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Grado di difficoltà

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Esempio di descrizione del grado di difficoltà di una via lunga d'arrampicata tramite una relazione

Con grado di difficoltà si intende la valutazione della difficoltà nei vari tipi di arrampicata e nell'alpinismo. La classificazione delle difficoltà che si incontrano in una via d'arrampicata o in un itinerario alpinistico è generalmente riportata nella descrizione della via di salita, detta relazione, ed è importante in quanto permette agli arrampicatori o alpinisti di scegliere itinerari commisurati alle proprie capacità.

Gradi dell'arrampicata libera

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La scala UIAA è la scala di difficoltà adottata dalla Union Internationale des Associations d'Alpinisme (UIAA). I gradi sono espressi con i numeri romani a partire dal I grado ed è una scala aperta verso l'alto. Al 2017 il grado più difficile è l'XI, corrispondente al 9c nella scala francese. I gradi intermedi possono essere indicati con i segni " " e "-". Il grado UIAA specifica la difficoltà di un singolo passaggio di arrampicata, quindi quando si descrive un intero tiro di corda su una relazione si riportano i gradi su ogni sezione del tiro che si vuole analizzare.[1]

La scala UIAA deriva da una precedente scala di difficoltà chiamata "scala Welzenbach". Le tappe che hanno portato alla nascita e sviluppo della scala UIAA sono state:

  • 1926: l'alpinista tedesco Willo Welzenbach propone una scala di difficoltà in sei gradi dall'I al VI. La scala viene chiamata "scala Welzenbach" o "scala di Monaco" ed è chiusa, cioè non prevede gradi oltre il VI.[2]
  • 1967: durante l'assemblea generale dell'UIAA a Madrid il delegato spagnolo Félix Mendes-Torres, con l'aiuto dell'americano Fritz Wiessner, propone di adottare e migliorare la scala Welzenbach[3]
  • 1978: viene aggiunto il VII grado[4]
  • 1985: la scala viene aperta verso l'alto.

Nella seguente tabella vengono descritti i singoli gradi della scala UIAA e sono mostrati degli esempi. Per assegnare il grado a una via infatti, specie per le più difficili, non è sufficiente la descrizione morfologica del percorso. Le vie vengono allora gradate attraverso il confronto con vie note, di riferimento, per le quali c'è un largo consenso del loro grado di difficoltà.[5][6]

Grado Descrizione
I È il grado più facile dell'arrampicata. Le mani utilizzano gli appigli solo per l'equilibrio.

Esempi: via normale italiana al Peralba; Balzi dell'Ora al Corno alle Scale (Appennino tosco-emiliano)

II Rappresenta l'inizio dell'arrampicata vera e propria. È necessario lo spostamento di un arto alla volta. Gli appigli e gli appoggi sono ancora numerosi.

Esempi: via normale alla Presolana Occidentale; via normale al Monte Cristallo

III La parete è più ripida, anche verticale, e richiede un certo uso della forza.

Esempi: via normale alla Punta Walker; via normale alla Cima grande di Lavaredo

IV Sono presenti un minor numero di appigli ed appoggi e inizia ad essere richiesta una buona conoscenza delle tecniche di arrampicata ed un allenamento specifico.

Esempi: via Tomasson-Bettega alla Punta Penia; traversata delle Grandes Jorasses.

V Gli appigli ed appoggi sono ancora più rari, i passaggi vanno studiati e la salita diviene faticosa o delicata.

Esempi: via Carlesso al Baffelan; via Preuss alla Cima piccolissima di Lavaredo

VI Gli appigli ed appoggi sono più piccoli e rari. Il passaggio può richiedere una sequenza di movimenti obbligata.

Esempi: via Comici-Benedetti al Monte Civetta; via Cassin-Ratti alla Torre Trieste, Monte Civetta (corrisponde al 6a nella scala francese)

VII Gli appigli ed appoggi sono piccoli e distanti. È richiesto un allenamento specifico della forza delle dita.

Esempi: via delle Guide alla Torre di Valgrande (Monte Civetta) e via degli Svizzeri al Grand Capucin (corrisponde al 6b nella scala francese)

VIII È necessario un allenamento e una pratica costante per salire vie di questo grado.

Esempi: via Cassin-Ratti e Hasse Brandler alla Cima ovest di Lavaredo; via Bonatti-Ghigo al Grand Capucin (corrisponde al 7a nella scala francese)

IX L'impegno e l'allenamento richiesti sono quasi professionistici.

