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David Farrar

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David Farrar nel film Narciso nero (1947)

David Farrar (Londra, 21 agosto 1908KwaZulu-Natal, 31 agosto 1995) è stato un attore britannico.

Dopo una breve esperienza nel giornalismo, dal 1932 David Farrar intraprese la carriera artistica come attore teatrale e nel 1937 debuttò sul grande schermo in un breve ruolo non accreditato nel film Return of a Stranger (1937). Seguirono alcuni altri ruoli minori, come in Went the Day Well? (1942) di Alberto Cavalcanti, prodotto dalla Ealing Studios, vicenda di propaganda che narra di un'ipotetica invasione di un piccolo villaggio inglese da parte dei nazisti, e in Incontro nel buio (1943), un thriller di spionaggio interpretato da James Mason. Con The Night Invader (1943), Farrar ebbe uno dei suoi primi ruoli da protagonista, quello dell'agente britannico Dick Marlow, impegnato in una missione di spionaggio nei Paesi Bassi occupati, mentre in For Those in Peril (1944) fu diretto dall'esordiente Charles Crichton in una pellicola semi-documentaristica sull'impegno britannico nella seconda guerra mondiale.

Farrar fu uno degli attori più impegnati sugli schermi inglesi nella prima metà degli anni quaranta in pellicole belliche, iniziando a cambiare registro solo nel 1945, quando interpretò la figura del detective Sexton Blake in due film consecutivi, Meet Sexton Blake (1945) e The Echo Murders (1945). Fu nel 1947 che l'attore si impose definitivamente grazie al ruolo di Mr. Dean in Narciso nero (1947), accanto a Deborah Kerr e per la prima volta sotto la direzione di Michael Powell ed Emeric Pressburger. La vicenda, incentrata sul dualismo tra sacro e profano, ha come sfondo una missione aperta da un gruppo di suore inglesi in una località dell'Himalaya. Il personaggio di Farrar, un affascinante residente che svolge il compito di agente distrettuale, genera tensioni emotive nel convento, facendo innamorare di sé una delle religiose, Sister Ruth (Kathleen Byron), che smarrisce progressivamente il proprio equilibrio emotivo. L'attore fu unanimemente apprezzato dal pubblico e dalla critica per la sua interpretazione, ricca di sensibilità ed espressività[1], che convinse Powell e Pressburger ad affidargli altri due ruoli, quello dell'alcolizzato esperto di esplosivi Sammy Rice in I ragazzi del retrobottega (1949), e quello del bieco Jack Redding, un ricco possidente dello Shropshire che tenta di insidiare Jennifer Jones nell'avventuroso La volpe (1950).

Nel frattempo Farrar aveva nuovamente recitato per la casa produttrice Ealing in Frida l'amante straniera (1947), un melodramma sui pregiudizi antitedeschi nell'Inghilterra post-bellica, per la regia di Basil Dearden, che lo diresse nuovamente ne La gabbia d'oro (1950), in cui l'attore recitò accanto a Jean Simmons. L'anno successivo iniziò ad alternare incursioni nel cinema statunitense, recitando nelle avventure in costume La calata dei mongoli (1951) e Lo scudo dei Falworth (1954), in entrambi i quali si calò nei panni del tenebroso villain. Partecipò anche alla pellicola italiana a episodi I vinti (1952), per la regia di Michelangelo Antonioni, ispirata a fatti di cronaca con coinvolgimento di giovani in furti e delitti. Durante gli anni cinquanta continuò a recitare prevalentemente in pellicole d'avventura, come Le armi del re (1954), nel ruolo di Carlo II d'Inghilterra, Gli amanti dei 5 mari (1955), in cui fu antagonista di John Wayne, e L'avventuriero di Burma (1955).

Ritornò in Inghilterra per interpretare il ruolo dell'ispettore Craig nel poliziesco 999 Scotland Yard (1956), quindi ritrovò Powell e Pressburger nel kolossal bellico La battaglia di Rio della Plata (1956), in cui ebbe il ruolo di narratore. Nuovamente a Hollywood, apparve nell'avventuroso Il grande capitano (1959), nel ruolo dell'uomo politico inglese John Wilkes, accanto a Bette Davis e Robert Stack, e in Salomone e la regina di Saba (1959) con Gina Lollobrigida e Yul Brynner, nelle vesti del faraone Siamon. In Beat Girl (1960), uno dei primi film sulla ribellione giovanile dei tardi anni cinquanta, interpretò il ruolo del padre della protagonista (Gillian Hills), mentre nel kolossal L'eroe di Sparta (1962) vestì i panni del re Serse I di Persia. Fu l'ultima apparizione cinematografica di Farrar e segnò il suo definitivo addio alle scene. Poco più che cinquantenne, l'attore si ritirò a vita privata. Dopo la scomparsa della moglie Irene Elliot (che aveva sposato nel 1929), nel 1976 l'attore raggiunse la figlia Barbara in Sudafrica, dove visse fino alla morte, avvenuta nel 1995.

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, David Farrar è stato doppiato da:

  1. ^ Jerry Vermilye, The Great British Films, The Citadel Press, 1978, pag. 112

Altri progetti

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