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Cinta di Filippo Augusto

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La cinta di Filippo Augusto nel 1223 secondo un'incisione pubblicata nel 1705.

La cinta di Filippo Augusto è un sistema di fortificazione urbana costruito a Parigi a partire dalla fine del XII secolo: è il più antico del quale si conoscano le tracce con precisione.

Molto parzialmente integrata nelle successive costruzioni, questa cinta ha lasciato più tracce della sua presenza che le fortificazioni successive, in particolare la cinta di Carlo V, la cinta di Luigi XIII, la cinta daziaria di Parigi e la cinta di Thiers, sostituite progressivamente dai boulevard nel XIX secolo.

La costruzione della cinta muraria si colloca nel contesto delle lotte tra Filippo Augusto e la dinastia inglese dei Plantageneti.

Con lo scopo di premunire Parigi da eventuali attacchi, in particolare quelli provenienti da nord e da ovest, il re di Francia, prima di partire per la terza crociata, ordinò la costruzione di una muraglia in pietra per proteggere la capitale in sua assenza.

Non si trattava che di una semplice muraglia, fiancheggiata da torri e le discariche di Parigi erano site in prossimità.

Base della cinta, nelle cantine della torre di Giovanni Senza Paura.

La riva destra della Senna fu fortificata per prima tra il 1190 e il 1209, la riva sinistra tra il 1200 e il 1215. Il ritardo con cui fu iniziata la fortificazione della riva sinistra ha avuto motivi strategici: trovandosi allora il ducato di Normandia nelle mani dei Plantageneti, si prevedeva che un attacco sarebbe avvenuto più probabilmente da nord-ovest. Filippo Augusto decise la costruzione della fortezza del Castello del Louvre (che sarà in futuro distrutto per collocarvi il Palazzo del Louvre che ospiterà l'omonimo museo) con lo scopo di rafforzare la difesa della città di fronte a un attacco dalla Senna. Essendo allora la riva sinistra meno urbanizzata e meno esposta, la sua fortificazione fu giudicata meno prioritaria.

La cinta di Filippo Augusto racchiudeva uno spazio di 253 ha, era lunga 2500 metri sulla riva sinistra e di 2600 su quella destra.[1]

Dalle stime di uno studio su documenti dell'epoca, la costruzione costò poco più di 14000 lire di Parigi, su circa 20 anni che durò la sua erezione. Questa somma rappresenta circa il 12% delle entrate annue del re verso il 1200.[1]

Porzione di cortina salvaguardata rue Clovis.

Nonostante che la costruzione nel XIV secolo della cinta di Carlo V abbia inglobato quella di Filippo Augusto, quest'ultima non fu demolita. Nel 1434 essa era ancora considerata «moult fors et espes que on y menroit bien une charrette dessus» (così solida e spessa che una carretta ci poteva passare sopra).

Tuttavia la cinta di Carlo V non riguardava che la riva destra. La riva sinistra, sempre molto meno popolata, dovette accontentarsi della vecchia cinta di Filippo Augusto fino al XVI secolo. Fu tuttavia necessario adattare il muro alle nuove tecniche di assedio. Queste modifiche consistettero in:

  • lo scavo di un largo fossato davanti al muro e l'utilizzo del suo materiale di sterro dietro il muro per rinforzarlo
  • lo scavo di un fossato posteriore che funzionava con quello principale in certe sezioni del muro
  • l'inondazione di parti site allo stesso livello della Senna. L'acqua delle piene veniva mantenuta nei fossati con l'aiuto di chiuse situate a livello degli argini del fiume
  • la soppressione dei merli delle torri sostituiti da un tetto conico
  • il rinforzo delle porte con l'erezione di un barbacane dotato di una saracinesca, un ponte fisso e di un ponte levatoio
  • lungo certe parti del muro, fu costruito un cammino di ronda a lato della città per facilitare il movimento dei pezzi di artiglieria.

Sulla riva destra Francesco I fece demolire nel 1533 le porte e autorizzò la locazione dei terreni della cinta senza per altro autorizzarne la demolizione. Nella seconda metà del XVI secolo questi terreni furono venduti a privati causando spesso lo smantellamento di ampie parti di muro. Il muro sulla riva sinistra seguì la medesima sorte sotto Enrico IV: nel 1590 si preferì scavare fossati al di là dei faubourg della città piuttosto che rimodernare a nuovo la cinta.

