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Fabio Mini

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Fabio Mini
NascitaManfredonia, 11 dicembre 1942
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Esercito Italiano
Anni di servizio1965[1] - 2003
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra del Kosovo
Comandante diKosovo Force
Istituto superiore di stato maggiore interforze
Studi militariAccademia militare di Modena
Scuola di applicazione
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Fabio Mini (Manfredonia, 11 dicembre 1942) è un militare e saggista italiano, già comandante NATO della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003.

Dopo gli studi presso l'Accademia militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino, si è laureato in Scienze strategiche per poi perfezionarsi in scienze umanistiche presso l'Università Lateranense e in Negoziato internazionale presso l'Università di Trieste.

Dal 1979 al 1981 è stato assegnato negli Stati Uniti alla 4º Divisione di Fanteria a Fort Carson, nel Colorado (4th Infantry Division Mechanized), dove è stato Ufficiale addetto ai Piani ed Operazioni (G3), Secondo in Comando della Divisione Esercitazioni e Valutazioni (EED) e Capo della Divisione Esercitazioni e Valutazioni/Centro Simulazione Combattimento.

Tra i vari incarichi è stato portavoce del capo di Stato maggiore dell'Esercito italiano e, dal 1993 al 1996, ha svolto la funzione di addetto militare a Pechino. Ha inoltre diretto l'Istituto superiore di stato maggiore interforze (ISSMI).

Generale di corpo d'armata, è stato capo di Stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa e a partire dal gennaio 2001 ha guidato il Comando Interforze delle Operazioni nei Balcani. Dall'ottobre 2002 all'ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace a guida NATO, nello scenario di Guerra in Kosovo nell'ambito della missione KFOR (Kosovo Force).

Commentatore di questioni geopolitiche e di strategia militare, scrive per Limes, la Repubblica, L'Espresso e il Fatto Quotidiano (dal 2015); è membro del Comitato Scientifico della rivista Geopolitica[2] ed è autore di diversi libri.

Critico rispetto alla strategia occidentale di sostegno all'Ucraina, invasa dalla Russia nel 2022, è stato anche accusato, in passato, di essere un sostenitore della teoria delle scie chimiche,[3] poiché nel 2012 si era definito interessato a indagare il fenomeno come forma di guerra ambientale.[4] Da parte sua, ha respinto tali accuse in un articolo sul Fatto Quotidiano del giugno 2022, con l'affermazione "Non sono un cultore delle scie chimiche [...]".[5]

Opere principali

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  • La guerra dopo la guerra. Soldati, burocrati e mercenari nell'epoca della pace virtuale, Torino, Einaudi, 2003.
  • Soldati, Torino, Einaudi, 2008.
  • Eroi della guerra. Storie di uomini d'arme e di valore, Bologna, il Mulino, 2011.
  • Perché siamo così ipocriti sulla guerra?, Chiarelettere, Milano 2012.
  • Mediterraneo in guerra. Atlante politico di un mare strategico, Einaudi, 2012, ISBN 9788806211349.
  • La guerra spiegata a..., Einaudi 2013.
  • Che guerra sarà, il Mulino, 2017.
  • Europa in guerra, Paper First, 2023 ISBN 9788831431910
Onorificenze italiane
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri»
— 27 dicembre 2003[6]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri»
— 27 dicembre 1999[6]
Commendatore dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del Contingente internazionale in Kosovo impegnato nell'operazione “Joint Guardian”, si prodigava con chiarezza di obiettivi e di metodo nella condotta di difficili operazioni militari interalleate e multinazionali, nonché in tutte le attività umanitarie e politico-militari connesse con il mandato. In un contesto contrassegnato da difficoltà ambientali e operative e da situazioni di pericolo, portava a compimento il delicato compito affidatogli, evidenziando capacità di comando e diplomatiche, che gli facevano riscuotere consenso, fiducia e ampia considerazione da parte di tutti i Paesi costituenti KFOR e delle fazioni in lotta. I risultati conseguiti sul campo gli sono valsi il plauso e l’ammirazione delle comunità internazionali e degli organi di vertice politico-militari della NATO e dell’ONU, dando così lustro all'Italia ed alle sue Forze Armate. Pristina (Kosovo), 3 ottobre 2002 – 3 ottobre 2003»
— 26 maggio 2004[6]
Croce d'argento al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale Generale in possesso di pregevoli qualità intellettuali, dotato di non comuni capacità professionali, sostenute da una vasta preparazione tecnica e da uno spiccato spirito d'iniziativa, si prodigava, con incondizionato impegno e completa dedizione, nell'espletamento di onerosissimi incarichi. In particolare, quale comandante delle forze Nato in Kosovo, dava prova di eccezionale perizia, guadagnando la stima e meritando l'apprezzamento delle unita nazionali ed estere presenti in tale teatro, contribuendo con il proprio operato a rafforzare l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale. Successivamente, quale ispettore per il reclutamento e le forze di completamento, conseguiva risultati di assoluto rilievo, dando un fondamentale apporto al conseguimento degli obiettivi della forza armata nello specifico settore. Validissimo dirigente che, grazie alle sue brillanti virtù militari, unite alla straordinaria motivazione e all'instancabile, impegno profuso, ha servito ininterrottamente per oltre quarantadue anni l'istituzione, contribuendo ad accrescere e a rafforzare il lustro e il prestigio dell'Esercito Italiano". Roma, 11 dicembre 2005.»
— 26 maggio 2008[6]
Onorificenze straniere
  1. ^ Fabio Mini.
  2. ^ Comitato Scientifico, su geopolitica-rivista.org. URL consultato il 9 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2012).
  3. ^ Non solo Putinismi. Le teorie dell'ex generale Mini sulle scie chimiche, su ilfoglio.it, 24 marzo 2022.
  4. ^ Generale Fabio Mini: Le scie chimiche in cielo? Ci devono spiegazioni scientifiche! | NoGeoingegneria, su www.nogeoingegneria.com, 13 febbraio 2013. URL consultato il 25 giugno 2024.
  5. ^ Il Fatto Quotidiano, 12-06-2022, p. 3, colonna 5, riga 35 dall'alto e ss.
  6. ^ a b c d e Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN38142806 · ISNI (EN0000 0000 2296 2068 · SBN CFIV097638 · LCCN (ENn00002187 · GND (DE1052660045 · BNF (FRcb16652757f (data)