Impero achemenide
Impero achemenide 𐎧𐏁𐏂 Xšāça (persiano antico) "L'impero" | |
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L'Impero achemenide al suo apogeo, sotto Dario I (522-486 a.C.) | |
Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Hakhâmaneshiyân |
Lingue ufficiali | persiano antico |
Lingue parlate | accadico,[1] elamico (epigrafiche), aramaico (documentaria), medio, lidio, licio, greco antico,[2] sumero (letteratura) |
Capitale | |
Dipendenze | Ionia, Cipro, Regno di Macedonia, Regno del Bosforo |
Politica | |
Forma di Stato | Impero |
Forma di governo | Monarchia assoluta |
Xšayāθiya Xšayāθiyānām (Re dei re) | vedi elenco |
Organi deliberativi | Consiglio dei magi |
Nascita | 550 a.C. con Ciro II di Persia |
Causa | Conquista dell'Impero dei Medi |
Fine | 331 a.C. con Dario III |
Causa | Conquista della Persia da parte di Alessandro Magno |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Europa sudorientale, Medio Oriente, Africa settentrionale, Asia centrale, Asia meridionale |
Territorio originale | Persia |
Massima estensione | 5500000 km²[4][5][6] nel 500 a.C. |
Popolazione | dai 35 agli 80 milioni[7] nel 480 a.C. |
Suddivisione | Satrapie achemenidi |
Economia | |
Valuta | Darico d'oro |
Risorse | grano, carne, cereali, pesce, orzo, pietre preziose, spezie |
Produzioni | derrate alimentari, armi, gioielli e monili, beni di lusso, incenso, tessuti, cordame per navi, forniture navali |
Commerci con | Grecia, regni indiani, Cina |
Esportazioni | gioielli e monili, beni di lusso, tessuti, spezie |
Importazioni | spezie, vino, olio d'oliva, beni di lusso, gioielli |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Mazdeismo |
Religione di Stato | Mazdeismo |
Religioni minoritarie | religione babilonese e religione greca, ebraismo,[8] |
Classi sociali | satrapi, proprietari terrieri, guerrieri, commercianti, artigiani, contadini, servi |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Impero dei Medi |
Succeduto da | Impero macedone |
Ora parte di | Afghanistan Arabia Saudita Armenia Azerbaigian Bulgaria Cipro Cipro del Nord Egitto Emirati Arabi Uniti Georgia Giordania Grecia Iran Iraq Israele Kazakistan Kuwait Libano Pakistan Palestina Siria Tagikistan Turchia Turkmenistan Ucraina Uzbekistan Russia |
L'Impero achemenide (in persiano Haχāmanišiyā; in greco antico: Ἀχαιμενίδαι?; in persiano antico 𐎧𐏁𐏂, traslitterato Xšāça cioè "L'impero"[9]), detto anche primo impero persiano[3][10] per distinguerlo dal secondo impero persiano guidato dai Sasanidi, fu un'entità politica comprendente l'attuale Persia e numerosi altri domini, fondata nel 550 a.C. da Ciro II di Persia. Per le sue conquiste l'Impero achemenide fu il secondo più esteso della storia antica dopo l'impero nomade degli Xiongnu;[11][12] sul finire del VI secolo a.C. arrivò a comprendere: a est la valle dell'Indo, a nord la parte meridionale del lago d'Aral, del Mar Caspio e del Mar Nero fino alla Crimea, a ovest l'Europa sudorientale e la Libia, a sud l'Egitto, la Mesopotamia e la costa del Golfo Persico e del Mar Arabico.
