Giuseppe Lanza, principe di Trabia
Giuseppe Lanza Branciforte | |
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Principe di Trabia Principe di Santo Stefano | |
In carica | 1811 – 1855 |
Predecessore | Pietro Lanza Stella |
Successore | Pietro Lanza Branciforte |
Trattamento | Don |
Altri titoli | Duca di Camastra, Conte di Mussomeli, Conte di Sommatino, Barone di Dorilli, Barone di Rigiulfo, Signore di Dammisa, Grande di Spagna |
Nascita | Palermo, 30 ottobre 1780 |
Morte | Palermo, 2 febbraio 1855 (74 anni) |
Luogo di sepoltura | Chiesa di San Domenico |
Dinastia | Lanza |
Padre | Pietro Lanza Stella |
Madre | Marianna Branciforte Valguarnera |
Consorte | Stefania Branciforte e Branciforte |
Figli |
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Religione | Cattolicesimo |
Giuseppe Lanza Branciforte, principe di Trabia | |
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Ministro Segretario di Stato degli Affari Ecclesiastici | |
Durata mandato | 14 gennaio 1840 – 27 gennaio 1848 |
Capo di Stato | Ferdinando II delle Due Sicilie |
Capo del governo | Giuseppe Ceva Grimaldi Pisanelli, marchese di Pietracatella |
Predecessore | — |
Successore | Cesidio Bonanni d'Ocre |
Dati generali | |
Professione | archeologo |
Giuseppe Lanza Branciforte, principe di Trabia (Palermo, 30 ottobre 1780 – Palermo, 2 febbraio 1855), è stato un nobile, politico e archeologo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Palermo il 30 ottobre 1780, da Pietro, VII principe di Trabia (1759-1811), e dalla di lui consorte la nobildonna Marianna Branciforte Valguarnera dei Principi di Scordia, di cui era il primogenito di cinque figli.[1]
La sua educazione venne affidata a due precettori fiorentini, che gli impartirono lezioni di lettere, di filosofia e di religione.[1] Fin da adolescente mostrò una passione per gli studi eruditi, e nel 1797, a soli 17 anni di età, pubblicò un manoscritto sull'Abbazia di San Michele di Campogrosso.[2] Frequentò in seguito l'Accademia degli studi di Palermo dove ebbe come professore di eloquenza Michelangelo Monti, e come professore di economia e agricoltura l'abate Paolo Balsamo.[1] A conclusione degli studi, girò per tutta l'Italia a visitare monumenti e biblioteche, e conobbe personalmente molti intellettuali del tempo, come il poeta Vittorio Alfieri a Firenze.[1]
Nel 1811, alla morte del padre, succedette a questi nei titoli di famiglia di cui nello stesso anno ebbe investitura, assieme a quello di Grande di Spagna.[3] Il Lanza fu parì del Regno di Sicilia (1812 e 1848) e ministro degli Affari Ecclesiastici del Governo Ceva Grimaldi del Regno delle Due Sicilie (1840-48).[2][4]
Il Principe di Trabia si dedicò principalmente al mecenatismo e acquistò numerosi manoscritti, libri rari, quadri, monete, vasi greci e arabi, gemme, camei antichi e moderni, e molte opere di Michelangelo.[1] Tra i protagonisti della rinascita culturale e civile di Palermo tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX, si circondò di valenti intellettuali e scienziati del tempo, quali l'abate Giovanni Meli, l'abate Domenico Scinà, l'abate Francesco Ferrara e l'astronomo Niccolò Cacciatore.[5] Appassionato di numismatica e cultore di storia della Sicilia, compì numerosi viaggi in tutta l'isola ed effettuò scavi archeologici.[6]
Amico di monsignor Giuseppe Gioeni Valguarnera, che nel 1788 aveva fondato il Seminario Nautico di Palermo, questi lo nominò deputato amministratore nel 1811.[7][8] Il Principe di Trabia fu anche presidente dell'Accademia degli studi di Palermo (1832-35) e del Reale Istituto d'Incoraggiamento arti e manifatture per la Sicilia.[2][9]
Ammalatosi di apoplessia, morì a Palermo il 2 febbraio 1855, all'età di 74 anni.[1]
Matrimoni e discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Giuseppe Lanza Branciforte, VIII principe di Trabia, nel 1805 sposò la nobildonna Stefania Branciforte e Branciforte, XIV principessa di Butera (1788-1843), figlia di Niccolò Placido, VI principe di Scordia, ultima erede del casato dei Branciforte che portò in dote i relativi titoli e beni alla famiglia Lanza, che da allora si cognomò Lanza Branciforte.[10] Da detta unione nacquero i seguenti figli:
- Pietro, IX principe di Trabia (1813-1855), che sposò Eleonora Spinelli Caracciolo dei Principi di Scalea, da cui ebbe sei figli;
- Teresa (1819-1843), che fu moglie di Michele Spadafora dei Principi Spadafora;
- Francesco Paolo (1820-?);
- Beatrice (1825-1900), che fu moglie di Lorenzo Mastrogiovanni Tasca Nicolosi dei Principi di Cutò;
- Emanuele, conte di Mazzarino (1827-1876), che sposò Olivia Mantegna Alliata dei Principi di Gangi;
- Niccolò Placido (1835-?).
