Il Giro d'Italia 2020, centotreesima edizione della Corsa e sedicesima prova dell'UCI World Tour 2020, si svolse in ventuno tappe dal 3 al 25 ottobre2020, per un totale di 3 352,4 km, con partenza da Monreale e arrivo a Milano.[1] Inizialmente previsto come da tradizione a maggio (dal 9 al 31), con partenza da Budapest, il Giro fu posticipato a causa della pandemia di COVID-19.[2] La corsa fu vinta del britannico Tao Geoghegan Hart, che completò il percorso in 85h40'21", alla media di 39,130 km/h, davanti all'australiano Jai Hindley e all'olandese Wilco Kelderman.
Geoghegan Hart strappò il primato a Hindley nell'ultima tappa (a cronometro) da Cernusco sul Naviglio a Milano, alla partenza della quale i due avevano il medesimo tempo in classifica generale. Il britannico fu così il primo corridore nella storia del Giro a vincere la corsa senza aver mai indossato la maglia rosa.
Sul traguardo di Milano portarono a termine la competizione 133 ciclisti sui 176 partiti da Monreale.
È l'ecuadorianoJonathan Caicedo il re dell'Etna, vincitore della terza tappa grazie ad una fuga partita da lontano e gestita bene, che precede sul traguardo Giovanni Visconti, l'ultimo uomo ad arrendersi. Tra gli uomini di classifica, si avvantaggia Wilco Kelderman, mentre controllano Fuglsang, Nibali e Majka. Si lascia sorprendere invece Yates, che accumula più di tre minuti dai diretti concorrenti per la maglia rosa. Lo sconfitto di giornata è Geraint Thomas che esce di classifica arrivando al traguardo con ben 12 minuti di ritardo, scortato dalla maglia rosa Ganna, costretto a cedere il simbolo del primato al portoghese Almeida. Il fuoriclasse inglese, caduto a causa di una borraccia nel trasferimento, non partirà all'indomani.
La quarta tappa del Giro d'Italia, con arrivo a Villafranca Tirrena, vede la volata vincente di Arnaud Démare, che batte al photofinish Peter Sagan e Davide Ballerini. La tappa aveva visto una fuga di tre corridori, ripresa ai -15. Il portoghese Almeida resta in rosa, guadagnando anche due secondi sui rivali, grazie allo sprint sul traguardo volante. L'ex campione del mondo slovacco, ancora una volta secondo sul traguardo, può consolarsi con la conquista provvisoria della maglia ciclamino.
Dopo aver lasciato la Sicilia, la tappa calabrese del Giro d'Italia incorona Filippo Ganna, show anche in salita, dopo la vittoria a cronometro di Palermo. Il verbanese stacca i compagni di fuga quando mancano circa sei km alla salita del Valico di Montescuro e raggiunge il traguardo in solitaria, conquistando anche un'inattesa maglia azzurra. Tra i big, ancora in difficoltà Yates che esce di classifica, mentre Almeida guadagna 4” di abbuono per il terzo posto conquistato in volata. Sull'asperità si stacca anche Caicedo, vincitore sull'Etna, così che sale in seconda posizione lo spagnolo Pello Bilbao.
Ancora Arnaud Démare: terza vittoria in questo Giro per la maglia ciclamino, che batte in volata Peter Sagan (secondo per la terza volta) e Micheal Matthews. La tappa, cortissima, è caratterizzata dal forte vento, che “spinge” i ciclisti ad effettuare la frazione con la più alta media oraria nella storia del Giro (51,234 km/h). Alta anche la tensione, che porta ad alcune cadute. Invariate le quattro maglie.
La tappa, che si apre col colpo di scena del ritiro di Simon Yates positivo al Covid-19, è caratterizzata da un'ampia fuga da lontano che permette all'inglese Alex Dowsett di trionfare in solitaria, staccando i cinque compagni fuggitivi, tra cui Salvatore Puccio, giunto secondo al traguardo. Il gruppo controlla ed arriva a quattordici minuti di distacco, col portoghese Almeida che conserva il simbolo del primato.