Al suo apice l'impero governava sul 44 - 52% della popolazione mondiale, la più alta percentuale mai raggiunta da nessun altro impero o Stato in tutta la storia mondiale (le esatte cifre sono però dibattute e molto incerte). Questo fu possibile perché fino al IV secolo a.C. la maggior parte degli abitanti del mondo era concentrata proprio tra Persia ed Egitto; alcuni storici portano la stima addirittura al 71%, ma questo dato è ritenuto eccessivo.[12][13][14] Per il fatto di governare circa metà della popolazione mondiale, nonché per la sua estensione che comprendeva la maggior parte del mondo conosciuto, l'Impero achemenide è spesso considerato quello che arrivò più vicino al dominio del mondo nel corso della storia (parametrizzato alla sua epoca e ai mezzi disponibili).[15][16] Fu inoltre il primo stato a definirsi con un termine traducibile con "impero", appunto Xšāça.[17]
Tutto l'impero era saldamente controllato dal Gran Re, cui sottostavano i satrapi, e collegato in ogni punto grazie a un efficiente sistema di strade e di posta, velocizzata dagli spostamenti a cavallo e dalla presenza di stazioni di sosta. Il Gran Re era venerato come un Dio Re a tutti gli effetti e si proclamava "Re di tutte le terre", "Re del Mondo", "Re dei Quattro Angoli della Terra" e "Re dell'universo", titoli già usati da sovrani precedenti in aggiunta al più classico "Re dei re".[18]
L'impero persiano entrò in una grave crisi nel IV secolo a.C., crollando nel 332 a.C. in seguito alla battaglia di Gaugamela e alla vittoria dei Macedoni guidati da Alessandro Magno. La quasi totalità dei territori imperiali passó ad Alessandro. Il condottiero macedone però mantenne la cultura e lo stile di governo (dimostrando un gran sincretismo e rispetto) dell'impero fino al 323 a.C., l'anno della sua morte.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]Fra i numerosi popoli dominati dai Medi, i Persiani erano quelli a loro più affini: come quelli erano divisi in numerose tribù, molte delle quali erano nomadi, mentre altre si erano stabilite in zone fertili e praticavano l'agricoltura.
Durante le guerre di Fraorte contro gli Assiri, i Persiani fornirono al sovrano medo reparti di cavalleria e fanteria astata, ma in seguito riuscirono a rendersi indipendenti dai Medi. È a questo periodo che la leggenda fa risalire le origini della dinastia achemenide, fondata dal mitico Achemene. Suo figlio, Teispe, fu il primo ad assumere il titolo di "re di Ansan e di Persia"; a lui succedettero i due figli: Ciro I su Ansan, ed Ariamne sulla Persia, che furono seguiti dai loro rispettivi figli, Cambise I e Arsame.
Quando Ciassare sconfisse definitivamente gli Assiri, i re persiani tornarono a sottomettersi al sovrano della Media pur assumendo il titolo di "Gran Re".
Da Ciro il Grande a Serse I
[modifica | modifica wikitesto]Salito al trono dei "Gran Re" nel 559 a.C., Ciro II riuscì subito a unire le tribù persiane sotto la propria egemonia. Approfittando della debolezza di Astiage, si ribellò e, alleatosi con il re babilonese Nabonedo, sconfisse il sovrano medo, tradito dal suo stesso esercito che lo consegnò nelle mani di Ciro, il quale poté così marciare su Ecbatana e conquistarla.
Le affinità tra i Medi e i Persiani consentirono ai due popoli di fondersi, al punto tale che nel mondo antico venivano chiamati entrambi con il nome dei primi.
Ciro proseguì l'espansione conquistando prima l'Asia Minore e la Lidia e poi il regno di Babilonia, e si spinse fino in Asia Centrale dove morì in battaglia, prima di potere conquistare l'Egitto (ci riuscirà invece Cambise II).
Per tentare di conquistare Cartagine Cambise II, succeduto al padre, si impadronì delle vie di comunicazione terrestri africane attraverso l'oasi di Siwa, arrivando fino alla Libia. Non riuscì però a portare a termine l'impresa perché i Fenici si rifiutarono di fornire le navi contro quella che era una loro antica colonia.
Dopo la morte di Cambise II iniziò un periodo di intrighi e ribellioni che si concluse con la salita al trono nel 522 a.C. di Dario I. Fu proprio Dario, appartenente a un ramo collaterale della dinastia achemenide, a citare per primo la leggenda di Achemene, nel tentativo di legittimare il proprio potere, dicendosi discendente da Ariamne. Dario I conquistò la Tracia, il Caucaso e la valle dell'Indo e attaccò la Grecia, dove però fu sconfitto da un'alleanza di città greche indipendenti a Maratona. Si dedicò quindi a consolidare le conquiste, per consegnare un impero forte e organizzato nel 485 a.C. al figlio Serse I.
Anche Serse I cercò di annettere la Grecia peninsulare: riuscì a passare alle Termopili e a saccheggiare Atene, ma fu sconfitto a Salamina e a Platea e costretto a ritirarsi in Asia Minore. Con Serse I si conclude il periodo di grandezza della dinastia achemenide.
