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Cecilio di Calacte

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Cecilio

Cecilio di Calatte (Caronia, antica Calacte, I secolo a.C. – ...) è stato un retore siceliota.

Secondo il lessico bizantino Suda, Cecilio era in origine uno schiavo ebreo di nome Arcàgato[1].

Visse a Roma sotto l'imperatore Augusto e fu probabilmente allievo di Apollodoro di Pergamo. Maestro di retorica, fu seguace dello stile attico, ritenuto essenziale, limpido e semplice, contro quello asiano, accusato di far leva su orpelli e gonfiezze.

Delle opere ceciliane non abbiamo che 168 frammenti e titoli[2].

Un primo gruppo di opere era dedicato agli oratori. In primo luogo, un trattato Sullo stile dei dieci oratori, contenente vite ed esame critico delle opere dei dieci oratori del canone alessandrino, che fornirono probabilmente le basi al trattato omonimo attribuito a Plutarco; Su Lisia, in cui sosteneva la superiorità di quest'ultimo su Platone come modello di atticismo [3]; due confronti retorici, il Confronto tra Demostene e Cicerone [4] e il Confronto tra Demostene ed Eschine; infine, sempre su Demostene, Sui discorsi genuini e spuri di Demostene.

Opere legate alla stilistica degli oratori riguardavano la teoria retorica, a partire dal trattato Del Sublime, ampiamente citato e confutato dall'anonimo trattato dallo stesso titolo: il breve trattato [5] ometteva, tra l'altro, la trattazione del pathos come fonte del sublime, concentrandosi sull'uso delle figure retoriche, soprattutto delle metafore[6]:

«Cecilio (...) cosa mai sia il sublime cerca di dimostrarcelo con innumerevoli esempi, come se lo ignorassimo; ma in che modo possiamo innalzare le nostre doti naturali a un certo livello di grandezza, non mi rendo conto come mai, questo egli lo ha lasciato da parte, come se non fosse necessario.»

Ancora, Cecilio aveva scritto, conformemente a questo tecnicismo, Sulla retorica e sulle figure retoriche, una selezione, ordinata alfabeticamente, di frasi-guida per permettere ai discenti l'acquisizione di un puro lessico attico: si trattava, in effetti, del primo esempio di quei lessici atticisti ampiamente sviluppatisi nel secolo seguente. Infine, l'opera Contro i Frigi era probabilmente un attacco alle teorie stilistiche dell'Asianesimo.

Cecilio si occupò anche di storiografia, scrivendo, sulla sua terra, un commentario sulla Storia delle guerre servili, sulle rivolte degli schiavi nella sua nativa Sicilia[7].

  1. ^ Moses Israel Finley, Storia della Sicilia antica, 8ª ed., Roma-Bari, Editori Laterza, 2009 [1970], p. 193, ISBN 978-88-420-2532-0.
  2. ^ Raccolti da E. Ofenloch, Caecilii Calactini fragmenta, Leipzig, Teubner, 1907.
  3. ^ Del Sublime, XXXII, 8.
  4. ^ Riecheggiato in Quintiliano e nell'Anonimo Del Sublime, XII 4, nonché in Plutarco, Demostene, 3.
  5. ^ Così definito in Del sublime, I. 1.
  6. ^ F. Donati, nota n. 1 in Pseudo Longino. Del Sublime, Milano 1991, pp. 2-3.
  7. ^ Ne resta un frammento non testuale, citato in Ateneo, XI 466.

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