una biblioteca digitale internazionale contenente documenti che testimoniano le relazioni storiche tra la Francia e i paesi del Medio Oriente.[6]
Dialogo interreligioso e iniziazione all'Islam
[modifica | modifica wikitesto]L’IDEO svolge anche un ruolo di interlocutore nel campo del dialogo interreligioso. In Egitto, l'Istituto organizza ogni anno seminari estivi di iniziazione all'Islam rivolti ai giovani domenicani. Mantiene relazioni con le altre autorità religiose del Cairo e del Medio Oriente, tra cui l'Università al-Azhar e la Chiesa copta. I suoi membri tengono conferenze e organizzano seminari in Europa e in tutto il mondo (Francia, Belgio, Indonesia, Brasile, ecc.).
Direttori
[modifica | modifica wikitesto]- 1953-1984: Georges Anawati
- 1984-2008: Regis Morelon
- 2009-2014: Jean Jacques Perennes
- 2014-2020: Jean Druel[7]
- dal 2020: Emmanuel Pisani.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Croix, 7 giugno 2013
- ^ MIDEO, su ideo-cairo.org.
- ^ Hugues Lefèvre, L'oasis intellectuelle des Dominicains du Caire, in Famille chrétienne, n. 2092, 17 febbraio 2018.
- ^ Libération, 8/10/14
- ^ Catalogo online, su alkindi.ideo-cairo.org.
- ^ Partenaires historiques [collegamento interrotto], su heritage.bnf.fr.
- ^ Le P. Jean Druel, nouveau directeur de l’Institut dominicain d’études orientales, su la-croix.com, 6 ottobre 2014. URL consultato il 24 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Régis Morelon, L’Idéo du Caire et ses intuitions fondatrices sur la relation à l’islam, in Mémoire dominicaine n. 15, 2002, p. 137-216 (versione online)
- [Dominique Avon, Les Frères prêcheurs en Orient : Les Dominicains du Caire, années 1910 – années 1960, Cerf/Histoire, 2005 Stralci online, Recensione di Constant Hamès.
- Jean-Jacques Pérennès, Georges Anawati (1905-1994) : Un chrétien égyptien devant le mystère de l'islam, Cerf, 2008.
- Emmanuel Pisani, Le dialogue islamo-chretien à l'épreuve, Parigi, L’Harmattan, 2014.
- (FR) Bernadette Sauvaget, L’Institut dominicain du Caire, passeurs d’islam, su liberation.fr, 8 ottobre 2014.
- (FR) Anne-Bénédicte Hoffner, Sur les pas des pionniers du dialogue islamo-chrétien, su La Croix, 13 novembre 2014.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto Domenicano di Studi Orientali
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR, AR) Sito dell’IDEO, su ideo-cairo.org.
- (FR, AR) Catalogo della biblioteca, su alkindi.ideo-cairo.org.
- (FR) Gli amici del’IDEO, su amis-ideo.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 169026264 · ISNI (EN) 0000 0001 2326 2466 · BAV 494/10967 · LCCN (EN) n82115600 · GND (DE) 38858-0 · BNF (FR) cb11876659w (data) · J9U (EN, HE) 987007580105205171 |
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