Il declino
[modifica | modifica wikitesto]A Serse I, morto nel 465 a.C., seguì una serie di re che dovettero districarsi tra complotti politici interni, lotte per il potere, rivolte e l'eterno conflitto con la Grecia finché l'ultimo di essi, Dario III (336 a.C.-330 a.C.), fu sconfitto da Alessandro Magno, che si impadronì dei domini persiani occidentali. La porzione orientale (4,5 milioni di km²) dell’impero fu divisa tra signori locali, satrapi e comandanti militari, e diede origine a diversi imperi nei secoli seguenti.
Un grande impero organizzato
[modifica | modifica wikitesto]La prima organizzazione dell'impero fatta da Ciro II prevedeva ampie concessioni alle autonomie locali e la centralità del potere regio come espressione della volontà divina, centralità rafforzata da un cerimoniale di corte che obbligava ad atti di sottomissione come la proskýnesis, l'inchino cerimoniale.
Dario I attenuò il decentramento amministrativo, poiché l'estensione e l'eterogeneità dell'impero esigevano un forte potere centrale capace di coordinare l'attività politica e di fare rispettare la propria volontà.
L'impero fu suddiviso in unità amministrative denominate satrapie, ed a capo di ognuna fu posto un satrapo, spesso legato alla famiglia regnante. I satrapi, oltre a riscuotere i tributi e ad amministrare la giustizia, si occupavano del reclutamento militare, ma non comandavano le truppe che erano affidate a generali di fiducia dello shah (re).
Il numero esatto delle satrapie e la loro estensione variò nel tempo. Questa la lista desumibile dalle iscrizioni di Bisotun[19] (databili intorno al 520 a.C., durante il regno di Dario I):
- Perside [Pârsaa]
- Elam [Ûvja]
- Babilonia [Bâbiruš]
- Assiria [Athurâ]
- Arabia [Arabâya]
- Egitto [Mudrâya]
- le "terre vicino al mare" [Tyaiy Drayahyâ] (probabilmente la regione del Levante)
- Lidia [Sparda]
- Ionia [Yauna]
- Media [Mâda]
- Armenia [Armina]
- Cappadocia [Katpatuka]
- Partia [Parthava]
- Drangiana o Gedrosia [Zraka]
- Aria [Haraiva]
- Corasmia [Uvârazmîy]
- Battria [Bâxtriš]
- Sogdiana [Suguda]
- Gandara [Gadâra]
- Scizia [Saka]
- Sattagidia [Thataguš]
- Aracosia [Harauvatiš]
- Maka [Maka]
Altre:
- Ircania [Varcana]
- Carmania [Karmana]
- Cilicia [Kirakuya]
- Indo [Indus], Taxila
- Tracia [Skudra]
- Sacia Amirgia [Saka Haumavarka]
Una lista diversa è fornita da Erodoto nelle Storie (circa 440 a.C.)[20] anche se essa riguarda piuttosto i distretti fiscali, che non necessariamente corrispondevano con le unità amministrative:
- Ionia (Yauna): Efeso
- Lidia (Sparda): Sardi
- Cappadocia e Frigia (Katpatuka)
- Cilicia
- Siria e Cipro
- Egitto (Mudraya): Menfi
- Susiana (Anzan): Susa
- Assiria e Babilonia (Athura): Babilonia
- Media (Mada): Ecbatana
- Caspio e Albania
- Battriana (Bakhtris): Bactra
- Armenia (Armina)
- Carmania (Caramania) e Sagartia (Asagarta):
- Saci Amirgi e Himalaya (Saka Haumavarka)
- Gandara
- Sogdiana (Suguda): Samarcanda (Marakanda)
- Margiana (Margus): Merv
- Gedrosia
- Arbela e Carduchi
- India (Hindush)
Stati vassalli e popoli tributari:
Fu inoltre adottata una lingua ufficiale comune per l'amministrazione statale, l'aramaico[21], e furono rafforzate le vie di comunicazione con la costruzione di diverse "strade regie", tra cui la Via Reale, che collegava Susa con Sardi, o la grande strada del Khorasan, che collegava le città di Ecbatana e Bactra[22].
La religione e l'arte
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal VI secolo a.C. tra la popolazione della Persia si diffuse lo Zoroastrismo, il quale ebbe grande fortuna dopo la conversione di Dario I e di sua moglie. I sovrani achemenidi erano devoti ad Ahura Mazdā, il dio supremo, ma a questa religione ufficiale si aggiungevano (o opponevano) diverse religioni popolari, come quella legata alle pratiche misteriche della tribù dei Magi. Molte delle caratteristiche dello Zoroastrismo (la tendenza monoteistica, la netta separazione del Bene e del Male, l'attesa di una apocalisse) si trovano anche nell'Ebraismo, e, di conseguenza, nel Cristianesimo e nell'Islam.