La prima settimana del Giro si conclude con un tappone appenninico interamente abruzzese, con ben quattro GPM e 4500 metri di dislivello distribuiti su 208 km. Vince ancora la fuga, a trionfare sull'Aremogna è il portoghese della EFRuben Guerreiro, che conquista anche la maglia azzurra, e precede lo spagnolo Castroviejo. Il gruppo dei migliori arriva sul traguardo con un minuto e mezzo di ritardo, e la ripida salita finale premia Fuglsang, Kelderman e Pozzovivo, con Nibali, le cui caratteristiche sono poco compatibili con la salita finale, di poco attardato, ma che guadagna qualche secondo su Almeida, ancora in rosa.
La tappa si apre con un altro colpo di scena. Alla partenza di Lanciano non si presentano infatti la Mitchelton-Scott, con altri quattro membri dello staff positivi al Covid-19, e la Jumbo-Visma, con anche Kruijswijk, tra i favoriti per la vittoria finale, positivo. Per lo stesso motivo il Giro perde anche un altro protagonista, Micheal Matthews. La tappa è molto movimentata con la FDJ che cerca di non far partire la fuga, guidata da Sagan, Ciccone ed altri uomini importanti, ma deve arrendersi dopo qualche decina di km. Nel tratto più duro della salita di Tortoreto, Sagan scatta e va finalmente a vincere la sua prima tappa della Corsa Rosa, in solitaria, precedendo McNulty e la maglia rosaAlmeida, che aumenta di 4” il suo vantaggio sui big grazie all'abbuono. La classifica rimane pressoché invariata, con il solo Fuglsang che giunge al traguardo con poco più di un minuto di ritardo dal gruppo maglia rosa a causa di una foratura.
Sull'arrivo di Rimini, cala il poker Arnaud Démare, perfetto nelle volate fin qui, che precede per l'ennesima volta Peter Sagan. La tappa, adatta alle caratteristiche dei due sprinter, è animata da una coraggiosissima fuga di giornata, che viene ripresa ai -6 dal traguardo. Primo degli italiani è Consonni (4°) che ha sostituito in volata Viviani, protagonista di una caduta con una motocicletta. Ancora invariate le maglie.
Si corre sulle strade dell'indimenticato Marco Pantani su un percorso che ricalca la gran fondo romagnola dei “Nove Colli”. La tappa è caratterizzata da una fuga di giornata di ben 14 corridori che non vengono ripresi del gruppo. La vittoria va a un altro ecuadoriano, Narváez della Ineos, che precede l'ucraino della BahrainMark Padun, attardato di un minuto a causa di un problema meccanico. Il gruppo maglia rosa giunge sul traguardo con un ritardo di otto minuti, con distacchi invariati.
Secondo acuto per il finisseur della UAEDiego Ulissi che dopo Agrigento vince anche a Monselice, in una tappa caratterizzata dai distacchi, nelle due asperità di giornata, degli sprinter finora protagonisti, Démare e Sagan. Arrivano a giocarsi la vittoria quindi solo una ventina di corridori, con Ulissi che in volata ha la meglio su Almeida (che guadagna 6” sui rivali in generale grazie all'abbuono) e sull'austriaco Patrick Konrad.
Ancora crono e ancora Filippo Ganna che va a vincere, con un vantaggio superiore al minuto rispetto agli altri ciclisti tranne il compagno di squadra Rohan Dennis. Il campione del mondo prevale in tutti e tre gli intertempi. Tra gli uomini di classifica, a gioire è ancora una volta la maglia rosa João Almeida, che guadagna 16" su Kelderman, 1'22” su Bilbao, 1'23” su Nibali, 1'30” su Pozzovivo ed 1'44” su Fuglsang, che esce provvisoriamente dalla top ten, nella quale entra prepotentemente un giovane outsider, Brandon McNulty, terzo nella classifica di tappa e per ora quarto in generale, a 2'23” da Almeida. Invariati ancora i possessori delle maglie: rosa e bianca ad Almeida, ciclamino a Démare ed azzurra a Guerreiro.
