Gutta cavat lapidem
La locuzione latina gutta cavat lapidem, letteralmente "la goccia perfora la pietra", vale come esortazione pedagogica per ricordare che con una ferrea volontà si possono conseguire obiettivi altrimenti impossibili, ma può alludere anche al danno derivato da un'azione banale, ma prolungata.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La sentenza era un proverbio diffuso e citato da autori di età classica: è documentato, infatti, in poesia da Lucrezio (De rerum natura, I 313 e IV 1286-1287), da Ovidio (Epistulae ex Ponto, IV, 10 e Ars amandi I, 476) e Albio Tibullo (Elegiae I, 4, 18).
«Gutta cavat lapidem, consumitur anulus usu»
«La goccia scava la pietra, l'anello si consuma con l'uso»
In tutti questi autori esso, essendo un perfetto hemiepes, si presta sia come primo emistichio di esametro che come membro di pentametro dattilico.
In prosa è invece impiegato in età neroniana da Seneca (Naturales quaestiones IV, 3)
Pochi decenni dopo, sempre in ambito naturalistico è documentata anche in greco da Galeno: Κοιλαίνει πέτραν ῥανὶς ὕδατος ἐνδελεχείῃ, cioè "Con la costanza un gocciolio d'acqua perfora anche una rupe".[2]
Il significato sicuramente logico è quindi che "la goccia scava nella roccia non con la forza, ma goccia a goccia"; parimenti, il tempo e la pazienza possono portare a grandi risultati.
Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso del Medioevo la sentenza fu ampliata da Alano da Matera nell'esametro gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo, cioè "la goccia perfora la pietra non con la forza, bensì con il continuo stillicidio", usando cioè la seconda parte come spiegazione della analogia introdotta dal proverbio.
Variante
[modifica | modifica wikitesto]La si ritrova citata e ulteriormente glossata nella commedia Il candelaio di Giordano Bruno, nella scena settima dell'atto terzo:
«Gutta cavat lapidem non bis sed saepe cadendo:
sic homo fit sapiens bis non, sed saepe legendo»
«La goccia scava la pietra cadendo non due volte, ma continuamente;
così l'uomo diventa saggio, leggendo non due volte ma spesso»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gutta cavat lapidem, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ (EL, LA) Johann Konrad Orelli, Opuscula graecorum veterum sententiosa et moralia: Graece et Latine, Weidmannia, 1819. URL consultato il 6 dicembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gutta cavat lapidem, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.