Opere[2]
[modifica | modifica wikitesto]Il Principe di Trabia fu autore di scritti di carattere divulgativo, quali:
- Lettera al professore Scinà sopra una pàtera d'oro esistente nel museo di antichità del Principe di Trabia in Iride. Giornale di Palermo vol. 2, n. 7, p. 27 (1822)
- Lettera sopra un vaso greco-siculo in Giornale di scienze, lettere e arti della Sicilia vol. 3, n. 9, p. 311 (1822)
- Sopra un'antica medaglia inedita di Palermo in Giornale di scienze, lettere e arti della Sicilia vol. 22, n. 64, p. 97 (1822)
- Opuscoli varii di archeologia siciliana., Palermo, Dato (1823)
- Sopra due portulani, lettera del Principe di Trabia al sig. Agostino Gallo, Palermo, Solli (1832)
- Lettera sulla bigamia di Dionisio l'antico tiranno di Siracusa. (1832)
- Notizie sui ruderi di Solunto in Giornale politico e letterario di Palermo n. 49 del 3 dicembre 1840.
- Biografia di Lion. Bartolomeo giureconsulto palermitano morto nel 1450 in Biografie degli uomini illustri di Sicilia
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Gallo, p. 4.
- ^ a b c d G. M. Mira, Bibliografia siciliana ovvero Gran dizionario bibliografico delle opere edite e inedite, antiche e moderne di autori siciliani o di argomento siciliano stampate in Sicilia e fuori., vol. 1, Tipografia Gaudiano, 1873, p. 504.
- ^ G. Galluppi, barone di Pancaldo, I Grandi di Spagna siciliani, in Giornale Araldico-genealogico-diplomatico, n. 9, Regia Accademia Araldica Italiana, marzo 1889, pp. 141-149.
- ^ V. Palizzolo Gravina, barone di Ramione, Il blasone in Sicilia ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti & Huber, 1875, pp. 227-229.
- ^ Gallo, p. 5.
- ^ Gallo, p. 6.
- ^ Gallo, p. 7.
- ^ A. Sansone, Storia del R. Istituto Nautico Gioeni-Trabia, Tipografia Barravecchia, 1892, p. 76.
- ^ L. De Nardi, L'Accademia di Scienze di Palermo: fra interessi culturali, relazioni sociali e riflessioni politiche, in D. Novarese (a cura di), Accademie e scuole. Istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere, Giuffrè, 2011, p. 602.
- ^ G. Di Benedetto, E. Di Benedetto, Palermo tra Ottocento e Novecento, Grafil, 2001, p. 32.
- ^ Almanacco della Real Casa e corte per l'anno 1830, Stamperia Reale di Napoli, 1830, p. 153.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Gallo, Biografia di Giuseppe Lanza principe di Trabia. Archeologo siciliano., Palermo, Stamperia della Vedova Solli, 1855.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Lanza Branciforte, su gw.geneanet.org. URL consultato il 26 dicembre 2021.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10197230 · SBN PALV020899 · CERL cnp00142800 · GND (DE) 100610609 |
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