Chiesa di Sant'Omobono (Roma)
Chiesa di Sant'Omobono | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Coordinate | 41°53′26.7″N 12°28′52.93″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Omobono Tucenghi |
Diocesi | Roma |
Inizio costruzione | XIV secolo |
La chiesa di Sant'Omobono si trova a Roma ai piedi del Campidoglio nel rione Ripa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa si trova nella zona del Foro Boario dove si trovavano i templi della Fortuna, di Mater Matuta e la Porta Triumphalis: queste strutture sono state scavate a fianco della chiesa tra gli anni trenta (nella fase del "raschiamento" del Campidoglio) e gli anni sessanta, e sono tutt'oggi visibili nell'area archeologica di Sant'Omobono. Le sue fondamenta sono impostate, appunto, sui resti del tempio di Mater Matuta.
La prima chiesa paleocristiana risale al VI secolo e fu intitolata originariamente San Salvatore in Portico (con riferimento al vicino Portico di Ottavia). Tra il XII e il XIII secolo venne restaurata e ripavimentata , con tarsie di tipo cosmatesco. Ricostruita nel 1482, venne data nel 1575 all'"Università dei Sarti" e dedicata al patrono dei farsettai, sant'Omobono appunto. Nella stessa chiesa presero residenza la Confraternita dei Calzettai e quelle dei Sartori e dei Giubbonari.[1] L'ultimo restauro, con ripavimentazione, risale al 1940.
Il dislivello tra il piano stradale dell'area archeologica e il piano di costruzione della chiesa - che oggi si presenta rialzato di un paio di metri rispetto al livello stradale moderno, al quale lo collega una scala recente - è un esempio interessante e di plastica evidenza di come il piano di calpestio di Roma antica sia stato sommerso, nei secoli, da quattro / cinque metri (in alcuni casi anche di più) di macerie e detriti, sui quali si è continuato a costruire ininterrottamente, e poi si è tornati a scavare.
Dintorni
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le demolizioni del Novecento e la costruzione dei muraglioni del Tevere l'area circostante la chiesa è oggi quasi disabitata, salvo il piccolo isolato residenziale sopravvissuto tra via di San Teodoro sotto il Palatino, il Foro romano, via della Consolazione e il Foro Jugario e l'attuale via Petroselli.
La zona era invece, fino all'inizio del '900, costruita, sia pur modestamente, e popolata, essendo uno dei punti d'accesso al mercato romano dei produttori provenienti dalla via Appia e dalla via Ostiense, che confluivano a Piazza Montanara (anch'essa scomparsa), al Teatro di Marcello. La sua rilevanza commerciale era testimoniata dal fatto che a metà dell'Ottocento la via di S. Omobono, dalla Bocca della Verità a Monte Caprino, contava ben 6 osterie, una locanda e un caffè.[2]
Da sant'Omobono, si può:
- salire al Campidoglio da Monte Caprino o da via della Rupe Tarpea
- andare a visitare Santa Maria della Consolazione, San Nicola in Carcere, Santa Maria in Cosmedin e la Bocca della Verità
- andare in due minuti all'Isola Tiberina, al Ghetto o al Circo Massimo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Benché la chiesa sia chiusa, l'Arciconfraternita di Sant'Omobono (detta dei Maestri Sarti) ha avuto un primicerio in carica fino al 1997, ha oggi una sede in Laterano (cfr. [1][collegamento interrotto]) e una "casa" (albergo) in via Aurelia.
- ^ Si veda in Alessandro Rufini, "Notizie storiche intorno alla origine dei nomi di alcune osterie, caffè, alberghi e locande esistenti nella città di Roma" (1855) (consultabile a Copia archiviata, su www2.comune.roma.it. URL consultato il 13 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2006).).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Sant'Omobono
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Note su Sant'Omobono su Romeartlovers.it, su romeartlover.it.
- Sant'Omobono e l'area templare, su photoroma.com.
- Foto della chiesa prima degli scavi archeologici, su flickr.com.
Controllo di autorità | GND (DE) 4505895-7 |
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