Chrysomya albiceps
Chrysomya albiceps | |
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Immagine di Chrysomya albiceps mentre si nutre di carne decomposta | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Diptera |
Sottordine | Brachycera |
Coorte | Cyclorrhapha |
Sezione | Schizophora |
Sottosezione | Calyptratae |
Superfamiglia | Oestroidea |
Famiglia | Calliphoridae |
Genere | Chrysomya |
Specie | C. albiceps |
Nomenclatura binomiale | |
Chrysomya albiceps Wiedemann, 1819 | |
Sinonimi | |
Musca albiceps | |
Nomi comuni | |
Mosca verde |
La Chrysomya albiceps Wiedemann, 1819, o mosca verde, è una mosca appartenente alla famiglia delle Calliphoridae. Si tratta di una specie molto studiata dal punto di vista medico e igienico in quanto è una delle cause della patologia detta miasi nell'essere umano. Essa è diffusa soprattutto in America e in Africa ed è uno dei maggiori predatori di larve di altri ditteri[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo insetto si riproduce normalmente all'interno di carcasse di animali morti, lasciandovi al suo interno le uova, solitamente in mezzo a gruppi di uova di altre specie. In questo modo, sebbene le prime larve si nutrano delle sostante nutritive dei tessuti in decomposizione, le seconde e le terze serie di larve si trasformano in predatori, nutrendosi delle larve di specie diverse ed arrivando a praticare addirittura il cannibalismo. Sebbene le uova vengano di norma deposte in tessuti in decomposizione, essi possono tuttavia trovarsi anche in ferite di tessuti vivi, sia negli animali che nell'uomo.
La Chrysomya albiceps è spesso considerata in veterinaria come agente della miasi secondaria, soprattutto nelle pecore, causato inizialmente dalle specie appartenenti alla Lucilia.
Incertezze sulla tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La Chrysomya albiceps è considerata conspecifica della Chrysomya rufifacies da alcuni autori. Le due specie hanno caratteristiche biologie molto simili e le differenze morfologiche sono davvero minime, e ancora minori sono le differenze allo stato larvale[2]. Tuttavia poiché la tassonomia della Chrysomya rufifacies non è stata del tutto definita, la sua conspecificità con la Chrysomya albiceps è ancora oggetto di discussione[3].
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]La Chrysomya albiceps era diffusa inizialmente nel continente africano, nell'Europa meridionale e in Asia. A partire dagli anni settanta iniziò a diffondersi anche nelle regioni neotropicali come la Colombia, Argentina, Perù e Paraguay, creando non pochi scompensi nelle popolazioni di specie autoctone come la Chrysomya macellaria.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ de Carvalho Queiroz M.M., Temperature Requirements of Chrysomya albiceps (Wiedemann, 1819) (Diptera, Calliphoridae) under Laboratory Conditions, in Memórias do Instituto Oswaldo Cruz (Brazil) 1996; 91 (6): 785-788. URL consultato il 6 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2009).
- ^ E. D. Wells, F. A. H. Sperling, Molecular Phylogeny of Chrysomya albiceps and C. rufifacies (Diptera: Calliphoridae), Berkeley, University of California, 1998.
- ^ Baumgartner D.L., Review of Chrysomya rufifacies (Diptera: Calliphoridae), in J. Med. Entomol. 1993; 30:338-352.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Erzinclioglu, Y. Z., The larvae of some blow flies of medical and veterinary importance, in Med. Vet. Entomol. 1987; 1: 121-125.
- Faria, D.B.L., Orsi, L., Trinca, L.A. et al, The larval predation by Chrysomya albiceps on Cocliomyia macellaria, Chrysomya megacephala and Chrysomya putoria, in Entomol. Exp. Appl. 1999; 149-155.
- M. E. Fueller, The insect inhabitants of carrion: a study in animal ecology, in Bulletin Council of Science and Industry Research in Australia 1932; 82 (1): 1-62.
- F. W. Hope, On insects and their larvae occasionally found in the human body, in R. Entomol. Soc. London 1840; 2: 256-271.
Altri progetti
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