Giuseppe Viani

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Giuseppe Viani
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Altezza193 cm
Peso83 kg
Calcio
RuoloAllenatore (ex centrocampista)
Termine carriera1943 - giocatore
1969 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1924-1926non conosciuta (bandiera) Olimpia Treviso? (?)
1926-1928Treviso21 (10)
1928-1934Ambrosiana137 (11)
1934-1938Lazio114 (1)
1938-1939Livorno27 (0)
1939-1940Juventus5 (0)
1940-1941Siracusa25 (2)
1941-1943Salernitana42 (1)
Carriera da allenatore
1940-1941Siracusa
1941-1943Salernitana
1945Benevento
1945-1946BPD Colleferro[1]
1946-1948Salernitana
1948-1949Lucchese
1949-1951Palermo
1951-1952Roma
1952-1956Bologna
1956-1965Milan[2]
1958Italia (bandiera) Italia
1960Italia (bandiera) Italia
1960Italia (bandiera) Italia olimpicaD.T.
1965-1966Genoa
1968BolognaD.T.
1968-1969UdineseD.T.
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Giuseppe Ferruccio Viani, detto Gipo (Nervesa della Battaglia, 13 settembre 1909Ferrara, 6 gennaio 1969), è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Con 639 presenze è quinto assoluto nella classifica di presenze degli allenatori in Serie A.

Nel 2018 ottiene un riconoscimento alla memoria nella Hall of Fame del calcio italiano.[3] Inoltre, alla sua memoria è stato intitolato lo Stadio Comunale di Nervesa della Battaglia.

Caratteristiche tecniche

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Alcune fonti lo indicano come il primo allenatore ad introdurre il ruolo del libero,[4] altri, come il giornalista Gianni Brera, hanno attribuito invece questo merito a Ottavio Barbieri.[5][6]

Ciò che è certo, è che sfruttò al meglio l'invenzione del Vianema sorta da un'idea di un suo giocatore, Antonio Valese ai tempi della Salernitana: in tal senso fu uno dei primi - se non il primo[7]- allenatore ad introdurre il ruolo del libero in modo sistematico. Il Vianema si configurò come una revisione del sistema da cui ebbe in seguito origine il catenaccio all'italiana. L'utilizzo del Vianema consentì alla Salernitana di non sfigurare contro squadre di Serie A ritenute molto più forti, riuscendo ad ottenere preziosi pareggi e vittorie, e soltanto per un punto non ottenne una salvezza che mostrò di meritare, in quanto l'arbitro fiorentino Vittorio Pera si rese protagonista di un pessimo arbitraggio nella sfida salvezza dei "granata del Sud" contro la Roma, come fonti autorevoli testimoniano (fra cui Antonio Ghirelli, nella sua Storia del calcio).

Cresce calcisticamente nelle file dell'Olimpia di Treviso in Terza Divisione e del Treviso in Prima Divisione.

Nel 1929 viene ceduto, assieme a Umberto Visentin, all'Ambrosiana. Esordisce in Serie A il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno (2-1). Nella stagione 1929-30 vince lo scudetto con la squadra milanese. Dopo sei stagioni in maglia nerazzurra, gioca con Lazio, Livorno e Juventus. Termina la sua carriera calcistica tra il 1940 e il 1943 nel Siracusa e nella Salernitana.

Per tutta la sua carriera fu accompagnato dal soprannome "Lo sceriffo", tanto per i suoi metodi risoluti quanto per una notevole somiglianza con John Wayne.

Siracusa e Salernitana

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Nei suoi ultimi 3 anni da calciatore cominciò anche ad allenare, diventando allo stesso tempo "Allenatore-Giocatore" del Siracusa[8] e poi della Salernitana: con i siciliani restò un anno (dal 1940 al 1941) e portò il club al primo posto nella classifica finale del girone H della Serie C 1940-1941; in quanto detentore del girone venne ammesso ai gironi finali per la promozione diretta in Serie B, poi sfumata: partecipò al girone A finale, ma arrivò in terza posizione, non raggiungendo i primi due posti validi per un solo punto; con i granata, invece, restò due anni (dal 1941 al 1943) e, alla prima stagione arrivò di nuovo capolista, ma la squadra non venne ammessa ai gironi finali per illecito sportivo, mentre l'annata successiva rimase sulla panchina campana, arrivò per la seconda volta consecutiva in prima posizione in classifica e arrivò in seconda posizione nel girone A della fase finale, ottenendo dunque la promozione in Serie B. La cadetteria, però, stenterà ad arrivare, in seguito agli attacchi bellici della Seconda guerra mondiale che hanno costretto l'interruzione dei campionati.

Benevento e Colleferro

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Dopo due anni di inattività allenò il Benevento, con cui vinse il campionato di C (anche se il club per motivi economici non formalizzerà l'iscrizione alla B), e dopo, sino al 1946, passò al B.P.D. Colleferro.

Seconda avventura alla Salernitana

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Successivamente, Viani ritornò alla Salernitana, in Serie B. Con i campani conquistò la promozione in Serie A adottando un modulo tattico originale. Il sistema, detto Vianema in onore dell'allenatore, prevedeva l'assenza dell'attaccante centrale, impiegato come un libero, e una manovra offensiva molto efficace avviata sulle fasce laterali[9][10].

Lucchese e Palermo

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Dopo la positiva esperienza in Campania, diventò tecnico della Lucchese, per l'anno 1948-1949, dove concluse all' ottavo posto finale in campionato, e, per un biennio (dal 1949 al 1951), divenne tecnico del Palermo, chiudendo con un tredicesimo posto e poi decimo posto finale.