Quinto successo di tappa per la Ineos, questa volta grazie a Tao Geoghegan Hart, unico in grado di stare a ruota di Jai Hindley, che ha lavorato sull'ultima asperità per il capitano Wilco Kelderman. La maglia rosa Almeida paga 37" di ritardo dal vincitore, riuscendo tuttavia a mantenere il primato con 15" sull'olandese Kelderman, giunto secondo sul traguardo. Pagano caro, invece, tutti gli altri: Majka 1'22", Bilbao, Nibali e Fuglsang 1'36", Pozzovivo 1'54", McNulty 2'43". Cambia, inoltre, la maglia azzurra, che passa all'italiano Giovanni Visconti.
Fuga doveva essere e fuga è stata. 28 i coraggiosi che tentano l'assalto dall'inizio, tra di loro i due contendenti della maglia azzurra Visconti e Guerreiro. Ha la meglio Jan Tratnik che sulla salita dell'arrivo stacca Ben O'Connor e va a vincere sul traguardo di San Daniele. Terzo Battaglin. Rimane invariata la classifica generale, salvo il guadagno di 2” per la maglia rosa João Almeida che scatta a poche centinaia di metri dal traguardo e guadagna 2" sui rivali.
La carovana affronta il terzultimo tappone alpino, con Madonna di Campiglio ultimo dei quattro GPM in programma oggi. La vittoria, come il giorno prima, va alla fuga che questa volta premia l'australiano della NTTO'Connor, arrivato secondo a San Daniele, che vince in solitaria davanti a Pernsteiner (che scala numerose posizioni in classifica) e De Gendt. Tra i big, non ci sono scatti e non ci sono crolli: la classifica rimane invariata. Cambia invece la maglia azzurra che torna sulle spalle di Guerreiro, in fuga a differenza di Visconti.
Si arriva alla tappa regina del Giro d'Italia con una notizia che scuote la carovana: il tappone di sabato risulterà notevolmente ridimensionato a causa delle disposizioni contro la pandemia di COVID-19 in atto in Francia che ha portano alla rinuncia da parte dell'organizzazione al passaggio sul Colle dell'Agnello e sull'Izoard. Questa appare perciò l'ultima occasione per scalzare Almeida dalla maglia rosa. Dopo aver affrontato il Campo Carlo Magno ed il Passo Castrin il folto gruppetto di corridori in fuga viene ripreso pian piano dal gruppo. Sulla salita allo Stelvio, Cima Coppi 2020, si staccano prima la maglia rosa João Almeida, poi il favorito di giornata Vincenzo Nibali ed infine la coppia Pello Bilbao e Jakob Fuglsang. Scollina per primo Rohan Dennis (primo australiano nell'impresa), gregario prezioso di Tao Geoghegan Hart secondo con Jai Hindley subito a ruota; Wilco Kelderman scollina attardato di 40". Sull'ultima ascesa per le Torri di Fraele, una volta terminato il lavoro di Dennis, Hindley e Geogheghan rimangono soli al comando senza trovare collaborazione, cosa che permette ai diretti inseguitori di recuperare del terreno. In vetta ai Laghi di Cancano trionfa in volata Hindley, seguito dal rivale Geoghegan Hart; chiude il podio Bilbao, in netto recupero nel finale. Kelderman, che chiude con 2'15" di ritardo dal vincitore di tappa, viene premiato con la maglia rosa, primato difeso per soli 12" dal compagno Hindley ed altri 15 da Geoghegan Hart. Oltre al podio cambiano anche le restanti posizioni: Bilbao si ritrova al quarto posto con 1'15" seguito dall'ormai ex maglia rosa Almeida a 2'16"; proseguono Fuglsang a 3'59" con Konrad e Nibali con un ritardo superiore ai 5 minuti.