I fossati in prossimità della Senna servivano da fogna a cielo aperto, dando problemi di salubrità, per cui si decise di sostituirli con gallerie ricoperte prima del loro riempimento. Le ultime porte rimaste, inadatte a un traffico sempre crescente senza sosta, furono demolite negli anni 1680 in modo che la cinta divenne totalmente invisibile.

Pianta di Parigi nel XIV secolo, di Eugène Viollet-le-Duc, 1856.

Questa nuova cinta, che era quasi rotonda e della quale la città era il centro, conteneva 739 arpenti e racchiudeva in Parigi numerosi borghi (bourgs) che si erano formati.

Al nord:

  • beau Bourg;
  • bourg Tiboust;
  • bourg Saint-Germain-l'Auxerrois;
  • una parte del bourg-l'Abbé.

Al sud:

  • bourg Sainte-Geneviève.

Entro questa cinta furono parimenti rinchiusi spazi di terreno notevoli, che non erano ancora del tutto ricoperti da fabbricati a metà del secolo successivo, sotto il regno di San Luigi.

La cinta di Filippo Augusto attraversava gli attuali I, IV, V e VI arrondissement di Parigi.

Sulla riva destra, a parte il piccolo troncone di rue des Jardins-Saint-Paul, le sue tracce sono sparite del tutto. Il muro aveva inizio a nord, sulla riva a valle della Senna, alla tour du coin (torre d'angolo) sita fra il pont des Arts e la colonnata del Louvre; là vi era la porte du Louvre. Esso lasciava successivamente il Louvre al di fuori e passava tra la rue de l'Oratoire e la Rue du Coq, fino alla porte Saint-Honoré, che era situata pressappoco nel luogo della chiesa protestante dell'Oratoire. Esso proseguiva tra la rue de Grenelle-Saint-Honoré e la rue d'Orléans-au-Marais, attraversava la rue de Viarmes a ovest della halle au blé fino alla porte Coquillière.
Si dirigeva quindi tra la rue du Jour e la rue Jean-Jacques-Rousseau fino alla porte Montmartre, ove passava poi per il "cul-de-sac de la Bouteille", dove fu poi eretta una falsa porta chiamata "porta della contessa d'Artois". Proseguiva quindi tra la rue Mauconseil, la rue pavée e la rue du Petit-Lion per arrivare al vicolo cieco della Porte-aux-Peintres, ove si trovava la porte Saint-Denis (chiamata anche "porte des Peintres").
Continuava quindi nella medesima direzione tagliando la rue Bourg-l'Abbé, dove si trovava una piccola porta, e giungeva alla rue Saint-Martin, di fronte alla rue du Grenier-Saint-Lazare dove si trovava la porte Saint-Martin. Il muro correva quindi lungo la rue du Grenier-Saint-Lazare e attraversava la rue Beaubourg, dove si trovava una falsa porta, la "porte Beaubourg" (detta anche "porte Nicolas-Ideron"). Correva quindi lungo la rue Michel-le-Comte per giungere alla rue Sainte-Avoie di fronte all'hôtel de Mesmes, dove si trovava la porte Sainte-Avoie. Il muro passava quindi rue du Chaume, di fronte ai Padri della Mercede, dove vi era una nuova falsa porta detta "porte du Chaume", che formava un angolo. Di qui passava ove si trova la chiesa di Notre-Dame-des-Blancs-Manteaux fino alla rue Vieille-du-Temple, dove si trovava la "porte Barbette"[2].
Il muro correva quindi tra la rue des Rosiers e la rue des Francs-Bourgeois e giungeva in linea retta alla rue Saint-Antoine, di fronte alla chiesa di Saint-Paul-Saint-Louis, dove si trovava la porte Saint-Antoine (detta anche "porte Baudet" o "porte Baudoyer"). Esso attraversava il liceo Charlemagne, la rue de Jouy, il convento delle figlie dell'Ave Maria per poi giungere alla rue des Barrés e alla porte des Barrés, nota anche come "porte des Béguines", per finire sulla riva della Senna presso la tour Barbeau.

