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I Wandered Lonely as a Cloud

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I Wandered Lonely as a Cloud
Titolo originaleI Wandered Lonely as a Cloud
Altri titoliThe Daffodils
Manoscritto autografo della poesia
AutoreWilliam Wordsworth
1ª ed. originale1807
Generepoesia
Lingua originaleinglese

I Wandered Lonely as a Cloud (Vagavo solitario come una nuvola), anche conosciuta come The Daffodils (Le giunchiglie o I narcisi[1]), è una poesia del poeta romantico inglese William Wordsworth, scritta nel 1804 e pubblicata per la prima volta nel 1807 nella raccolta Poems in Two Volumes.

Originale (in lingua inglese) Traduzione
I wandered lonely as a cloud
that floats on high o'er vales and hills,
when all at once I saw a crowd,
a host, of golden daffodils;
beside the lake, beneath the trees,
fluttering and dancing in the breeze.
Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.
The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company.
I gazed - and gazed - but little thought
What wealth the show to me had brought:
For oft, when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.
Vagavo solitario come una nuvola
che fluttua in alto sopra valli e colline,
quando all'improvviso vidi una folla,
un mare, di giunchiglie dorate;
vicino al lago, sotto gli alberi,
tremolanti e danzanti nella brezza.
Intermittenti come stelle che brillano
e luccicano nella Via Lattea,
si estendevano in una linea infinita
lungo il margine della baia:
con uno sguardo ne vidi diecimila,
che scuotevano il capo danzando briose.
Le onde accanto a loro danzavano; ma esse
superavano in gioia le luccicanti onde:
un poeta non poteva che esser felice,
in una tale compagnia gioiosa.
Osservavo - e osservavo - ma non pensavo
a quanto benessere un tale spettacolo mi avesse donato:
poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
in uno stato d'animo ozioso o pensieroso,
esse appaiono davanti a quell'occhio interiore
che è la beatitudine della solitudine;
e allora il mio cuore si riempie di piacere,
e danza con le giunchiglie.

È la sorella di William Wordsworth, Dorothy, a descriverci le circostanze che hanno portato alla stesura di Daffodils, da ricondurre precisamente a un'esperienza autobiografica: si tratta di una passeggiata effettuata dai due nel 1804 nei pressi di Glencoyne Bay, nel Lake District, in un campo ricco di giunchiglie:[2][3]

J. M. W. Turner, Ullswater from Gobarrow Park (1819); acquerello, 28 × 41.3 cm, Whitworth Art Gallery
(EN)

«When we were in the woods beyond Gowbarrow Park we saw a few daffodils close to the water side, we fancied that the lake had floated the seed ashore & that the little colony had so sprung up – But as we went along there were more & yet more & at last under the boughs of the trees, we saw that there was a long belt of them along the shore, about the breadth of a country turnpike road. I never saw daffodils so beautiful they grew among the mossy stones about and about them, some rested their heads upon these stones as on a pillow for weariness & the rest tossed and reeled and danced & seemed as if they verily laughed with the wind that blew upon them over the Lake, they looked so gay ever dancing ever changing. This wind blew directly over the lake to them. There was here & there a little knot & a few stragglers a few yards higher up but they were so few as not to disturb the simplicity & unity & life of that one busy highway – We rested again & again»

(IT)

«Arrivati nei boschi oltre Gowbarrow Park, abbiamo visto qualche giunchiglia sulla riva e abbiamo immaginato che la piccola colonia fosse nata dai semi che il lago aveva portato sulla spiaggia. Ma proseguendo ne abbiamo viste sempre di più e alla fine sotto i rami degli alberi ne abbiamo notato una lunga striscia, larga più o meno quanto una strada di campagna, che costeggiava la spiaggia. Non ho mai visto giunchiglie tanto belle: crescevano tra le pietre muschiose e tutt'intorno, certe poggiavano le corolle sulle pietre come per riposare su un cuscino, il resto si agitava ondeggiava danzava e pareva ridere sotto il vento che soffiava dal lago. Sembravano così allegre, sempre mutevoli sempre sfuggenti. Il vento soffiava dritto su di loro dal lago. Qua e là si notava un viluppo e più in alto qualche pollone, ma erano così radi che non disturbavano affatto la semplicità, l'armonia e la vitalità di quella strada movimentata. Ci siamo fermati spesso.»

Incantato dalla solarità delle giunchiglie, Wordsworth tornato nella propria dimora a Grasmere vi dedicò un poema, terminato nel 1804 e poi pubblicato nel 1807 nella raccolta Poems in two volumes, in una sezione denominata Moods of my Mind appositamente creata per riunire i componimenti ritenuti più suggestivi e coinvolgenti.

Il primo getto di I Wandered Lonely as a Cloud, infine, fu totalmente revisionato da Wordsworth nel 1815, che sistemando e trascrivendo nuovamente la poesia diede vita alla redazione poi destinata a prevalere e a diventare definitiva. Nella versione finale troviamo «golden» al posto di «dancing», «beside» al posto di «along», «fluttering and» al posto di «ten thousand», «jocund» al posto di «laughing», e si riscontra inoltre l'inserimento di una nuova strofa tra la prima e la seconda; la quarta strofa, invece, è rimasta invariata.[5]

Vincent van Gogh, Sottobosco con due figure (1890); olio su tela, 50×100.5 cm, Cincinnati Art Museum

Contenutistica

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I Wandered Lonely as a Cloud si compone di ventiquattro versi, tutti tetrametri giambici, ripartiti in quattro sestine; lo schema di rime del poema è ABABCC.