Esempio: via Americana all'Aiguille du Fou (corrisponde al 7c nella scala francese)

X e XI Con l'XI grado si tratta delle vie d'arrampicata più difficili del mondo.

Esempio: via Bellavista alla Cima Ovest di Lavaredo (via di grado 8c nella scala francese)

Scala francese

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La scala francese è una scala che rappresenta la difficoltà complessiva di un tiro di corda utilizzando i numeri arabi dal 3 al 9 seguiti dalle lettere minuscole "a", "b" e "c". Viene inoltre usato il simbolo " " per i gradi intermedi.[7][8] È una scala aperta verso l'alto: al 2023 la via più difficile del mondo raggiunge il grado di 9c.[9][10][11]

Siccome il grado francese rappresenta la difficoltà complessiva di un tiro di corda, nelle vie d'arrampicata di più tiri, per maggiore sicurezza, viene anche specificata con la stessa scala la difficoltà obbligatoria, ossia la difficoltà massima nei passaggi lontani dai chiodi o dagli spit, quindi senza eventualmente la possibilità di aiutarsi usando il chiodo o lo spit.[12]

Le origini della scala francese risalgono al 1947 quando Pierre Allain e Lucien Devies propongono di estendere il VI grado utilizzando le lettere in modo da utilizzare la dicitura VIa, VIb, VIc, e così via.[13] Successivamente i numeri romani sono stati sostituiti dai numeri arabi, e le lettere ridotte ad "a", "b" e "c".

Tra i primi ad utilizzare questa scala di gradazione l'arrampicatore francese Jean-Claude Droyer. Nel 1976 Droyer sale la prima via francese gradata 6b, L'arête jaune nella falesia di Saussois. Nel 1977 sale i primi 6c e assegna il grado di 7a alla via L'échelle à poisson, sempre a Saussois.[14][15] Sempre nel 1977 anche Patrick Berhault supera il grado 7 con la salita della prima lunghezza di Fenrir in Verdon.

Lo stesso argomento in dettaglio: Arrampicata § Evoluzione dei gradi.

Scala decimale di Yosemite

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La scala decimale Yosemite (Yosemite Decimal Sistem o YDS) è un sistema di classificazione delle difficoltà basato su tre parametri. Il sistema è stato ideato dal Sierra club negli anni trenta con il nome di Sierra Club Grading System, allo scopo di classificare le difficoltà delle ascensioni sulla Sierra Nevada e si è successivamente evoluto passando da un sistema basato su un unico parametro relativo ad un sistema basato su più parametri considerati "assoluti"[16]. La scala è utilizzata principalmente negli Stati Uniti e nel Canada sia per l'arrampicata in falesia che in montagna.

La classificazione si basava su cinque classi, basate su difficoltà tecnica e rischio:

  • Classe 1: camminate senza particolari difficoltà tecniche, minimo rischio di infortunio.
  • Classe 2: uso occasionale e non obbligatorio delle mani, sentieri poco evidenti o non esistenti, moderato rischio di infortunio in caso di caduta.
  • Classe 3: uso più frequente delle mani, esposizione del pendio. La corda può essere utilizzata ma non è di norma necessaria. Rischio di infortunio in caso di caduta, che raramente ha conseguenze letali.
  • Classe 4: uso delle mani obbligatorio, può essere utilizzata la corda ma raramente sono necessarie protezioni intermedie, che comunque sono abbondanti. Una caduta può risolversi in gravi infortuni o morte.
  • Classe 5: arrampicata vera e propria, con movimenti tecnici, uso di corda, assicurazione e ancoraggi intermedi. In assenza di protezioni le conseguenze di una caduta sono di norma letali.

In origine il sistema doveva essere accompagnato da cifre decimali, di modo che una via classificata 3.5 avesse una difficoltà intermedia tra le classi 3 e 4. Tuttavia col progredire delle tecniche e dei materiali la scala di difficoltà non fu più adeguata alle esigenze degli arrampicatori, in quanto la classe 5 rappresentava comunque un livello di difficoltà piuttosto basso rispetto alle possibilità umane[17].