Riva sinistra

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Sulla riva sinistra si possono dedurre le tracce su quelle vie che seguivano il muro dal lato esterno. Vi erano otto porte e il muro iniziava dall'altra sponda della Senna, di fronte alla torre Barbeau, con la torre Saint-Bernard posta un poco più a monte del pont de la Tournelle. Benché di dimensioni notevoli, questa torre era detta tournelle des Bernardins.[3] In prossimità si trovava la porte Saint-Bernard (detta anche porte de la Tournelle). Il muro seguiva all'interno la direzione di rue des Fossés-Saint-Bernard, rue des Fossés-Saint-Victor, la porte Saint-Victor poi, attraverso la rue Thouin, la porte Saint-Marcel, la rue de la Veille-Estrapade, la porte Saint-Jacques, la rue des Fossés-Saint-Jacques, la rue Saint-Hyacinthe-Saint-Michel, la porte Saint-Michel (detta anche porte d'Enfer o porte de Fer), le rue des Francs-Bourgeois-Saint-Marcel, rue Monsieur-le-Prince, la porte Saint-Germain, la rue des Fossés-Saint-Germain-des-Prés, la porte de Buci, la rue Mazarine e finiva sulla riva della Senna, alla porta e la tour de Nesle, situata a livello dell'Institut de France, quai de Conti.

Il bastione misurava da sei a otto metri di altezza, nove se si conta anche il parapetto, per uno spessore di tre metri alla base. Composto di due pareti murali di media apparecchiatura tra le quali erano state introdotte pietre e malta per rinforzarle, il muro aveva un cammino di ronda di circa due metri e delle merlature. Vi si accedeva tramite scale addossate al muro o quelle delle porte.

Rappresentazione del 1856 della tour de Nesle secondo Eugène Viollet-le-Duc.
La torre di Nesle e il pont-Neuf di Jacques Callot.

Il muro era affiancato da 77 torri semicilindriche (che non sporgevano verso l'interno e che erano integrate alla cortina) ogni 60 m (39 sulla riva destra, 38 su quella sinistra).[1] Esse avevano un diametro di 6 metri circa, inclusi i muri dello spessore di un metro. La loro altezza raggiungeva una quindicina di metri. La loro base aveva una volta ma i piani superiori pare avessero avuto un pavimento fatto di assi.

Quattro forti torri alte 25 metri con 10 di diametro, situate al congiungimento della cinta con la Senna permettevano di controllare la navigazione fluviale. Robuste catene venivano tese fra queste torri allo scopo di bloccare ogni accesso per via d'acqua in caso di disordini.

Ad ovest si trovava:

Ad est:

Con l'erezione della cinta muraria, 11 porte principali furono sistemate. Quattro altre porte principali come numerose postierle vi si aggiunsero per far fronte alla crescita della città.

Le porte principali erano fiancheggiate da torri costruite a scarpa di 15 metri di altezza e 8 di diametro. Esse inquadravano un passaggio a volta o a cielo aperto coperte di pignoni e di saracinesche. La porta ogivale era bloccata da due battenti in legno.

Le postierle non erano in genere che semplici aperture attraverso il muro, generalmente murate in caso di minaccia (come le porte meno frequentate o difficili da difendere. Tuttavia alcune di esse erano dotate di un dispositivo di difesa.

Porte della riva sinistra

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All'origine, la riva sinistra non possedeva che cinque porte che aprivano la città sugli assi principali che raggiungevano la Parigi di quei tempi:

Il luogo dell'antica porte Bordet

Aperture supplementari furono successivamente realizzate nel corso del XIII secolo a causa della crescita della città e dei suoi sobborghi a seguito della saturazione del traffico. Così vi si aggiunsero sulla riva sinistra tre altre postierle, da ovest verso est:[8]

  • la postierla di Nesles
  • la postierla Dauphine
  • la postierla Saint-Bernard

In seguito furono realizzate ancora altre aperture. Alla fine del XIII secolo una postierla fu sistemata ad est della porte Saint-Jacques: la porte Papale o porte Sainte-Geneviève (all'estremità dell'attuale rue d'Ulm). Nel 1420 fu parimenti realizzata una nuova porta in direzione del quartiere di Saint-Germain-des-Prés riprendendo il nome dell'antica porta più a nord: la porte des Cordeliers o porte de Buci (all'angolo della rue Monsieur le Prince e della rue Dupuytren).

