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Hong Kong Express (film)

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Hong Kong Express
Faye (Wang Fei) e l'agente 663 (Tony Leung Chiu-Wai) in una scena del film
Titolo originale重慶森林
Chóngqìng sēnlín
Lingua originalecantonese, inglese
Paese di produzioneHong Kong
Anno1994
Durata102 min
Rapporto1,66:1
Generesentimentale, drammatico
RegiaWong Kar-wai
SceneggiaturaWong Kar-wai
ProduttoreLau Chun-wai
Produttore esecutivoJacky Yee Wah Pang
Casa di produzioneJet Tone Production
Distribuzione in italianoBiM Distribuzione
FotografiaChristopher Doyle, Andrew Lau
MontaggioWilliam Chang, Hai Kit-wai, Kwong Chi-leung
MusicheFrankie Chan, Roel A. García
ScenografiaWilliam Chang
CostumiWilliam Chang
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Hong Kong Express (重慶森林S, Chóngqìng sēnlínP, lett. "la giungla di Chongqing"), noto anche col titolo internazionale di Chungking Express, è un film del 1994 scritto e diretto da Wong Kar-wai.

È composto da due storie labilmente interconnesse, la prima interpretata da Takeshi Kaneshiro e Brigitte Lin, mentre la seconda da Faye Wong e Tony Leung Chiu-Wai.

Un giovane poliziotto, He Zhiwu, numero di matricola 223, viene lasciato dalla sua ragazza May il primo aprile. Per essere sicuro che May sia certa della sua scelta, Zhiwu decide di aspettare un mese; ogni giorno compra una scatoletta di ananas la cui data di scadenza è il primo maggio, poiché a May piaceva il frutto. Nel frattempo, una donna che indossa una parrucca bionda cerca di sopravvivere in un ambiente malavitoso dopo che un affare di spaccio le è andato male.

Zhiwu si avvicina alla donna con la parrucca all'interno di un bar: tuttavia, ella è esausta e i due decidono di passare la serata in una stanza d'albergo. Lei si addormenta stremata, mentre lui resta sveglio mangiando e guardando film. La mattina dopo, le toglie le scarpe e decide di lasciare la stanza per andare a fare jogging: poco prima di abbandonare il suo cercapersone, riceve una chiamata dalla donna – che poco prima aveva sparato al narcotrafficante che l'aveva incastrata –, la quale gli augura un buon compleanno. In seguito, Zhiwu torna al solito locale, chiosco di un fast food, dove incontra un nuovo membro dello staff: Faye.

Seconda storia

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Un altro agente di polizia, numero di matricola 663, sta affrontando la fine della sua relazione con un'hostess. Quando va al chiosco per prendere del cibo, Faye si innamora di lui, tenendosi il sentimento segreto. Un giorno, l'hostess va nel chiosco per aspettare l'uomo, il quale era solito mangiare lì: dopo aver scoperto che era il suo giorno libero, lascia una lettera contenente le chiavi del suo appartamento al proprietario, dicendogli di darla al poliziotto.

Faye prende in carico il compito ma il poliziotto tarda di giorno in giorno a leggerla, chiedendole di tenere la lettera per lui. Così Faye la apre e usa le chiavi per entrare nell'appartamento dell'ufficiale per pulirlo e ridecorarlo. Poco alla volta, i suoi stratagemmi aiutano il poliziotto a rallegrarsi: decide così di invitarla a cena fuori in un ristorante chiamato "California". La sera dell'appuntamento, lei non si presenta; il proprietario del chiosco va nel ristorante per dare una carta d'imbarco disegnata su un tovagliolo, datata per l'anno successivo, al poliziotto, dicendogli che Faye è partita per lo stato della California.

Un anno dopo Faye, ora assistente di volo, torna a Hong Kong nel chiosco in cui lavorava. Scopre che è stato venduto al poliziotto, che due giorni dopo l'avrebbe inaugurato. Mentre Faye sta per partire, lui le mostra la carta d'imbarco, piegata e rovinata dall'acqua, e lei decide di scrivergliene una nuova.

Il film venne girato durante una lunga pausa nella lavorazione di un altro film di Wong: Ashes of Time (1994).[1] La sceneggiatura era incompleta quando vennero iniziate le riprese, e Wong scrisse l'intero secondo episodio in un solo giorno a lavori in corso.[1] Era inizialmente prevista la presenza di un terzo episodio che, accantonato, verrà poi utilizzato come spunto di partenza per il successivo Angeli perduti (1995).

