Eolo (Euripide)
Eolo | |
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Tragedia di cui restano frammenti | |
Scultura raffigurante Euripide, conservata presso la galleria del Colosseo | |
Autore | Euripide |
Titolo originale | Αἴολος |
Lingua originale | |
Genere | Tragedia |
Ambientazione | Davanti al palazzo di Eolo in Tirrenia[1] |
Prima assoluta | 425 a.C. circa[2] Teatro di Dioniso, Atene |
Personaggi | |
Eolo (in greco antico: Αἴολος?, Aiolos) è una tragedia di Euripide oggi perduta, ad eccezione di alcuni frammenti sopravvissuti.[3]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Il dramma[4] inizia con l'affermazione del prologo, probabilmente recitato da una vecchia nutrice: "In verità terribili e difficili da capire sono le volontà di Dio!" (Ἢ δεινὰ καὶ δύσγνωστα βουλεύει θεός). Eolo è un mortale che aveva ricevuto dagli dèi la sorveglianza (διοίκησις) sui venti e risiede, con i figli e le figlie, in Etruria (Τυρσηνία), al largo della costa su un'isola di cui era sovrano. Tra i dodici figli e figlie, il più giovane è Macareo, che si innamora di sua sorella, Canace, la seduce e la mette incinta.
Di nascosto dal padre Eolo, Canace poi dà alla luce un figlio e rimane fuori dalla sua vista, fingendo di essere malata. Macareo, a sua volta, induce Eolo a permettere che i figli possano sposarsi tra di loro.[5]
Eolo, comunque, decide che le loro unioni siano affidate al caso: sicché il piano di Macareo fallisce, perché il sorteggio impone che Canace sposi un altro fratello e non lui. Lo strazio di Canace e la rivelazione che aveva avuto un figlio da Macareo spinge Eolo, adirato, a inviarle una spada con l'ordine di uccidersi. Ritenendosi colpevole di tutto, Canace si suicida nella propria stanza: Macareo, accorso con il perdono di Eolo, che ha infine acconsentito all'unione, trova Canace ferita a morte e si uccide sul suo cadavere.[6]
Commento
[modifica | modifica wikitesto]Della tragedia restano ventotto frammenti e rivelazioni parziali sulla trama da cenni e allusioni sparse.[7] Inoltre, c'è un consenso piuttosto ampio sul fatto che la lettera di Canace dalle Heroides di Ovidio[8] si basi proprio sulla tragedia di Euripide, pur con ovvi sviluppi originali del poeta sulmonese. Rifarsi esclusivamente ai frammenti per la ricostruzione della trama sarebbe, comunque, un compito senza speranza: fortunatamente, le rivelazioni sulla trama da Ovidio permettono di dare un quadro più chiaro in cui i frammenti possono essere collocati.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ J. E. Thorburn, FOF Companion to Classical Drama, New York, Facts on File, 2005, p. 156.
- ^ Come si ricava da Aristofane, Le nuvole, vv. 1371-1372 e da La pace, 114, che si riferiscono alla tragedia.
- ^ Ventotto in tutto nella classica edizione Nauck.
- ^ Di esso abbiamo un argumentum incompleto in P. Oxy. 27,2457.
- ^ Questa persuasione evidentemente era svolta in un ampio agone retorico, di cui resta il frammento "Che vergogna è, se non lo è per chi lo fa?" (fr. 19: τί δ αἰσχρόν, ἢν μὴ τοῖσι χρωμένοις δοκῇ).
- ^ Dramatic Fragments, pp. 12-15.
- ^ Una ricostruzione in http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.2041-5370.2014.00065.x/pdf.
- ^ Ovidio, Heroides, XI.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Euripide, Dramatic Fragments, Harvard, Loeb Classical Library, 2008, pp. 12-35.
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