Hordeum murinum
Orzo selvatico | |
---|---|
Hordeum murinum | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
(clade) | Commelinidi |
Ordine | Poales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Pooideae |
Tribù | Hordeeae |
Genere | Hordeum |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Commelinidae |
Ordine | Cyperales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Pooideae |
Tribù | Hordeeae |
Genere | Hordeum |
Specie | H. murinum |
Nomenclatura binomiale | |
Hordeum murinum L., 1753 | |
Nomi comuni | |
Erba spiga |
L'orzo selvatico (nome scientifico Hordeum murinum L., 1753 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1] È una pianta erbacea molto comune nelle regioni temperate, considerata comunemente una pianta infestante.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Hordeum) è il nome in latino dell'orzo.[2] L'epiteto specifico (murinum) deriva dal latino "murus" (= muro) ed indica una pianta che cresce sui muri,[3] o ancor meglio dal sostantivo "mus-muris" che significa topo, da cui il nome "orzo dei topi".
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), biologo svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum" (Sp. Pl. 1: 85 - 1753)[4] del 1753.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante arrivano ad una altezza di 15 – 50 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10][11][12]
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono avventizie fascicolate.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]La parte aerea consiste in un robusto culmo. I fusti sono numerosi, eretti o ginocchiati; sono ramificati alla base; la superficie è liscia e glabra.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglie, le papille.
- Guaina: la guaina è abbracciante il fusto; sono presenti dei padiglioni auricolari; la guaina è glabra.
- Ligula: la ligula, in genere con apice troncato e membranosa, è breve (1 mm).
- Lamina: la lamina, piana e larga 3 – 5 mm, è mollemente pubescente. Lunghezza della lamina: 20 cm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, di tipo racemoso terminale (un racemo per infiorescenza), hanno la forma di una spiga lanceolata, fortemente compressa, formata da diverse spighette. Le spighette sono strettamente embricate, disposte su tre serie. La spighette centrali sono fertili e sessili, le laterali sono sterili e pedicellate (pedicello di 2 mm). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[13]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. La rachide, fragile, è scarsamente ciliata ai margini.Il colore può essere verde o sfumato di viola. Lunghezza della spiga: 4 – 10 cm.
Spighetta
[modifica | modifica wikitesto]Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente con forme da ellittiche a oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile; oppure può cadere l'intera spighetta.
- Glume: le glume, persistenti, sono subuguali con forme lanceolate e aristiforme; nelle spighette laterali la gluma interna è cigliata su un lato, mentre sull'altro è scabra. Lunghezza: 25 – 35 mm.
- Palea: la palea è un profillo lanceolato con alcune venature e margini cigliati.
- Lemma: il lemma ha una forma lanceolata mutica, ottusa o biloba con resta. Dimensione dei lemmi: larghezza 1,5 mm; lunghezza: 6 – 7 mm. Lunghezza con resta: 25 – 30 mm
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
- *, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
- Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
- L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza da una fessura laterale longitudinale. Il polline è monoporato.
- Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, pubescente all'apice, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, che si origina dal lato abassiale dell'ovario, è breve con due stigmi papillosi e distinti.
- Fioritura: da aprile a ottobre.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]I frutti sono dei cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti avvolti dalle glume, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. L'endosperma è farinoso.
Il periodo di fruttificazione va da giugno a novembre.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[14]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Hordeum fa parte della sottofamiglia Pooideae con oltre 40 specie distribuite nelle regioni temperate del nord in tutto il mondo.[5][6]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il genere della specie di questa voce fa parte della tribù Hordeeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Hordeeae. All'interno della supertribù, la tribù Hordeeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[15]
Il genere Hordeum comprende solamente piante poliploidi con i genomi designati "H, I, X, e Y". Inoltre questo genere è stato soggetto ad una "evoluzione reticolata"[16] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.[5]
Sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]Per questa pianta sono riconosciute le seguenti sottospecie:[7][10][17][18][19]
Sottospecie murinum
[modifica | modifica wikitesto]- Nome scientifico: Hordeum murinum L. subsp. murinum.
- Nome comune: orzo selvatico.
- Descrizione: è la stirpe più comune; si distingue soprattutto per l'asimmetria delle glume (sono cigliate solamente da un lato) e per la larghezza dei lemmi (i lemmi delle spighette centrali e laterali hanno la medesima larghezza).
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Circumboreale o anche Mediterraneo - Subcosmopolita
- Distribuzione: in Italia è un sottospecie comune e si trova in tutto il territorio comprese le Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in tutti i settori. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[18] Inoltre è presente in Europa occidentale, Transcaucasia, Anatolia e Asia occidentale.