Porte della riva destra

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Parte settentrionale di parigi secondo una carta tedesca, in cui si vede tracciata la cinta di Filippo Augusto

La riva destra era accessibile, quando fu eretta la cinta, da sei porte principali:

La prima porte Saint-Honoré si trovava all'altezza dei numeri148 e 150[9] della rue Saint-Honoré, proprio di fronte alla facciata dell'attuale tempio protestante dell'Oratorio del Louvre, subito dopo l'incrocio con la rue de l'Oratoire.

Costruita sotto il re Filippo Augusto nel 1190-1200, la cinta fu distrutta nel XVI secolo (nel 1533[10] o verso il 1545[11] secondo le fonti). Due torri di otto metri di diametro e di quindici di altezza inquadravano un'apertura ogivale chiusa da due battenti in legno e protetta da una saracinesca.

Inoltre due postierle (poterne) completano l'elenco tra la porte Saint-Antoine e la Senna. Sono le postierle Saint-Paul (rue Charlemagne) e des Barrés (rue de l'Ave-Maria), così come la poterne Barbette (sulla rue Vieille-du-Temple, tra la rue des Blancs-Manteaux e la rue des Francs-Bourgeois).

Nel corso del XIII secolo, a causa della crescita della città e dei suoi sobborghi, vista la saturazione del traffico, si rese necessario creare nuove aperture. Così si aggiunsero altre postierle: sulla riva destra, da ovest a est,[8]:

Negli anni successivi si rese necessario praticare ulteriori aperture. Sulla riva destra vi furono, da ovest a est: Coquillière, comtesse d'Artois, Bourg l'Abbé. Nicolas Huydelon, Chaume, Barbette, Saint-Paul et barrées. Solo nuove porte furono necessarie per la più lenta espansione della rive gauche: Nesles, Dauphine e Saint-Bernard.

Vestigia d'una torre della cinta di Filippo Augusto ai numeroi 11 e 13 di rue du Louvre a Parigi.

La cinta est divenne quasi invisibile dal XVII secolo; rimane tuttavia possibile percepirne certe parti. A causa dell'incorporazione del muro di cinta da parte delle case attorno (cortine utilizzate come muro di appoggio, torri utilizzate come tromba delle scale, ecc.), le vestigia sono spesso difficilmente reperibili. Una gran parte di esse è utilizzata in proprietà private, non accessibili al pubblico.

Venti parti esistenti sono classificate come monumenti storici di Francia dal 1889:

numero 11, portata a giorno nel corso dei lavori di scavo di un pozzo d'aerazione della linea 14 del Métro.

