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Eudemo da Rodi

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Disambiguazione – Se stai cercando il condiscepolo e amico di Aristotele nel periodo platonico di nome Eudemo, vedi Eudemo di Cipro.
Eudemo di Rodi in un dettaglio della Scuola di Atene di Raffaello

Eudemo da Rodi (in greco antico: Εὔδημος?, Eúdēmos; Rodi, 350 a.C. circa – Rodi, 290 a.C. circa) è stato un filosofo e storico della scienza greco antico.

Eudemo era nato nell'isola di Rodi, ma passò buona parte della sua vita ad Atene, dove studiò filosofia presso il Peripato. Collaborò a lungo e strettamente con Aristotele e ne viene generalmente considerato uno dei più fedeli allievi[1], anche se, insieme a Teofrasto egli veniva generalmente chiamato "compagno" (ἑταῖρος) di Aristotele, piuttosto che discepolo [2].

Aristotele doveva particolarmente stimarlo se gli dedicò un'elegia [3] e se rinunciò a pubblicare la Metafisica che Eudemo aveva ritenuto inadatta alla diffusione: in uno scolio al libro I della Metafisica, anzi, si dice che il libro fosse addirittura attribuito a Boeto, fratello di Eudemo stesso[4].

Ormai anziano si tramanda che fondasse una sua scuola a Rodi[5], avendo come successori e allievi un gruppo di peripatetici rodioti o egei come Prassifane, Ieronimo e, infine, Andronico.

Eudemo continuò, in linea col resto della scuola peripatetica, l'attività del maestro, inoltre occupandosi di aspetti da lui marginalmente trattati. Infatti di lui conosciamo Analitici[6], e Sullo stile[7], di tipo logico. Sugli angoli[8], Fisica[9], unita, forse, a una Metafisica[10], oltre che scritti di biologia animale[11].

Ma, soprattutto, Eudemo era noto per i suoi scritti di matematica[12], tra i quali una Storia della geometria[13], la Storia dell'aritmetica[14], una Storia dell'astronomia[15] che, in un certo modo, andavano a colmare un vuoto intenzionalmente lasciato aperto da Aristotele nella sua enciclopedia delle scienze, così come Teofrasto si occupava di botanica (citata, ma non trattata dallo Stagirita) e Menone di medicina[16]. Eudemo avrebbe potuto avere una parte anche nella redazione conclusiva dell'opera aristotelica Etica Eudemia [17] che si ritiene comunemente, ma non unanimemente, che sia stata scritta prima dell'Etica Nicomachea [18].

  1. ^ Dizionario di filosofia Treccani (2009), alla voce corrispondente.
  2. ^ F. 1 Wehrli.
  3. ^ Fr. 421 Rose.
  4. ^ Scolio a Metafisica, A, 993a 30.
  5. ^ 'F. 88 Wehrli.
  6. ^ F. 9-24 Wehrli.
  7. ^ F. 25-28 Wehrli.
  8. ^ F. 30 Wehrli.
  9. ^ F. 31-123 Wehrli.
  10. ^ F. 124 Wehrli.
  11. ^ F. 125-132 Wehrli.
  12. ^ F. 133-150 Wehrli.
  13. ^ F. 133-141 Wehrli.
  14. ^ F. 142 Wehrli.
  15. ^ F. 143-149 Wehrli.
  16. ^ L. Zhmud, The Origin of the History of Science in Classical Antiquity, Berlin, De Gruyter, 2008, pp. 166-167.
  17. ^ H. Rackham, Introduzione, in The Eudemian Ethics, Harvard University Press, 1981.
  18. ^ M. Woods, Aristotle's Eudemian Ethics: Books I, II, and VIII, Clarendon Press, 1982, p. XII.
  • Fritz Wehrli (a cura di), Die Schule des Aristoteles. Eudemus von Rhodos. Texte und Kommentar, Basel, Schwabe & Co., 1969 (edizione critica dei frammenti con commento in tedesco)
  • Istvan Bodnar, William W. Fortenbaugh (a cura di), Eudemus of Rhodes, New Brunswick, Transactions Publishers, 2002.
  • L. Zhmud, The Origin of the History of Science in Classical Antiquity, Berlin, De Gruyter, 2008, pp. 166-238.

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