- Habitat: gli habitat tipici sono gli incolti, i terreni abbandonati, lungo le vie e presso i muri. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[18]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1,600 m s.l.m.). Nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale).
- Fitosociologia.
- Areale alpino: dal punto di vista fitosociologico alpino questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Classe: Stellarietea mediae
- Ordine: Sisymbrietalia
- Alleanza: Sisymbrion
- Per l'areale completo italiano Hordeum murinum appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
- Macrotipologia: vegetazione delle praterie
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea Tüxen, 1937
- Ordine: Plantaginetalia majoris Tüxen ex Von Rochow, 1951
- Alleanza: Trifolio fragiferi-Cynodontion dactylonis Br.-Bl. & O. Bolos, 1958
Descrizione. L'alleanza Trifolio fragiferi-Cynodontion dactylonis è relativa alle comunità soggette a pascolo e a calpestio, che crescono su suoli compatti, umidi e ricchi di nutrienti (azoto e fosforo). I piani bioclimatici di riferimento variano da termo- a supramediterraneo e la distribuzione è relativa al Mediterraneo occidentale.[21]
Specie presenti nell'associazione: Trifolium bocconei, Trifolium lappaceum, Trifolium squarrosum, Kickxia commutata, Lotus angustissimus, Gastridium ventricosum, Cichorium pumilum, Cynodon dactylon, Lolium perenne, Mentha pulegium, Medicago murex, Panicum repens, Phyla nodiflora, Conyza canadensis, Imperata cylindrica, Trifolium fragiferum, Trifolium tomentosum, Plantago coronopus, Leontodon saxatilis e Medicago arabica.[21]
Sottospecie leporinum
[modifica | modifica wikitesto]- Nome scientifico: Hordeum murinum L. subsp. leporinum (Link) Arcang., 1882
- Nome comune: orzo mediterraneo; orzo leporino.
- Descrizione: queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 6 dm; le glume sono cigliate su entrambi i lati; il lemma delle spighette laterali è più largo del lemma delle spighette centrali; dimensione dei lemmi delle spighette laterali: 2 x 15 mm; dimensione dei lemmi delle spighette centrali: 1,5 x 10 mm; con le reste i lemmi sono lunghi circa 40 mm.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo.
- Distribuzione: in Italia è un sottospecie comune e si trova in tutto il territorio. Nelle Alpi è presente in modo discontinuo (centro e oriente). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Drôme, Isère e Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni) e in Slovenia. In Europa è presente nella zona al centro e sud; si trova anche in Transcaucasia, Anatolia, Asia occidentale e Africa del nord.
- Habitat: gli habitat tipici sono gli incolti e i terreni abbandonati. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[18]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1,600 m s.l.m.). Nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale).
- Fitosociologia.
- Areale alpino: dal punto di vista fitosociologico alpino questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
- Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile.
- Classe: Stellarietea mediae
- Ordine: Sisymbrietalia
- Alleanza: Hordeion murini
- Per l'areale completo italiano questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
- Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale a megaforbieti.
- Subclasse: Chenopodio-stellarienea Rivas Goday, 1956
- Ordine: Sisymbrietalia officinalis <smal> J. Tüxen ex W. Matuszkiewicz, 1962
- Alleanza: Hordeion leporini Br.-Bl. in Br.-Bl., Gajewski, Wraber & Walas, 1936 Corr. O. Bolos, 1962
Descrizione: l'alleanza Hordeion leporini raggruppa comunità nitrofile primaverili di tipo ruderale (bordi delle strade, viottoli di campagna e discariche di materiali). La distribuzione di questo gruppo è prevalentemente nella fascia costiera e collinare nei territori a clima mediterraneo arido. Fuori dall'Italia si trova in Spagna, Dalmazia, Grecia e grandi isole centro-mediterranee. Questa alleanza è molto ricca da un punto di vista floristico.[22]
Altre alleanze per questa sottospecie sono:[20]
- Lolio perennis-Plantaginion majoris
- Chenopodion muralis
- Resedo albae–Chrysanthemenion coronarii
Sottospecie glaucum
[modifica | modifica wikitesto]- Nome scientifico: Hordeum murinum L. subsp. glaucum (Steud.) Tzvelev, 1971
- Distribuzione: Grecia, Transcaucasia, Anatolia, Mediterraneo meridionale e Asia occidentale
Altre sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]Le seguenti sottospecie in altre checklist sono considerate sinonimi della stirpe principale.[17]
- Hordeum murinum subsp. montanum (Hack.) H.Scholz & Raus, 1997 - Distribuzione: Spagna
- Hordeum murinum subsp. setariurum H.Scholz & Raus, 1997 - Distribuzione: Grecia
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[10]
- Critesion murinum (L.) Á.Löve
- Triticum murale Salisb.