La commistione di elementi di origine diversa tipica della religione si verificò anche nelle arti, dove ritroviamo elementi elamici, babilonesi, ittiti, ed assiri nella comune esaltazione del palazzo, arricchito dalla figura degli animali guardiani e dalla rappresentazione del "corteo dei tributari"; dagli egizi derivarono le sale regali, già presenti con le stesse caratteristiche nel tempio egizio; dalle regioni greche derivò la colonna, usata in Persia sia per gli interni sia per i portici esterni; dai proto-iranici derivarono altri tratti artistici, come la grande terrazza in pietra.
L'arte risentì della nuova atmosfera politica, spirituale e materiale, che mettendo da parte la crudeltà assira che aveva dominato l'Oriente per almeno tre secoli, la sostituì con un maggior spirito di tolleranza e clemenza che lasciava una certa libertà alle culture locali. Il sovrano invitò artisti da ogni parte dell'impero per realizzare opere importanti e questa fu un'altra ragione del carattere composito dell'arte.[23] L'arte achemenide perse alcune forme e scene crudeli di guerra e di massacro di belve tipiche dell'arte assira.
Al tempo di Ciro II l'arte composita risulta visibile soprattutto nell'architettura, con la costruzione di mura di mattoni decorati con smalti e incrostazioni preziose, di colonnati fatti di tronchi di alberi rari e con la grande varietà di materiali usati nei rivestimenti e nelle decorazioni. Tra le innovazioni principali vi fu l'uso della pietra che, se non sostituì i mattoni mesopotamici per la costruzione dei muri costituì un fondamentale scheletro dell'edificio. Uno dei tratti ricorrenti dell'arte fu il gusto dell'animale come elemento decorativo. La città regale possedeva almeno tre edifici importanti: il maestoso ingresso a sala arricchita da colonne caratterizzate da porte figurate da animali di guardia, la sala per le udienze, il palazzo dei banchetti del re. Oltre alla costruzione di monumentali palazzi e alla loro decorazione, la terza attività artistica fiorente fu la lavorazione dei metalli, a sbalzo e cesello, con ornamenti di figure di animali o pietre; dalle coppe d'oro alle spade di bronzo, dagli orecchini agli anelli, erano estremamente variegati i tesori e le ricchezze del Gran Re. I successori di Ciro II costruirono, alla maniera egizia, palazzi con grandi sale per le udienze, decorati con infinite serie di animali e di uomini che dovevano testimoniare la potenza e la grandezza del "re dei re".[24]
Esercito
[modifica | modifica wikitesto]Ciro il Grande riuscì a creare un enorme impero multi-etnico, imponendo in ogni territorio il governo di una persona fidata, il satrapo. Ogni satrapia doveva consegnare al Gran Re una tassa, variabile in base alla ricchezza della regione.[25] La gestione di un così vasto impero necessitava di soldati di professione per mantenere la pace, sedando ogni tentativo di ribellione, e per proteggere i confini.[26]
Composizione militare
[modifica | modifica wikitesto]I soldati dell'esercito persiano erano di diverse etnie:[27][28] Persiani,[29] Macedoni, Traci, Peoni, Medi, Achei, Cissiani, Ircani,[30] Assiri, Caldei,[31] Battriani, Saci,[32] Ariani, Parti, Caucasici dell'Albània,[33] Corasmi, Sogdiani, Gandari, Dadici,[34] Caspiani, Sarangi, Pacti,[35] Utiani, Miciani, Fenici con i "Siriani della Palestina" (come i Giudei), Egizi,[36] Ciprioti,[37] Cilici, Pamfili, Lici, Dori dell'Asia, Cari, Ioni, Egei delle isole, Eoli, Greci dal Ponto, Paricani,[38] Arabi, Etiopi,[39] Etiopi del Sistan e del Belucistan,[40] Libici,[41] Paflagoni, Ligi, Matieni, Mariandini, Cappadoci,[42] Frigi, Armeni,[43] Lidi, Misi,[44] Lasoni, Milii,[45] Moschi, Tibareni, Macroni, Mossineci,[46] Mari, Colchidesi, Alarodiani, Saspiriani,[47] isolani del mar Rosso,[48] Sagartiani,[49] Indiani,[50] Libici, Eordi, Bottiei, Chalcidesi, Brigi, Pieri, Perrabi, Enieni, Dolopi e Magnesii.
