Giuseppe Pizzorno
Giuseppe Pizzorno | |
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Nascita | Cagliari, 14 agosto 1891 |
Morte | Roma, 1980 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Italia |
Forza armata | Regio Esercito Esercito Italiano |
Arma | Fanteria |
Corpo | Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana |
Anni di servizio | 1911 - 1952 |
Grado | generale di corpo d'armata |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Guerra d'Etiopia Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia degli Altipiani Battaglie dei Tre Monti |
Comandante di | Brigata "Sassari" Accademia militare di Modena |
Decorazioni | #Onorificenzevedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
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Giuseppe Pizzorno (Cagliari, 14 agosto 1891 – Roma, 1980) è stato un generale italiano che si è distinto in numerose battaglie, sia nella prima sia nella seconda guerra mondiale ricoprendo, al termine della sua carriera, la carica di Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Cagliari nel 1891, figlio di Enrico e di Clotilde Benvenuto. Arruolatosi nel Regio Esercito iniziò a frequentare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria. Appena ventenne, nel 1911, partecipò alla guerra italo-turca combattendo in Libia.[1]
All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, prestava servizio come comandante di una compagnia della Brigata "Sassari" guadagnandosi subito una medaglia d'argento al valor militare.[1] Nel corso del conflitto fu ferito gravemente due volte, la prima volta a Monte Moschiagh nel 1917 e una seconda volta a Col d'Echele, nel corso della prima delle battaglie dei Tre Monti nel gennaio 1918. Nel corso del conflitto Giuseppe Pizzorno e i suoi quattro fratelli si ritrovarono a combattere in prima linea e oltre a Giuseppe Pizzorno anche alcuni dei suoi fratelli furono feriti, ma al termine del conflitto i cinque fratelli Pizzorno tornarono tutti salvi a casa.[1]
Dopo la Grande Guerra venne dapprima destinato in Somalia, in forza al Regio corpo truppe coloniali, al comando di formazioni Dubat.[1] Prese poi parte alla guerra d'Etiopia, e alle successive grandi operazioni di polizia coloniale guadagnandosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, conferitagli nel giugno del 1939[2] e un'altra medaglia d'argento al valor militare. Nel secondo conflitto mondiale operò ancora in Africa Orientale con il grado di colonnello quale capo di gabinetto del governo dell'Amhara e successivamente quale Capo di stato maggiore nello scacchiere Nord.[1] Ancora una volta ferito, venne decorato ancora tre volte,[1] cadendo alla fine prigioniero insieme al Duca Amedeo d'Aosta[1] nell'ultima eroica resistenza nella seconda battaglia dell'Amba Alagi.
Dopo due anni di prigionia in Egitto fece ritorno in Italia ricoprendo al termine del conflitto importanti incarichi anche internazionali a Washington e in Europa,[1] ricevendo nel 1949 la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare d'Italia,[2] concludendo la sua carriera ricoprendo tra il 1952 e il 1954 la carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
Nel corso della sua carriera è stato comandante della Brigata "Sassari" e dell'Accademia militare di Modena ed è stato insignito di cinque medaglie d’argento e altrettante di bronzo al valor militare e numerose onorificenze italiane e straniere.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale 5 giugno 1946.[4]
— Regio Decreto 8 agosto 1920.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Pizzorno, vita in divisa (PDF), in L'Unione Sarda, 9 giugno 2015.
- ^ a b c d Pizzorno Giuseppe
- ^ CAGLIARI: DOMANI COMUNE INTITOLA PIAZZA A GENERALE PIZZORNO, in Adnkronos, 27 giugno 2015.
- ^ Bollettino Ufficiale 1946, disp.17, pag.2182.
- ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.221 del 22 settembre 1937, pag.33.
- ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.250 del 2 novembre 1938, pag.24.
- ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1928, p. 819. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
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