Nella classificazione moderna la classe 5 è ulteriormente divisa in diverse sottoclassi (da 5.0 a 5.15) che vanno dalle difficoltà minime dell'arrampicata (corrispondenti al primo grado della scala UIAA) fino ai limiti tecnici raggiunti al momento dagli atleti di punta. La classificazione è ulteriormente precisata da una lettera da "a" a "d", che suddivide ogni classe in quattro. In questo modo una via classificata 5.10 sarà più difficile di una classificata 5.8 e una via classificata 5.10c sarà più difficile di una classificata 5.10a[18].

Alla classe di difficoltà possono essere aggiunti altri due parametri opzionali. Il primo riguarda il tempo considerato necessario per percorrere la via ed è indicato in numeri romani:

  • I: poche ore
  • II: meno di mezza giornata
  • III: mezza giornata
  • IV: una giornata
  • V: due giorni
  • VI: più giorni
  • VII: una settimana o più

Il secondo parametro fa invece riferimento alla "proteggibilità" del percorso, cioè all'abbondanza e alla sicurezza degli ancoraggi intermedi che è possibile posizionare tra le due soste ed è indicato in lettere:

  • G (Good): protezioni solide e abbondanti.
  • PG (Pretty Good): ridotte possibilità di proteggere.
  • R (Runout): protezioni molto lontane tra loro e possibilità di fuoriuscita degli ancoraggi.
  • X: nessuna protezione.

Scala inglese

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Confronto tra le principali scale

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La seguente tabella riporta una correlazione di massima tra le scale maggiormente in uso nei principali Paesi.[19][20] La comparazione può risultare imprecisa in quanto alcune scale si riferiscono a parametri diversi l'una rispetto all'altra (per esempio la scala UIAA e la scala francese classificano rispettivamente il singolo passaggio e l'intera lunghezza di corda)[21].

UIAA USA (YDS) UK Francia Germania Australia
I 5.2 difficoltà moderata 1 I
II 5.3 difficile 2 II 11
III 5.4 molto difficile 3 III 12
IV 5.5 4a 4 IV 12 - 13
V- 5.5 4a 5a V 13
V 5.6 4a - 4b 5b V - VI 13 - 14
V 5.7 4b - 4c 5b - 5c VI 14
VI- 5.8 4c 5c VIIa 15
VI 5.9 5a 6a VIIb 15 - 16
VI 5.10a 5a 6a VIIc 16
VII- 5.10b 5b 6b VIIIa 17
VII 5.10c 5b - 5c 6b VIIIb 18
VII 5.10d 5c 6c VIIIc 19
VIII- 5.11a - 5.11b 6a 6c IXa 20 - 21
VIII 5.11c - 5.11d 6a - 6b 7a IXb 22 - 23
VIII 5.12a 6b 7a IXc 24
IX- 5.12b - 5.12c 6c 7b - 7b Xa 25 - 26
IX 5.12d 6c - 7a 7b - 7c Xb 26 - 27
IX 5.13a 7a 7c Xc 28
X- 5.13b - 5.13c 7b 8a - 8a XIa 29 - 30
X 5.13c - 5.13d 7b 8b XIb 30 - 31
X 5.13d - 5.14a 8b - 8b 31 - 32
XI- 5.14b - 5.14c 8c - 8c 33 - 34
XI 5.14c - 5.14d 8c - 9a
XII- 5.15a 9a
XII 5.15b - 5.15c 9b - 9b
XII 5.15d 9c

Gradi dell'arrampicata artificiale

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Per l'arrampicata artificiale viene utilizzata una scala di sei gradi crescenti dall'A0 all'A5 (più un settimo a parte) basata sulla difficoltà e sulla quantità di strumenti artificiali usati riportata nella seguente tabella:[22]

Grado Descrizione
A0 È il grado base dell'arrampicata in artificiale. La progressione avviene prevalentemente in libera, ma chiodi o altre assicurazioni estremamente solide sono utilizzati come appiglio o appoggio; le staffe non sono necessarie. Viene valutato A0 anche tenersi o farsi tenere in trazione sulla corda e compiere pendoli.
A1 Arrampicare richiede poca forza indipendentemente dalla verticalità della parete. Chiodi e altre assicurazioni si collocano con facilità e offrono un'ottima tenuta. È sempre sufficiente l'uso di una staffa per ogni membro di cordata.
A2 Maggiori difficoltà nella salita in artificiale, con tratti lisci o leggermente strapiombanti. Gli ancoraggi si possono collocare con più difficoltà e offrono una tenuta non sempre ottima. Richiede l'impiego di 2 staffe per ogni membro di cordata, una buona tecnica per il loro uso e un buon allenamento fisico.
A3 Salita in artificiale molto difficile e faticosa. È piuttosto difficile e non immediato posizionare le assicurazioni e la loro tenuta è limitata. Crescono le difficoltà tecniche di manovra e spesso si ha a che fare con tetti molto pronunciati. Necessita di almeno 2 staffe per membro di cordata e una buona tecnica per il recupero. Si usano anche gli skyhooks.
A4 (A5) Salita caratterizzata in maniera crescente dalla precarietà delle assicurazioni artificiali, non più sufficienti a garantire una buona assicurazione. Largo uso di cliffhanger e skyhooks.
AE Si adoperano ancoraggi a pressione o spit. La difficoltà diviene esclusivamente fisica. Ottima tenuta in caso di volo.

