FIAT 3 ½ HP
Fiat 3 ½ HP | |
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Una Fiat 3½ HP del 1899 al National Motor Museum, nel Regno Unito | |
Descrizione generale | |
Costruttore | FIAT |
Tipo principale | vis-à-vis |
Produzione | dal 1899 al 1900 |
Sostituita da | FIAT 6/8 HP |
Esemplari prodotti | 26[senza fonte] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 2300 mm |
Larghezza | 1420 mm |
Altezza | 1450 mm |
Passo | 1470 mm |
Massa | 680 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Torino |
Progetto | Aristide Faccioli |
Stile | Marcello Alessio |
Stessa famiglia | Accomandita Ceirano & C. Welleyes |
Auto simili | Benz Viktoria De Dion-Bouton Type D, E e G Peugeot Type 14, 15 e 25 Renault Type A |
La Fiat 3 ½ HP (talvolta anche chiamata Fiat 4 HP con riferimento al secondo tipo di esemplari, con ruote a razze e radiatore anteriore), fu il primo modello di autovettura costruito dal 1899 al 1900 dalla neonata Fabbrica Italiana Automobili Torino.
Contesto e genesi del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Verso la fine del XIX secolo, il fermento automobilistico che andava diffondendosi in Europa raggiunse anche l'Italia. Tra la fine del XIX secolo e i primi del Novecento, infatti, l'ingegnere veronese Enrico Bernardi ideò un piccolo triciclo a benzina, a tutt'oggi considerato come la prima automobile italiana, la cui produzione venne iniziata dalla Miari & Giusti nel 1894.
L'11 luglio 1899, per volontà di una decina di aristocratici piemontesi che condividevano la passione per l'automobilismo, fu fondata a Torino la FIAT che, alla fine dello stesso anno, iniziò la produzione della "3 ½ HP".
Questo primo modello è derivato dalla "Welleyes", un'automobile progettata dall'ing. Aristide Faccioli e costruita dalla "Accomandita Ceirano", acquisita dalla nascente FIAT.
La tecnica
[modifica | modifica wikitesto]Il motore, collocato posteriormente, è un bicilindrico raffreddato ad acqua attraverso un radiatore a serpentina (sotto al sedile nei primi esemplari, poi spostato in posizione anteriore, davanti all'assale), dalla cilindrata di 657 cm³ per una potenza effettiva di circa 4 ½ HP (la potenza nominale veniva indicata in 3 ½ HP per fini fiscali) a soli 400 giri al minuto e che consente una velocità massima di 35 km/h. Aveva distribuzione a valvole laterali, con quelle di scarico mosse da un asse a camme e quelle di aspirazione automatiche (a depressione) e lubrificazione "a perdere" (cioè con un oliatore che prelevava l'olio da un serbatoio immergendo delle camme, lo distribuiva sui cuscinetti mediante piccoli tubi in rame e da lì era lasciato cadere nella coppa, dalla quale non era recuperato. Tutto il manovellismo era a vista, con la parte inferiore del monoblocco aperta, a forma di conchiglia).
Il cambio è a tre marce senza retromarcia e dotato di dispositivo di ruota libera, la frizione a cono di cuoio e la trasmissione a catena. Doppio sistema di freni, esclusivamente posti al retrotreno: quello a pedale che agisce sui semiassi e quello a mano sulle ruote. Queste ultime sono di diametro diverso tra l'anteriore, più piccolo, e il posteriore, sono inizialmente a raggi tangenti e poi a razze, fabbricate in legno e dotate di pneumatici 580x55 all'anteriore e 670x55 al posteriore.
Pur essendo una quattro posti, del tipo vis-à-vis, è una vettura molto compatta con un passo di 1470 mm e carreggiate uguali di 1200 mm. Il consumo veniva dichiarato in 8 litri di carburante ogni 100 km.
La carrozzeria era costruita da Marcello Alessio, un noto specialista torinese, pioniere delle carrozzerie per automobili.
La produzione
[modifica | modifica wikitesto]Ai primi otto esemplari costruiti nel 1899, se ne aggiunsero altri 18 nell'anno successivo, per un totale di 26 esemplari. Ne risultano sopravvissuti almeno quattro: uno conservato al Centro Storico Fiat, uno al Museo dell'Automobile di Torino, uno all'Henry Ford Museum di Dearborn negli Stati Uniti d'America e il quarto al National Motor Museum di Beaulieu in Gran Bretagna.
Caratteristiche tecniche
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La Fiat 3 ½ HP sul sito del Museo dell'automobile, su museoauto.it. URL consultato il 1º dicembre 2016.