A causa delle proteste da parte di alcune squadre e altrettanti ciclisti per le avverse condizioni meteo e l'elevato chilometraggio, la tappa, con partenza prevista da Morbegno, è modificata in corsa. Il gruppo, dopo aver percorso ad andatura "turistica" circa 10 km dal via, si ferma e i corridori vengono fatti salire sui pullman delle squadre e scortati fino alla nuova località di partenza presso Abbiategrasso, luogo in cui era previsto il rifornimento, accorciando il tracciato di circa 130 km. Preso il via verso le 14.30, dal gruppo si stacca una fuga di 14 uomini che mantiene un distacco intorno al minuto e mezzo dal plotone guidato esclusivamente dalla Bora-Hansgrohe. Intorno ai -65 km dal traguardo, la Bora che lavorava per Peter Sagan per tenere vive le speranze di volata (e quindi per i punti per la maglia ciclamino), vedendo il distacco dai fuggitivi aumentare, decide di rialzarsi. Ai -20 km dall'arrivo, il corridore ceco Josef Černy della CCC Team, prende circa una ventina di secondi di vantaggio dai 13 in fuga, da cui si stacca un gruppetto di 5 inseguitori. Černy, intorno ai -8 km, arriva ad avere un vantaggio di circa 40", divario che va sempre più a ridursi col passare dei chilometri fino a quando si assesta intorno ai 20" quando mancano circa 3 km. Dai cinque inseguitori l'ultimo a perdere le speranze di rimonta è Victor Campenaerts, che non riesce a riprendere il corridore ceco e chiude secondo. Terzo Jacopo Mosca. Il gruppo della maglia rosa giunge sul traguardo di Asti con circa 16 minuti di ritardo dal vincitore, mantenendo quindi immutata la classifica generale.
Ultima occasione per stravolgere la classifica generale prima della cronometro finale. Wilco Kelderman riparte con la maglia rosa conquistata sullo Stelvio, mentre i due giovani Jai Hindley, compagno di squadra della maglia rosa, e Tao Geoghegan Hart si trovano sul podio racchiusi in 15 secondi. La fuga di 21 corridori, tra i quali figurano molti velocisti, si forma a 28 km e permette ad Arnaud Démare di aumentare il vantaggio per la maglia ciclamino sul secondo, Peter Sagan, vincendo lo sprint a Saluzzo. Dopo il primo scollinamento sul Sestriere, si avvantaggiano Filippo Fiorelli e Davide Ballerini, i quali poi verranno raggiunti dall'altro compagno all'attacco Einer Rubio Reyes. Intanto la Ineos-Grenadiers alza il ritmo in gruppo, determinata a far staccare Kelderman. Nella seconda scalata il ritmo duro imposto da Rohan Dennis riesce nell'intento di far staccare tutti gli uomini di classifica, eccetto Hindley, che diventa quindi Maglia Rosa virtuale. Allo scollinamento gli altri migliori pagano 30". Il trio composto da Dennis, Geoghegan Hart e Hindley assorbe tra il km 150 e il 170 tutti i fuggitivi rimasti ed allo sprint di Sauze di Cesana Hindley guadagna un ulteriore secondo grazie all'abbuono sul diretto rivale in classifica Geoghegan Hart, portandosi a 4" di vantaggio in classifica. Nel gruppo della maglia rosa durante l'ultima salita Nibali perde contatto, mentre l'ex-maglia rosa João Almeida scatta. Nonostante i quattro attacchi di Hindley sulla salita finale Geoghegan Hart non si stacca, sebbene al quarto attacco il compagno di squadra Dennis paghi e debba lasciare il britannico da solo. La volata finale è vinta da Geoghegan Hart, che recupera grazie all'abbuono i 4 secondi di svantaggio in classifica generale e pareggia il tempo generale di Hindley. Terzo il vincitore morale della tappa Dennis, 4° Almeida a 1'01", poi la maglia rosa ad 1'35" e Nibali a 2'02". La classifica generale presenta per la prima volta alla penultima tappa un pareggio di tempo, dove la somma dei centesimi delle cronometro consegna la maglia rosa al giovane della Sunweb.
Alla vigilia dell'ultima tappa due corridori sono alla pari per la conquista della maglia rosa. Filippo Ganna conquista la sua quarta tappa davanti a Victor Campenaerts e a Rohan Dennis. 4° João Almeida, che scala una posizione in classifica ai danni di un Pello Bilbao sottotono. Ma i riflettori sono tutti puntati sugli ultimi due alla partenza: Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart. A 3 km è ancora pareggio tra i due, che registrano lo stesso tempo, mentre all'intertempo Hindley perde 22". Geoghegan Hart taglia il traguardo in 18'14", Hindley in 18'53". La classifica finale premia quindi Geoghegan Hart, davanti a Hindley e Wilco Kelderman.