Se la via è caratterizzata da tratti superati in libera e altri superati in artificiale, si affiancano le rispettive indicazioni, anteponendo quella riferita ai passaggi più frequenti (es.: A2/VII = A2 più frequente del VII).

Gradi di difficoltà alpinistica

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Sia in arrampicata libera, sia in arrampicata artificiale, la scala numerica (ossia la classificazione della difficoltà da superare) non fa altro che descrivere e riassumere "asetticamente" l'impegno massimo richiesto nei passaggi o nei tratti dell'itinerario di roccia che viene rappresentato. In altre parole, il grado di difficoltà viene strettamente correlato alle capacità tecniche e motorie richieste all'alpinista/arrampicatore per compiere quell'itinerario.

Tale tipo di classificazione, tuttavia, può risultare insufficiente a descrivere percorsi di carattere molto vario o di particolare complessità. Ne sono un esempio le vie di roccia in alta quota o quella di stampo prettamente alpinistico nelle quali si alternano tratti di arrampicata su roccia a tratti di arrampicata su neve o ghiaccio.

Per portare a termine un tale genere di salite, infatti, può non essere sufficiente godere della necessaria tecnica arrampicatoria e "padroneggiare" il grado massimo previsto dalle asperità della roccia. Questo perché, in un percorso di stampo alpinistico, possono incidere sulla difficoltà della salita sia i pericoli oggettivi sia altri fattori legati alle conoscenze e alle doti dell'alpinista (conoscenza dell'ambiente; allenamento fisico, atletico e mentale; abitudine alla fatica o all'isolamento; capacità di orientamento; esperienza di alta montagna; padronanza di tecniche di altre specialità etc).

Per fornire un riassunto della difficoltà complessiva di tali salite, ossia per dare una valutazione d'insieme in cui il "grado tecnico" sia solo una delle tante componenti, molti autori e molti enti alpinistici (per esempio il Club Alpino Italiano[21]) utilizzano dunque nelle loro pubblicazioni una scala di difficoltà (di origine francese) che si esprime per sigle aventi il seguente significato:[23][24]

Grado Significato (FR-IT) Descrizione
F (facile - facile) Nessuna difficoltà particolare, ma l'utilizzo di materiale d'alpinismo (casco, corda, ramponi, piccozza) può essere necessario.
PD (peu difficile - poco difficile) Alcune difficoltà alpinistiche su roccia e/o neve; pendii di neve e ghiaccio fino a 35°-40°, passaggi di arrampicata elementare.
AD (assez difficile - abbastanza difficile) Difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 40 e 50°, passi di arrampicata di III grado.
D (difficile - difficile) Difficoltà alpinistiche più sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 50° e 70°, arrampicata di grado 4c-5a-5b.
TD (trés difficile - molto difficile) Difficoltà alpinistiche molto sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio tra 70° e 80°, arrampicata di grado 5c-6a.
ED (extremement difficile - estremamente difficile) Difficoltà alpinistiche estreme sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio fino a 90°, arrampicata di grado 6b-6c-7a.
ABO
(EX)
(abominable - abominevole)
(exceptionnellement difficile - eccezionalmente difficile)
Difficoltà alpinistiche eccezionali sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio e roccia strapiombanti, arrampicata di grado 7b e superiore. Protezioni particolarmente precarie.