Le tombe
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni re persiani si fecero costruire una tomba. Naqsh-e Rustam è un'antica necropoli situata a circa 12 km a nord-ovest di Persepoli: quattro re della dinastia achemenide (Dario I, Serse I, Artaserse I e Dario II) fecero scavare le loro tombe in questo luogo. Altri re persiani fecero costruire le tombe in differenti luoghi: Artaserse II ed Artaserse III preferirono scavare le loro tombe, i cui resti sono tutt'oggi visibili, nei pressi di Persepoli. La tomba di Ciro II di Persia fu costruita a Pasargadae (oggi Patrimonio dell'umanità).[51]
Lista dei re achemenidi
[modifica | modifica wikitesto]Non attestati
[modifica | modifica wikitesto]I personaggi sotto rappresentati non furono re dell'impero achemenide, che verrà fondata più tardi da Ciro il Grande, ma satrapi del nuovo impero assiro e dei Medi.
Nome | Immagine | Commenti | Date |
---|---|---|---|
Achemene | Primo re del regno di Persia | 705 a.C. | |
Teispe di Ansan | Figlio di Achemene | 640 a.C. | |
Ciro I | Figlio di Teispe | 580 a.C. | |
Cambise I | Figlio di Ciro I e padre di Ciro II | 550 a.C. |
Attestati
[modifica | modifica wikitesto]Le fonti attestano tredici grandi re durante i duecento anni di esistenza dell'impero. Il regno più lungo fu quello di Artaserse II, durato 47 anni. La titolatura completa dei sovrani achemenidi furono: Re dei re, Re di Persia, Re delle Nazioni, Re di Babilonia, Re dei Sumeri, Re di Media, Re degli Akkadi, Re di Anshan, Re dei quattro angoli del mondo. Vari re avevano deciso di aggiungere e rimuovere alcuni titoli (per esempio il titolo "Re di Babilonia")
Nome | Immagine | Commenti | Date |
---|---|---|---|
Ciro II il Grande | Fondatore dell'impero avente i seguenti titoli: Gran re, re dei re, re di Persia, re di Anshan, re di Media, re di Babilonia, re dei Sumeri e degli Akkadi, re dei Quattro Angoli del Mondo | 560–530 a.C. | |
Cambise II | Re dei re
Gran re Re di Persia Re di Babilonia Faraone d'Egitto |
530–522 a.C. | |
Smerdi | 522 a.C. | ||
Dario I | Re dei re (Gran re), Re di Persia, Re di Babilonia, Faraone d'Egitto | 522–486 a.C. | |
Serse I | Re di Persia e Media
Gran re Re delle nazioni |
486–465 a.C. | |
Artaserse I | Re dei re
Gran Re Re di Persia Faraone d'Egitto |
465–424 a.C. | |
Serse II | Re dei re (Gran Re) di Persia | 424 a.C. (45 giorni) | |
Sogdiano | Re dei re (Gran Re) di Persia | 424–423 a.C. | |
Dario II | Re dei re (Gran Re) di Persia | 423–405 a.C. | |
Artaserse II | Re dei re (Gran Re) di Persia | 404-358 a.C. | |
Artaserse III | Re dei re (Gran Re) di Persia | 358–338 a.C. | |
Artaserse IV | Re dei re (Gran Re) di Persia | 338–336 a.C. | |
Dario III | Re dei re (Gran Re) di Persia | 336–330 a.C. |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Harald Kittel, Juliane House, Brigitte Schultze, Juliane House e Brigitte Schultze, Traduction: encyclopédie internationale de la recherche sur la traduction, Walter de Gruyter, 2007, pp. 1194–5, ISBN 978-3-11-017145-7.
- ^ Greek and Iranian, E. Tucker, A History of Ancient Greek: From the Beginnings to Late Antiquity, ed. Anastasios-Phoivos Christidēs, Maria Arapopoulou, Maria Chritē, (Cambridge University Press, 2001), 780.
- ^ a b (EN) Ehsan Yarshater, The Cambridge History of Iran, Volume III, Cambridge University Press, 1993, p. 482, ISBN 978-0-521-20092-9.