In seguito alla prima e unica retrocessione della Roma in Serie B, avvenuta nella stagione 1950-1951, venne scelto come allenatore dei giallorossi, con il quale conquistò immediatamente la massima serie, dopo aver tenuto il comando della classifica e aver domato il Brescia con un punto di vantaggio.

Nonostante la promozione, decise di dimettersi da tecnico dei capitolini.

Per un quadriennio, dal 1952 sino al 1956, fu chiamato alla guida del Bologna, con cui ottenne dei risultati di alta classifica, concludendo in modo positivo le stagioni con gli emiliani.

Nel 1956 fu ingaggiato dal Milan, che condusse da allenatore fino al 1958 e in qualità di direttore tecnico dal 1958 al 1965. In questi nove anni vinse 3 scudetti (1956-1957, 1958-1959 e 1961-1962) e la Coppa dei Campioni 1962-1963 dopo aver perso la finale del 1958 con il Real Madrid. Come direttore tecnico perde la quarta edizione della Coppa Intercontinentale 1963, dove si affrontarono il Milan e il Santos. Arriva al terzo posto nella Coppa Latina 1957.

Sempre in questo periodo Viani concluse un affare di calciomercato assai vantaggioso con la Roma: Víctor Benítez passò in giallorosso in cambio del trasferimento al Milan di Sormani e Schnellinger.

Nazionale Italiana

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Tra il 1958 e il 1960 fu nominato commissario tecnico della Nazionale italiana e ricopri il ruolo di D.T. della Nazionale Olimpica italiana.

Genoa, di nuovo Bologna e infine Udinese

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Dopo l'avventura nel Milan diresse il Genoa, poi ancora il Bologna (per la seconda metà della stagione 1967-1968, subentrando a gennaio a Luis Carniglia[11]) e infine l'Udinese.

Presenze e reti nei club

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Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1940-1941 Italia (bandiera) Siracusa C 25 2 CI 2 0 27 2
Totale carriera 25 2 2 0 27 2

Statistiche da allenatore

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Stagione Squadra Campionato Piazzamento Andamento
Giocate Vittorie Pareggi Sconfitte % vittorie
1940-1941 Italia (bandiera) Siracusa C 22 14 3 5 63,64
1945-1946 Italia (bandiera) B.P.D. Colleferro C 14º 24 2 5 17 &&8,33
Totale 46 16 8 22 34,78
Viani con la maglia dell'Ambrosiana nella stagione 1928-29.
Ambrosiana Inter: 1929-30
Competizioni nazionali
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Siracusa: 1940-1941
Salernitana: 1942-1943
Salernitana: 1946-47
Roma: 1951-52
Milan: 1956-57, 1958-59 (D.T.), 1961-62 (D.T.)
Competizioni internazionali
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Milan: 1962-1963 (D.T.)
  1. ^ B.P.D.-Avezzano, su dlib.coninet.it. URL consultato il 4 novembre 1945 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2010).
  2. ^ dal 1958 al 1960 come direttore tecnico insieme all'allenatore Luigi Bonizzoni; Medesimo ruolo dal 1960 al 1961 insieme all'allenatore Paolo Todeschini, dal 1963 fino a marzo 1964 insieme a Luis Carniglia e fino a giugno 1965 insieme a Nils Liedholm.
  3. ^ Sfilata di campioni per la ‘Hall of Fame’: altre 11 stelle entrano nella storia del calcio italiano, su figc.it. URL consultato il 20 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2021).
  4. ^ Giuseppe Bagnati; Vito Maggio; Vincenzo Prestigiacomo, Il Palermo racconta: storie, confessioni e leggende rosanero, Palermo, Grafill, giugno 2004, p. 156, ISBN 88-8207-144-8.
  5. ^ Carlo Felice Chiesa, Quarta puntata: Roma e Toro nel vento di guerra, da «Calcio 2000», maggio 2002, p. 53
  6. ^ Mario Valitutti, La vera storia del "Giallo" dei Vigili del Fuoco spezzini, citato in Sappino, p. 1081
  7. ^ Piccola Storia della Tattica: la nascita del catenaccio, il Vianema e Nereo Rocco, l’Inter di Foni e di Herrera (IV parte), su mondopallone.it. URL consultato il 17 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2014).
  8. ^ G. Caia, A. Caia, Fontanelli, Messina, Scatà, p. 10.
  9. ^ Salerno sente profumo di serie A mezzo secolo dopo il "Vianema", Corriere della Sera, 16 dicembre 1997 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
  10. ^ Enzo Foglianese, "Vianema" e altri trucchi, su pontifex.roma.it, 9 novembre 2008. URL consultato il 15 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2012).
  11. ^ Roma 3 gennaio 1968, pagina 10.
  • Luigi Bonizzoni, Viani e il suo "vianema", Notiziario del settore tecnico F.I.G.C., N° 4, luglio/agosto 2001, p. 32 ss.
  • Giancarlo Caia, Angelo Caia, Carlo Fontanelli, Alessio Messina, Paolo Scatà, Almanacco azzurro, Empoli, GEO Edizioni, 2011, p. 318.
  • Vladimiro Caminiti, Juventus Juventus. Dizionario storico romantico dei bianconeri, Milano, Edizioni Elle, 1977, p. 224.
  • Marco Sappino (a cura di), Dizionario del calcio italiano - Vol. 2, Milano, Baldini, Castoldi & Dalai, 2000.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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