Giant Magellan Telescope
Giant Magellan Telescope | |
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Giant Magellan Telescope | |
Osservatorio | Osservatorio di Las Campanas |
Ente | GMT Consortium |
Stato | Cile |
Coordinate | 29°02′54″S 70°41′01″W |
Altitudine | 2 516[1][2] m s.l.m. |
Costruito nel | In costruzione |
Prima luce nel | 2029 |
Caratteristiche tecniche | |
Tipo | Telescopio gregoriano |
Lunghezza d'onda | 320–25000 nm[3] |
Diametro primario | 25,448 m[4] |
Risoluzione angolare | 0,21–0,3″a 500 nm[3] |
Area | 368[4] m² |
Distanza focale | 18,00 m (M1) 202,745 m (M1 M2)[4] |
Montatura | altazimutale |
Sito ufficiale | |
Il Giant Magellan Telescope (GMT) è un telescopio di elevate prestazioni in fase di costruzione, la cui ultimazione è prevista entro il 2029[5].
Sarà costituito da sette telescopi riflettori di 8,4 metri di diametro, installati presso l'Osservatorio di Las Campanas, in Cile; Il nome è stato scelto per analogia coi due Telescopi Magellano già operativi a Las Campanas.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Il Giant Magellan Telescope sarà costituito da un insieme di sette specchi primari, sei dei quali disposti ad esagono e uno al centro, con un diametro esterno complessivo di 25,4 metri.
I sette specchi primari saranno disposti "fuori asse", cioè essi non saranno radialmente simmetrici. Le superfici riflettenti avranno però una particolare curvatura che permetterà che l'immagine complessiva risulti "in asse". Il progetto prevede che uno dei sette specchi possa essere rimosso ogni qualche anno, per permettere il rifacimento della superficie riflettente, senza pregiudicare l'operatività del telescopio.
Il telescopio potrà operare sia nell'ottico che nell'infrarosso e si prevede potrà ottenere, grazie anche all'uso di sofisticate ottiche adattive, una risoluzione di 0,2-0,3 arc sec ad una lunghezza d'onda di 500 nm.[6]
Ciascuno dei sette specchi primari, costruito in vetro borosilicato presso il Richard F. Caris Mirror Laboratory dell'università dell'Arizona,[7] avrà un peso di 20 tonnellate con un accurato sistema di protezione antisismico[8]. Per confronto, anche lo specchio del Telescopio Hale di 5 metri di diametro dell'Osservatorio di Monte Palomar pesa 20 tonnellate, pur avendo una superficie di poco più di un terzo (25 m² contro 70,5 m²).
La struttura esterna ospitante il telescopio sarà alta 60 metri.
Enti partecipanti
[modifica | modifica wikitesto]Al 2009, partecipano alla realizzazione del progetto i seguenti enti:
- Carnegie Institution for Science
- Università Harvard
- Smithsonian Institution
- Università dell'Arizona
- University of Texas at Austin
- Texas A & M University
- Università Nazionale Australiana
- Astronomy Australia Limited
- Korea Astronomy and Space Research Institute
Essendo sviluppato da consorzi universitari e organizzazioni non profit, gli astronomi che non fanno parte dei consorzi non avrebbero accesso alle osservazioni. A tal fine, alla riunione annuale della American Astronomical Society svoltasi a gennaio 2019, la NSF ha proposto un sostegno economico di un miliardo di dollari congiuntamente ai gruppi di GMT e TMT in cambio del 25 % del tempo di osservazione su ciascun telescopio.[9]
Costruzione
[modifica | modifica wikitesto]Il primo specchio, realizzato presso l'Osservatorio Steward, in Arizona, è stato ultimato in autunno 2012;[10] a novembre 2017 è stato ultimato il quinto specchio e la costruzione del settimo e ultimo specchio è iniziata a settembre 2023[11]. Ad agosto 2018 è iniziato lo scavo delle fondamenta, conclusosi a marzo 2019, passando così alla successiva costruzione delle fondamenta, prevista per l'inizio del 2020.[12] La struttura portante del sistema ottico è costruita dal gruppo italiano Camozzi.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) José Terán U., Daniel H. Neff e Matt Johns, Conceptual design study of the GMT enclosure (PDF), su Giant Magellan Telescope, p. 2. URL consultato il 15 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2006).
- ^ Joanna Thomas-Osip, The Seeing and Turbulence Profile at Las Campanas Observatory: GMT Site Testing Progress Report, su Syposium on Seeing, weather.hawaii.edu, Kona, HI, AAS, 20 marzo 2007, p. 3. URL consultato il 31 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2020).
- ^ a b Giant Magellan Telescope Science Requirements (PDF), su gmto.org, GMT Consortium. URL consultato il 31 marzo 2008 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2008).
- ^ a b c Chapter 6: Optics, in GMT Conceptual Design Report, GMT Consortium, pp. 6–3. URL consultato il 2 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
- ^ (EN) Giant Magellan Telescope Inks Key Construction Contract, Eyes 2029 '1st Light', su space.com, 30 ottobre 2019.
- ^ (EN) GMT Science Requirements Archiviato l'11 ottobre 2008 in Internet Archive.
- ^ (EN) Revolutionary optics take shape in Tucson, su optics.org, 19 agosto 2019.
- ^ (EN) Giant Magellan Telescope Earns Top Marks In Earthquake Safety, A First In Observatory Design, su gmto.org, dicembre 2020.
- ^ (EN) Jeff Foust, Il futuro dell'astronomia spaziale può dipendere da due grandi telescopi terrestri, su spacenews.com, 28 gennaio 2019.
- ^ (EN) University of Arizona (a cura di), World’s Most Advanced Mirror for Giant Telescope Completed, su uanews.arizona.edu. URL consultato il 25 settembre 2017.
- ^ (EN) The Giant Magellan Telescope’s Final Mirror Fabrication Begins, su mcdonaldobservatory.org, 26 settembre 2023.
- ^ (EN) Excavation of Giant Magellan Telescope Pier and Enclosure Foundations Complete, su gmto.org, 26 marzo 2019.
- ^ Struttura italiana per il Giant Magellan Telescope, su media.inaf.it, 3 novembre 2019.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giant Magellan Telescope
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su giantmagellan.org.
- Giant Magellan Telescope (canale), su YouTube.