A volte il grado "ABO" è riportato con la denominazione EX (eccezionalmente difficile). In particolare il grado ED è sovente distinto in due sottogradi: ED1 e ED2. Quest'ultimo è riservato tipicamente laddove le difficoltà su roccia arrivano al settimo grado e le pareti di ghiaccio verticali su tratti importanti. Negli ultimi anni sono state utilizzati anche i sottogradi ED3 e ED4 per quotare vie precedentemente quotate ABO. L'utilizzo delle quotazioni ED3 ed ED4 è contestato ed assente in alcuni paesi (tra i quali la Francia e l'Italia). Laddove possibile, si aggiunge o - per indicare che la via alpinistica è leggermente più o meno difficile del grado di riferimento, per esempio AD è leggermente più facile di D-.

Per le vie di salita su ghiaccio, inoltre, viene utilizzata, per analogia, la stessa classificazione d'insieme prevista per gli itinerari su roccia e le pendenze vengono espresse in gradi angolari (per dare idea dell'inclinazione del pendio di ghiaccio).

Gradi dell'arrampicata su ghiaccio

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Scala canadese

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La scala canadese descrive il grado di una via di arrampicata su ghiaccio con due numeri: il primo romano per indicare la difficoltà d'ambiente, il secondo arabo per la difficoltà tecnica. Con questa scala il grado di una via può quindi per esempio essere rappresentato con la dicitura IV/5.[25] La scala canadese si applica sia alle cascate di ghiaccio che alle vie di ghiaccio in alta montagna, come goulotte o couloir.

Difficoltà d'ambiente
I Via breve, con facile accesso e discesa
II Via di uno o due tiri, con facile accesso e pochi pericoli oggettivi
III Via di più tiri, con avvicinamento lungo e possibili pericoli oggettivi
IV Via di più tiri, con avvicinamento impegnativo e pericoli oggettivi
V Via di più tiri in alta montagna, con avvicinamento e discesa difficili e con molti pericoli oggettivi
VI Via di più tiri in alta montagna con possibile bivacco, richiede una elevata esperienza alpinistica per gli alti pericoli oggettivi
Difficoltà tecnica
1 Pendenze fino a 50°-60°, necessaria la conoscenza dell'uso di ramponi e piccozza
2 Pendenze fino a 60°-70°, ghiaccio buono, facilità nel collocare protezioni e soste
3 Pendenze fino a 70°-80°, ghiaccio generalmente solido con buone protezioni e soste, tratti ripidi intervallati da zone appoggiate
4 Pendenze fino a 75°-85°, tratti verticali fino a 10 metri, protezioni buone
5 Un tiro particolarmente difficile, pendenze fino a 85°-90°, tratti verticali fino a 25 metri, protezioni discrete
6 Più tiri particolarmente difficili, tratti verticali oltre 30 metri, ghiaccio fragile e protezioni precarie

La scala di difficoltà WI, Water Ice, introdotta negli Stati Uniti, esprime la difficoltà in base alla pendenza, la condizione del ghiaccio e la facilità di utilizzare le protezioni.[26]

Grado Pendenza Ghiaccio Protezioni Note
WI1 50°/60° ghiaccio solido buone protezioni necessaria conoscenza dell'uso dei ramponi, piccozza non necessaria
WI2 60°/70° ghiaccio solido buone protezioni con la dovuta tecnica può essere utilizzata una sola piccozza
WI3 60°/70° con passaggi verticali ghiaccio solido buone protezioni buoni riposi
WI4 75°/80° con passaggi verticali ghiaccio solido protezione più difficoltosa arrampicata sostenuta e pochi riposi
WI5 verticale può esserci ghiaccio cattivo o sottile protezione e soste difficili riposi difficili
WI6 verticale e strapiombante può esserci ghiaccio cattivo o sottile protezione e soste difficili arrampicata continua senza riposi
WI7 verticale e strapiombante ghiaccio di cattiva qualità protezione estremamente difficile sono vie rare

Gradi dell'arrampicata su misto

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L'arrampicata su misto avviene in parte su ghiaccio e in parte roccia ed ha una propria scala di difficoltà chiamata M, Mixed.[27] I ramponi e le piccozze vengono utilizzati anche nelle sezioni di roccia, pratica chiamata dry-tooling. Nella seguente tabella sono indicati i gradi di difficoltà, la descrizione e nell'ultima colonna un valore di paragone con la difficoltà su roccia.