- ^ Peter Turchin, Jonathan M. Adams e Thomas D Hall, East-West Orientation of Historical Empires, in Journal of World-systems Research, vol. 12, n. 2, dicembre 2006, p. 223, ISSN 1076-156X . URL consultato il 12 settembre 2016.
- ^ Rein Taagepera, Size and Duration of Empires: Growth-Decline Curves, 600 B.C. to 600 A.D, in Social Science History, vol. 3, n. 3/4, 1979, p. 121, DOI:10.2307/1170959, JSTOR 1170959.
- ^ Jesse H. Ausubel e Cesare Marchetti, East-West Orientation of Historical Empires (PDF), in International Journal of Anthropology, 2012, p. 14. URL consultato il 15 ottobre 2020.
- ^ Prevas (2009, p. 14) stima 10 milioni; Strauss (2004, p. 37) circa 20 come Ward (2009, p. 16). Scheidel (2009, p. 99) ne stima 35 milioni; Daniel (2001, p. 41) 50 come Meyer e Andreades (2004, p. 58). Jones (2004, p. 8) ne stima oltre 50 milioni; e Richard (2008, p. 34) quasi 70. Hanson (2001, p. 32) 75 milioni e infine Cowley (1999 e 2001, p. 17) 80 milioni.
- ^ (EN) T. Boiy, Late Achaemenid and Hellenistic Babylon, Peeters Publishers, 2004, p. 101, ISBN 978-90-429-1449-0.
- ^ (EN) The Oxford Handbook of Iranian History, Oxford University Press, 16 febbraio 2012, DOI:10.1093/oxfordhb/9780199732159.001.0001/oxfordhb-9780199732159, ISBN 978-0-19-994088-2. URL consultato il 2 marzo 2019.
- ^ La civiltà cattolica, pag. 404
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- ^ Achemènidi - Sapere.it, su sapere.it. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ (EN) Sean Manning, The Population of the Achaemenid Empire, su Book and Sword, 8 novembre 2014. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ The Achaemenid Empire of Persia, su explorethemed.com. URL consultato il 10 dicembre 2019.
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- ^ Behistun Inscription, su worldhistory.org. URL consultato il 19 settembre 2021.
- ^ Erodoto, Storie, 3.89-97
- ^ Josef Wiesehöfer, Ancient Persia, I.B. Tauris, 2001, ISBN 978-1-86064-675-1.
- ^ (EN) Pierre Briant, From Cyrus to Alexander: A History of the Persian Empire, Eisenbrauns, January 2002, p. 358, ISBN 978-1-57506-120-7.
- ^ "Le muse", De Agostini, Novara, 1964, vol. I, pp. 29-30.
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- ^ (EN) Pierre Briant, From Cyrus to Alexander: A History of the Persian Empire, Eisenbrauns, 2006, p. 261, ISBN 978-1-57506-120-7.
- ^ Tutte le popolazioni elencate (con eccezione per gli albanesi caucasici) presero parte alla seconda guerra persiana.
- ^ Erodoto, VII, 59.
- ^ Erodoto, VII, 84.
- ^ Erodoto, VII, 62.
- ^ Erodoto, VII, 63.
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- ^ Chaumont, M. L. Albania Archiviato il 10 marzo 2007 in Internet Archive.. "Encyclopaedia Iranica.
- ^ Erodoto, VII, 66.
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- ^ Erodoto, VII, 89
- ^ Erodoto, VII 90.
- ^ Erodoto, VII, 68.
- ^ Erodoto, VII, 69.
- ^ Erodoto, VII, 70.
- ^ Erodoto, VII, 71.
- ^ Erodoto, VII, 72.
- ^ Erodoto, VII, 73.
- ^ Erodoto,VII, 74.
- ^ Erodoto, VII, 77.
- ^ Erodoto, VII, 78.
- ^ Erodoto, VII, 79.
- ^ Erodoto, VII, 80.
- ^ Erodoto, VII, 85.
- ^ Erodoto,VII, 65.
- ^ (EN) The Royal Tombs and Other Monuments, su Copia archiviata, oi.uchicago.edu. URL consultato l'8 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Impero achemenide, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Amélie Kuhrt, The Persian Empire. A Corpus of Sources from the Achaemenid Period, New York, Routledge, 2007.
- J.M. Roberts, Storia completa del mondo, Piemme, 1998, pp. 120–123.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Dinastia achemenide
- XXVII dinastia egizia
- Persia
- Iran
- Altare del fuoco achemenide
- Tassazione achemenide
Altri progetti
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