Diversi sono i temi affrontati nel componimento. Il testo, infatti, è distinto da una delicata osservazione della Natura, che viene presentata da Wordsworth in tre modi distinti. La Natura, innanzitutto, per il poeta è forza vitale, tanto che gli esseri umani comunicano con essa nel senso letterale del termine; Wordsworth, in questo modo, identifica la Natura in un'unica sostanza divina, alimentando così una mistica panteistica squisitamente romantica poi drasticamente respinta essendo in contraddizione con la dottrina cristiana. Notevole, inoltre, il contrasto tra la Natura e l'ambiente urbano: il campo di giunchiglie di Glencoyne Bay, con la sua quiete idilliaca che stimola nell'uomo il piacere e la creazione poetica, è infatti contrapposto alla confusione e ai turbamenti della città. Non a caso, i veri protagonisti di I Wandered Lonely as a Cloud non sono né gli uomini, né Wordsworth stesso, bensì gli elementi naturali, con le giunchiglie e le nuvole che quasi competendo tra di loro per vedere chi offra più gioia («out-did»; v. 14) assumono un ruolo di preminenza. La Natura, infine, è presentata come fonte d'ispirazione per l'uomo, siccome secondo Wordsworth tra l'una e l'altro intercorre un legame di intima correlazione; gli esseri umani, in questo modo, non sono estranei all'idillio naturale, bensì ne fanno intrinsecamente parte, potendo così scoprire i propri valori morali e spirituali.[6]

Giunchiglia

L'intera composizione, inoltre, è vivificata da una profonda sensazione di gioia e serenità; sono questi infatti i sentimenti provati da Wordsworth, privilegiato nella sua solitudine e nella compagnia intima con gli elementi naturali, e dalla Natura stessa, simboleggiata dalla distesa di giunchiglie. Il lessico complessivo del poema, infatti, ricorre a termini che denotano piacere e allegria: è in questo modo che le giunchiglie si tingono di una piacevole tonalità dorata e si agitano e danzano nel vento, procurando una compagnia talmente festevole da riempire il cuore di Wordsworth di un’interiore letizia e serenità. Gli elementi naturali non sono affatto statici, bensì straordinariamente vivi: le nuvole vagabondano alte nel cielo, e i fiori danzano briosi muovendo la testa; come già accennato, questa visione rende gioioso Wordsworth, che però riconosce questo sentimento non subito, bensì a posteriori, durante il momento del ricordo delle giunchiglie. La vitalità delle giunchiglie è tale da assumere il ruolo, intrinsecamente umano, di una massa festante e danzante, mentre l'io lirico di Wordsworth si riconosce invece in un elemento naturale, precisamente in una nuvola errabonda, attuando così un vero e proprio scambio tra l'uomo e la Natura.[6]

Benjamin Haydon, Ritratto di William Wordsworth (1842); olio su tela, 124 × 99 cm, National Portrait Gallery, Londra

In questa poesia, infine, Wordsworth utilizza un lessico semplice, democratico e quindi accessibile a tutti, in linea con la sua adesione agli ideali dei moti rivoluzionari del 1789, che tracciarono un'impronta profonda nella sua fantasia durante il suo soggiorno in Francia.[6]

Figure retoriche

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I Wandered Lonely as a Cloud è accompagnato da:

  • diverse allitterazioni: le riscontriamo già al primo verso («lonely as a cloud»), ma anche ai versi n. 2 («high o'er vales and hills»), n. 3 («when all at once», con la w e la o che condividono il suono consonantico) e infine al n. 5 («beside the lake, beneath the trees».
  • una similitudine, quando al primo verso l'io lirico di Wordsworth si identifica con la nuvola;
  • numerosissime personificazioni, mediante le quali il poeta contestualizza gli elementi naturali a imitazione della persona umana: ciò avviene al v. 1, quando le nuvole sono paragonate ad un essere umano, ai vv. 3-4 («a crowd / a host, of golden daffodils»), al v. 5 («fluttering and dancing»), ai vv. 7-8 («Continuous as the stars that shine / and twinkle on the milky way»), al v. 12 («tossing their heads»);
  • tre metafore: l'una ai vv. 3-4, quando si compara la moltitudine delle giunchiglie ad una folla, l'altra al v. 5 («fluttering and dancing») e l'ultima al v. 16, quando la compagnia delle giunchiglie viene definita «jocund».
  1. ^ Laura M. Giusti, Letteratura inglese, Volume 2, Alpha Test, 2002, p. 20
  2. ^ (EN) The Wordsworth Trust, Dove Cottage, su wordsworth.org.uk, The Wordsworth Museum & Art Gallery. URL consultato il 5 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2010).
  3. ^ (EN) Daffodils at Glencoyne Bay., in Visit Cumbria. URL consultato il 23 dicembre 2009.
  4. ^ Wordsworth ed. Woof (2002) p. 85
  5. ^ (EN) I wandered lonely as a Cloud by William Wordsworth, su wordsworth.org.uk, The Wordsworth Museum & Art Gallery. URL consultato il 23 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2010).
  6. ^ a b c Elisa Bolchi, Wordsworth, “I wandered lonely as a cloud”: traduzione e analisi, su oilproject.org, Oil Project. URL consultato il 14 settembre 2016.
  • Davies, Hunter. William Wordsworth, Weidenfeld and Nicolson, 1980;
  • Gill, Stephen. William Wordsworth: A Life, Oxford University Press, 1989;
  • Moorman, Mary. William Wordsworth, A Biography: The Early Years, 1770–1803 v. 1, Oxford University Press, 1957;
  • Moorman, Mary. William Wordsworth: A Biography: The Later Years, 1803–50 v. 2, Oxford University Press, 1965;
  • Wordsworth, Dorothy (ed. Pamela Woof). The Grasmere and Alfoxden Journals. Oxford University Press, 2002.

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Collegamenti esterni

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