Grado Descrizione Su roccia
M1 Poca pendenza, uso occasionale delle mani per bilanciarsi 5.5
M2 Poca pendenza, buone prese per mani e piedi 5.6
M3 Pendenze maggiori ma non ancora necessarie le piccozze 5.7
M4 Pendenze maggiori, talvolta verticali, e necessaria conoscenza delle tecniche di dry-tooling 5b/5.8
M5 Pendenze verticali continue e grande utilizzo del dry-tooling 5c/5.9
M6 Pendenze verticali continue con alcuni passaggi più difficili 6a /5.10
M7 Pendenze verticali e strapiombanti con sezioni molto difficili 6c/5.11
M8 Presenza di tetti e sezioni ancora più impegnative 7b/5.12
M9 Grande tetto o sezione molto tecnica su piccoli appigli 7c/5.12
M10 Tetto fino a dieci metri o lunga sezione molto tecnica su piccoli appigli 7c /5.13
M11 Tetto ancora più grande e grande impegno atletico 8a/5.13
M12 Un M11 con boulder e movimenti dinamici 8b /5.14
M13 La massima difficoltà, tetto continuo con boulder, movimenti dinamici e tecnici 8b /5.14
  1. ^ Gian Maria Mandelli, Le scale delle difficoltà (PDF), in La Rivista, 2007, pp. 36-41. URL consultato il 17 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2012).
  2. ^ Nascono i “gradi” per codificare le difficoltà (1918-1929), su montagna.tv, 14 novembre 2006. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  3. ^ (EN) Pierre Bossus, UIAA 1932-1982 the first 50 years (PDF), su theuiaa.org, p. 20. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2015).
  4. ^ (EN) Pierre Bossus, UIAA 1932-1982 the first 50 years (PDF), su theuiaa.org, p. 24. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2015).
  5. ^ (EN) Handy Alpine Grade Facts, su summitpost.org, 22 agosto 2008. URL consultato il 13 gennaio 2012.
  6. ^ Maurizio Oviglia, Sardegna, Touring Editore, 1997, p. 18, ISBN 978-88-365-1109-9. URL consultato il 17 gennaio 2012.
  7. ^ (FR) Le grand mystère des cotations, su planetgrimpe.com. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2009).
  8. ^ (EN) Neil Gresham, Beginners’ Guide: Climbing Grades, su climber.co.uk, 5 marzo 2010. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
  9. ^ (IT) Adam Ondra modifica il primo 9c al mondo, su planetmountain.com. URL consultato l'8 settembre 2017.
  10. ^ Il record del climber Adam Ondra: primo 9c al mondo in Norvegia, su corriere.it, Corriere della Sera. URL consultato l'8 settembre 2017.
  11. ^ Adam Ondra risolve Project Hard, il 9c diventa realtà!!!, su up-climbing.com. URL consultato l'8 settembre 2017.
  12. ^ (EN) HELP: Guidebook - Grades for rock, su camptocamp.org. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  13. ^ (FR) Pierre Allain et Lucien Devies, Où en est la graduation des difficultés, in Alpinisme, 1947, pp. 128-130.
  14. ^ (FR) Philippe Jourdain, L'histoire de l'escalade, su grimper.com. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  15. ^ (FR) Quelques dates marquantes [collegamento interrotto], su preprod.ffme.fr, ffme.fr. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  16. ^ (EN) History of Sierra Club, su sierraclub.org. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
  17. ^ (EN) AA.VV., Mountaineering: The Freedom of the Hills, a cura di Eng Ronald C., Mountaineers Books, settembre 2010, ISBN 978-1-86385-138-4.
  18. ^ (EN) The Yosemite Decimal System, su climber.org. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  19. ^ Comparison between UIAA grades and other grading systems (PDF), su theuiaa.org. URL consultato il 13 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2011).
  20. ^ Grades Table, su falesia.it. URL consultato il 29 marzo 2013.
  21. ^ a b Club Alpino Italiano, Alpinismo su roccia, 2008, ISBN 978-88-7982-024-0.
  22. ^ (FR) Topoguide - Cotations en artif, su camptocamp.org. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  23. ^ (EN) What is the alpine grade?, su camptocamp.org. URL consultato il 22 dicembre 2011.
  24. ^ (EN) Grades, su alpinist.com. URL consultato il 13 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2014).
  25. ^ Scala difficoltà Cascate di Ghiaccio, su thinkice.it. URL consultato il 13 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2012).
  26. ^ (EN) Ice Climbing Ratings, su iceclimbingcolorado.com. URL consultato il 22 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2011).
  27. ^ (EN) Ice and mixed climbing ratings, su alaskaiceclimbing.com. URL consultato il 22 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2012).

Voci correlate

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Altri progetti

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