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Galassia Leo P

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Galassia Leo P
Galassia nana sferoidale
Galassia Leo P (Telescopio spaziale Hubble)
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneLeone
Ascensione retta10h 21m 45.1s
Declinazione+18° 05′ 17″
Distanza5280000 ± 495000 a.l.
(1620000 ± 150000 pc)
Redshift0,000881
Velocità radiale264 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia nana sferoidale
Altre designazioni
Leo P, SDSS J102145.12 180516.8, AGC 208583
Mappa di localizzazione
Galassia Leo P
Categoria di oggetti astronomici

La Galassia Leo P è una galassia nana sferoidale (dSph) situata nell'omonima costellazione alla distanza di circa 5,2 milioni di anni luce (circa 1,6 Megaparsec) dalla Terra, da cui si allontana alla velocità di 264 km/s[1].

Fu scoperta nel 2005 tramite i dati raccolti dall'Arecibo Legacy Fast survey (ALFA)[2]. Si trova al confine del Gruppo Locale, a circa 0,4 Megaparsec dalla Sestante B, la galassia più vicina nel sottogruppo di NGC 3109, associazione di galassie nane di cui è un chiaro componente e di cui fa parte la stessa NGC 3109, Sestante B e la Galassia Nana della Macchina Pneumatica[1].

Ha un diametro di circa 3.900 anni luce (circa il 4% della Via Lattea). Nel 2015 è stata studiata con i dati raccolti dal Telescopio spaziale Hubble[1][3]. È particolarmente ricca di gas di idrogeno, presenta un'attiva formazione stellare, una sottostante popolazione di vecchie stelle, una scarsa abbondanza di ossigeno (circa il 3% in rapporto al Sole) ed una bassa metallicità[3]. Leo P per la sua posizione così defilata non ha avuto interazioni con altre galassie nel corso della sua esistenza; P sta per "incontaminata" (dall'inglese "pristine").

  1. ^ a b c Kristen B. W. McQuinn, Evan D. Skillman e Andrew Dolphin, Leo P: An Unquenched Very Low-Mass Galaxy, in The Astrophysical Journal, vol. 812, n. 2, 20 ottobre 2015, p. 158, DOI:10.1088/0004-637X/812/2/158. URL consultato il 5 maggio 2016.
  2. ^ Kristen B. W. McQuinn, Evan D. Skillman e Danielle Berg, ALFALFA Discovery of the Nearby Gas-Rich Dwarf Galaxy Leo P. IV. Distance Measurement from LBT Optical Imaging, in The Astronomical Journal, vol. 146, n. 6, 1º dicembre 2013, p. 145, DOI:10.1088/0004-6256/146/6/145. URL consultato il 5 maggio 2016.
  3. ^ a b Kristen B. W. McQuinn, Evan D. Skillman e Andrew Dolphin, Leo P: How Many Metals can a Very Low-Mass, Isolated Galaxy Retain?, in The Astrophysical Journal, vol. 815, n. 2, 10 dicembre 2015, pp. L17, DOI:10.1088/2041-8205/815/2/L17. URL consultato il 5 maggio 2016.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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