- Zeocriton murinum (L.) P.Beauv.
Sinonimi sottospecie murinum
[modifica | modifica wikitesto]- Hordeum boreale Gand.
- Hordeum coleophorum Phil.
- Hordeum delphicum Gand.
- Hordeum depilatum Gand.
- Hordeum dilatatum Gand.
- Hordeum elongatum Gand.
- Hordeum flexicaule Gand.
- Hordeum hohenackeri Gand.
- Hordeum microcladum Gand.
- Hordeum neglectum Gand.
- Hordeum pseudomurinum Tapp. ex W.D.J.Koch
- Hordeum purpurascens Gand.
- Hordeum rubens Willk.
Sinonimi sottospecie leporinum
[modifica | modifica wikitesto]- Critesion murinum subsp. leporinum (Link) Á.Löve
- Critesion simulans (Bowden) Á.Löve
- Hordeum ambiguum Döll
- Hordeum chilense Brongn.
- Hordeum dedegenii Lojac.
- Hordeum hrasdanicum Gandilyan
- Hordeum leporinum Link
- Hordeum leporinum var. simulans Bowden
- Hordeum murinum var. hrasdanicum (Gandilyan) Trofim.
- Hordeum murinum var. velutinum Speg.
- Hordeum pilosum Steud.
Sinonimi sottospecie glaucum
[modifica | modifica wikitesto]- Critesion glaucum (Steud.) Á.Löve
- Critesion murinum subsp. glaucum (Steud.) W.A.Weber
- Hordeum glaucum Steud.
- Hordeum imrinum Forssk.
- Hordeum incrinum Poir.
- Hordeum leporinum subsp. glaucum (Steud.) T.A.Booth & A.J.Richards
- Hordeum stebbinsii Covas
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 6 giugno 2020.
- ^ Etymo Grasses 2007, pag. 139.
- ^ Etymo Grasses 2007, pag. 199.
- ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ a b c Kellogg 2015, pag. 227.
- ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 534.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
- ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 giugno 2020.
- ^ Motta 1960, vol.2 pag.470.
- ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 6 giugno 2020.
- ^ Kellogg 2015, pag. 28.
- ^ Kellogg 2015, pag. 73.
- ^ Soreng et al. 2017, pag.284.
- ^ Treccani, su treccani.it, p. evoluzione reticolata. URL consultato il 12 luglio 2019.
- ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'8 giugno 2020.
- ^ a b c d e f g h Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 936.
- ^ a b c Conti et al. 2005, pag. 112.
- ^ a b c Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato l'8 giugno 2020.
- ^ a b Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 56.5.2 ALL. TRIFOLIO FRAGIFERI-CYNODONTION DACTYLONIS BR.-BL. & O. BOLÒS 1958. URL consultato l'8 giugno 2020.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 39B.3.2 ALL. HORDEION LEPORINI BR.-BL. IN BR.-BL., GAJEWSKI, WRABER & WALAS 1936 CORR. O. BOLÒS 1962. URL consultato l'8 giugno 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Elizabeth A. Kellogg, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume XIII. Flowering Plants. Monocots. Poaceae., St. Louis, Missouri, USA, 2015.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN 978-88-299-2718-0.
- Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato l'8 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
- Jeffery M. Saarela et al., A 250 plastome phylogeny of the grass family (Poaceae): topological support under different data partitions (PDF), in PeerJ, vol. 4299, 2018, pp. 1-71. URL consultato l'8 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2019).
- Robert J. Soreng et al., A worldwide phylogenetic classification of the Poaceae (Gramineae) II: An update and a comparison of two 2015 classifications, in JSE - Journal of Systematics and Evolution, vol. 55, n. 4, 2017, pp. 259-290.
- H. Trevor Clifford & Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, New York, Springer, 2007.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hordeum murinum
- Wikispecies contiene informazioni su Hordeum murinum
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Hordeum murinum EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Hordeum murinum Royal Botanic Gardens KEW - Database
- Hordeum murinum Catalogazione floristica - Università di Udine
- Hordeum murinum eFloras Database