    • 7 rue de Sévigné: antico hôtel d'Evreux (che occupava parimenti il nº9) poi hôtel Poulletier; nelle cantine del nº7, vestigia d'una torre della cinta di Filippo Augusto;[26] oggi caserma dei pompieri.
    • 57, 59 rue des Francs-Bourgeois:[27] all'altezza della stretta entrata situata tra i numeri 57 e 59 che danno sulla corte del Crédit municipal de Paris, è possibile vedere dalla pubblica via una torre in mattoni datata XIX secolo la cui base è medievale. Due linee tracciate nella pavimentazione della corte indicano la posizione della cortina, rasa successivamente.
  1. ^ a b c (FR) John W. Baldwin, Paris, 1200, Aubier, collection historique, 2006, pp. 43-51, ISBN 2-7007-2347-3..
  2. ^ (FR) Paris disparu : l'Hôtel Barbette
  3. ^ (FR) J-A Dulaure, Histoire de Paris, Gabriel Roux Ed., 1853, p. 76
  4. ^ Filippo Augusto aveva ceduto ai religiosi dell'Abbazia di Saint-Germain-des-Prés, una porta di Parigi con l'autorizzazione a stabilire lungo i bastioni delle bottegucce ed a riscuotere i relativi diritti di passaggio a condizione di manutenere le torri, le torrette e le fortificazioni. Nel 1350, Simon de Buci, signore di Boussy-Saint-Antoine, prese questa porta in affitto, la riparò e le lasciò il proprio nome.
  5. ^ Dictionnaire historique des environs de Paris du docteur Ermete Pierotti
  6. ^ Una parte del muro è visibile nelle cantine d'un ristorante indiano, situato al numero 12 di rue Thouin.
  7. ^ (FR) Petit-patrimoine
  8. ^ a b (EN) Paris under Philippe-Auguste : New Fortifications
  9. ^ I due immobili non dispongono di un ingresso al n° 150. L'orientamento dei fumaioli dei camini indica l'asse della cinta.
  10. ^ Jacques Hillairet, Connaissance du vieux Paris…, op. cit.
  11. ^ Renaud Gagneux et Denis Prouvost, Sur les traces des enceintes de Paris…, op. cit.
  12. ^ Renaud Gagneux e Denis Prouvost, Sur les traces des enceintes de Paris, p. 39.
  13. ^ a b c (FR) Plan de Guillot sur Wikimedia.
  14. ^ (FR) « Tracé de l'enceinte de Philippe Auguste, Partie septentrionale de Paris d'après un plan allemand » sur Wikimedia.
  15. ^ Jacques Hillairet, Dictionnaire historique des rues de Paris, T.1, p.104.
  16. ^ (FR) Mérimée -PA00085799 Archivio
  17. ^ Base Mérimée-PA00085800 Archiviato il 17 marzo 2016 in Internet Archive.
  18. ^ (FR) Mérimée-PA00085801 Archivio
  19. ^ (FR) Mérimée-PA00085802 Archivio
  20. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086018 Archiviato il 24 dicembre 2013 in Internet Archive.
  21. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086019 Archiviato l'11 marzo 2016 in Internet Archive.
  22. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086112 Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.
  23. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086262 Archiviato il 28 marzo 2016 in Internet Archive.
  24. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086263 Archiviato il 6 novembre 2012 in Internet Archive.
  25. ^ (FR) Base Mérimée- PA00086265 Archiviato il 7 aprile 2016 in Internet Archive.
  26. ^ Jacques Hillairet - Dictionnaire historique des rues de Paris - T.2, p. 515
  27. ^ (FR) Base Mérimée-PA00086264 Archiviato l'11 marzo 2016 in Internet Archive.
  28. ^ (FR) Base MériméePA00086266 Archiviato il 12 marzo 2016 in Internet Archive.
  29. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088421 Archiviato l'8 settembre 2016 in Internet Archive.
  30. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088422 Archiviato il 24 dicembre 2013 in Internet Archive.
  31. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088423 Archiviato il 24 marzo 2016 in Internet Archive.
  32. ^ (FR) Mérimée-PA00088424 Archivio
  33. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088511 Archiviato il 24 dicembre 2013 in Internet Archive.
  34. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088512 Archiviato l'8 aprile 2016 in Internet Archive.
  35. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088513 Archiviato il 26 marzo 2016 in Internet Archive.
  36. ^ (FR) Base Mérimée-PA00088514 Archiviato il 31 marzo 2016 in Internet Archive.
  37. ^ Nel quadro di un progetto di costruzione di un auditorium, l'Inrap è intervenuto da settembre a dicembre 2015: i suoi scavi hanno portato alla luce un troncone della cinta di Filippo Augusto comprendente il muro di cortina, una torre e un fossato, quest'ultimo datato ai tempi del regno di Carlo V ((FR) Paul Celly, L'enceinte de Philippe Auguste sous l'Institut de France, en Archéologia, n°545, juillet-août 2016, p.13).
  • (FR) Danielle Chadych e Dominique Leborgne, Atlas de Paris, Parigramme, 2002, ISBN 2-84096-249-7.
  • (FR) Jacques Hillairet, Dictionnaire historique des rues de Paris, Parigi, Éditions de Minuit, 1960, ISBN 2-7073-1054-9.
  • (FR) John W. Baldwin, Paris, 1200, Aubier, collection historique, 2006, ISBN 2-7007-2347-3.
  • (FR) Étienne Lallau, L'enceinte de Philippe Auguste. À l'origine du Paris moderne, in Histoire et images médiévales, n. 42, febbraio-marzo 2012.
  • (FR) Renaud Gagneux e Denis Prouvost, promenade au long des murs disparus, in Sur les traces des enceintes de Paris, Paris, éditions Parigramme, 2004, p. 246, ISBN 2-84096-322-1.

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