Alcuni negozi presenti all'interno del Chungking Mansion

Wong voleva girare le scene nel distretto di Tsim Sha Tsui, area dove crebbe e con cui aveva mantenuto un forte legame emotivo. La descrisse come «un'area dove i cinesi sfiorano letteralmente gli occidentali, ed è unico di Hong Kong». Come metafora stessa del Paese, decise di girare alcune scene al Chungking Mansion a causa dei suoi numerosi alloggi, del miscuglio di culture ivi presente e dell'attività come centro criminale.[1]

La seconda storia venne girata nel distretto centrale, a Lan Kwai Fong, oltre che nei pressi di un chiosco chiamato Midnight Express.[2] L'appartamento dell'agente 663, presente in alcune scene della pellicola, era il vero appartamento del direttore della fotografia Christopher Doyle.[3]

Colonna sonora

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Il film si apre e si chiude con Dreams cantata da Faye Wong, rifacimento cinese della canzone omonima dei Cranberries. La stessa Wong reinterpreta Know Oneself and Each Other dei Cocteau Twins.

La seconda storia del film è caratterizzata dalla ripetizione quasi ossessiva del brano California Dreamin' dei The Mamas & the Papas, con l'aggiunta di What a Difference a Day Makes di Dinah Washington.

Distribuzione

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Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche di Hong Kong a partire dal 14 luglio 1994.[4] È stato distribuito in quelle italiane da BiM Distribuzione a partire dal 24 novembre 1995.[5][6]

Negli Stati Uniti, il film ha avuto una distribuzione limitata nelle sale a partire dall'8 marzo 1996 grazie alla Rolling Thunder Pictures di Quentin Tarantino, che aveva scoperto il film due anni prima al Festival del cinema di Stoccolma, dove aveva concorso col suo Pulp Fiction.[7]

Il film si rivelò un successo inaspettato al botteghino di Hong Kong,[7] dove incassò 7,7 milioni di dollari locali.[4]

Nel 2002 il mensile Sight and Sound, pubblicato dal British Film Institute, ha chiesto a 50 critici cinematografici britannici di scegliere i migliori dieci film degli ultimi 25 anni: Hong Kong Express si è classificato all ottavo posto.[8] Nel 2005 la rivista statunitense Time l'ha inserito nella propria lista dei 100 migliori film dal 1923 ad oggi, stilata dai critici Richard Corliss e Richard Schickel.[9]

Riconoscimenti

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  1. ^ a b c (EN) Cinematic Pleasures: Chungking Express, su erasingclouds.com, 23 maggio 2004. URL consultato il 21 dicembre 2021.
  2. ^ (EN) Wong Kar Wai’s Midnight Express… now a 7-11?, su hongkonghustle.com. URL consultato il 21 dicembre 2021.
  3. ^ (EN) Christopher Doyle - Painting With the Camera, su berlinale-talentcampus.de. URL consultato il 21 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  4. ^ a b (EN) Hong Kong Express, su Hong Kong Film Archive. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2012).
  5. ^ Viaggio a Hong Kong, Hollywood di domani, in La Repubblica, 23 agosto 1995. URL consultato il 25 giugno 2020.
  6. ^ Irene Bignardi, Poliziotti a Hong Kong, in La Repubblica, 26 novembre 1995. URL consultato il 25 giugno 2020.
  7. ^ a b c (EN) Irene Lacher, KINDRED TARANTINO: The Thunder Rolls, Out of Hong Kong, su Los Angeles Times, 3 marzo 1996. URL consultato il 25 giugno 2020.
  8. ^ (EN) Modern Times, su Sight and Sound, British Film Institute, 25 gennaio 2012. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2018).
  9. ^ (ZH) 《時代》不朽電影 4華語片上榜, su hk.apple.nextmedia.com, 23 maggio 2005. URL consultato il 25 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2016).
  10. ^ (ZH) 台北金馬影展, su goldenhorse.org.tw. URL consultato il 13 ottobre 2017.
  11. ^ (EN) Past awards and winners, su stockholmfilmfestival.se, Festival del cinema di Stoccolma. URL consultato il 17 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2010).
  12. ^ (EN) 14ª edizione degli Hong Kong Film Awards, su hkfaa.com, Hong Kong Film Awards. URL consultato l'11 marzo 2017.
  13. ^ (EN) Jeff Westhoff, Chicago film critics rate 'Fargo' among best, in The Northwest Herald, 14 marzo 1997. URL consultato il 25 giugno 2020.
  14. ^ (EN) 'Fargo' Is Leader in Spirit Award Nominations, su Los Angeles Times, 10 gennaio 1997. URL consultato il 16 agosto 2012.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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