Bruno Loerzer
Bruno Loerzer | |
---|---|
Il feldmaresciallo Hermann Göring e il Generaloberst Bruno Loerzer | |
Nascita | Berlino, 22 gennaio 1891 |
Morte | Amburgo, 23 agosto 1960 |
Cause della morte | infarto[1] |
Dati militari | |
Paese servito | Impero tedesco Germania nazista |
Forza armata | Deutsches Heer Wehrmacht |
Arma | Luftstreitkräfte Luftwaffe |
Anni di servizio | 1911-1920 1935-1945 |
Grado | Generaloberst |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Francia Operazione Barbarossa Battaglia del Mediterraneo |
Battaglie | Battaglia di Sedan (1940) |
Comandante di | Jagdstaffel 26 Jagdgeschwader 3 Jagdgeschwader 53 II Fliegerkorps |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Above the Lines: A Complete Record of the Fighter Aces of the German Air Service, Naval Air Service, and Flanders Marine Corps 1914-1918[2] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Bruno Loerzer (Berlino, 22 gennaio 1891 – Amburgo, 23 agosto 1960) è stato un generale e aviatore tedesco. Asso dell'Aviazione tedesca durante la prima guerra mondiale (44 vittorie), mentre durante la seconda guerra mondiale partecipò alla battaglia di Francia (maggio-giugno 1940) e all'Operazione Barbarossa nel giugno-luglio 1941 al comando del II Fliegerkorps. Decorato con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro, della Croce di Cavaliere dell'Ordine di Hohenzollern con spade e della Croce di Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite. Menzionato nel Wehrmachtbericht emesso dall'Oberkommando der Wehrmacht del 7 agosto 1941.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Berlino il 22 gennaio 1891,[2] e si arruolò nell'esercito prussiano il 13 settembre 1911, assegnato dapprima cadetto al 112º Reggimento di fanteria "Prinz Wilhelm" del Baden e poi entrando presso l'Accademia di guerra di Potsdam. Divenuto tenente nel 1913, si appassionò al mondo dell'aviazione e, nell'agosto 1914, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, conseguì il brevetto di pilota. Durante le fasi iniziali del conflitto eseguì missioni di ricognizione dapprima da solo, e poi in coppia con l'osservatore Hermann Göring[N 1] con cui volò dal 28 ottobre 1914 fino al giugno 1915.[2] Trasferito ai reparti da caccia nel corso del 1915, al termine dell'addestramento fu inviato a KekJametz, dove conseguì la sua prima vittoria aerea il 1 marzo 1916 volando a bordo di un Fokker Eindecker.[2] Assegnato alla Jagdstaffel 5, alla fine dell'anno passò in forza alla Jagdstaffel 17, prima di passare, il 18 gennaio 1917, al comando della Jagdstaffel 26[3] con già due abbattimenti al suo attivo.
Entro la fine di quel mese assunse il comando dell'appena costituito Jagdgeschwader III,[3] formato dalle Jagdstaffel "Boelcke", 26 27 e 36.[3] il terzo dei famosi "circhi volanti " tedeschi[N 2] ad essere costituito.[3] Con il precipitare della situazione bellica tedesca, sempre assistito dal fedele gregario e aiutante di campo Hermann Dahlmann, si dimostrò un comandante di successo.[3] Lo JG III, assegnato alla protezione della XII Armee,[4] ed equipaggiato con i nuovi caccia Fokker D.VII, inflisse pesanti perdite alle formazioni Alleate durante l'estate del 1918, ed egli conseguì ulteriori 10 vittorie nel mese di settembre, arrivando ad un totale di 44.[1] Il 10 ottobre, poco prima della firma dell'armistizio di Compiègne fu promosso al grado di Hauptmann.[2]
Dopo la fine del conflitto, tra il dicembre 1918 e il marzo 1920 militò nei Freikorps, le formazioni militari anticomuniste, contribuendo a creare un clima di caos e illegalità nella Germania. Nell'area dei paesi baltici comandò la squadriglia FA 427, operando in supporto alla Eiserne Division nel ruolo di supporto tattico. La sua domanda per entrare nella Reichswehr, l'esercito della Repubblica di Weimar, fu respinta, e quindi assunse l'incarico di direttore di un'associazione tedesca dei proprietari di velivoli (Reichsverbandes Luftfahrzeughalter). Nel 1925 vinse il giro aereo di Germania, Gruppo A, volando a bordo di un velivolo Klemm-Daimler L 21.[5] Nel corso degli anni Trenta del XX secolo, con l'avvento al potere del Partito Nazionalsocialista, nel 1933 assunse la presidenza dell'associazione paramilitare Deutschen Luftsportverbandes e, poi, di quella sportiva Reichsluftsport. Nel 1935, dopo la denuncia del trattato di Versailles, e l'inizio del riarmo tedesco, rientrò in servizio attivo nella neocostituita Luftwaffe con il rango di Oberst.[2]
Nel marzo 1937 assunse il comando, con il grado di Commodoro, dello Jagdgeschwader 53, mantenendolo fino al marzo dell'anno seguente quando fu promosso Generalmajor e nominato Ispettore della caccia (Inspekteur der Jagdflieger). Il 1 marzo 1939 fu nominato comandante della II Flieger-Division, che il 1 ottobre dello stesso anno, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu trasformato nel II Fliegerkorps, alla cui testa, nel maggio 1940, prese parte alla campagna di Francia, al termine della quale fu insignito della Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes.[2] Nell'estate del 1941 il II Fliegerkorps partecipò all'invasione dell'Unione Sovietica (Operazione Barbarossa), assegnato alla II Luftflotte del generale Albert Kesselring, ed operante in supporto alle forze del Feldmaresciallo Fedor von Bock. Nel mese di ottobre la II Luftflotte venne trasferita a Messina, in Sicilia (Italia), dove rimase fino alla metà del 1943, quando il II Fliegerkorps si posizionò sulla penisola italiana. Promosso Generaloberst nel febbraio 1943, nel giugno dell'anno seguente assunse la direzione del personale e degli armamenti della Luftwaffe. Lasciò tale incarico il 20 dicembre 1944, passando alla riserva, per ritirarsi definitivamente a vita privata il 29 aprile 1945. Si spense ad Amburgo[1] il 23 settembre 1960.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]- Flugzeugführer- und Beobachterabzeichen in oro e diamanti
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Già suo amico quando entrambi prestavano servizio nel 112º Reggimento di fanteria, a quell'epoca Göring rischiava di essere sottoposto a corte marziale per essere entrato in contrasto con il comando del reggimento.
- ^ Nell'elenco degli assi del reparto vi figurava anche suo fratello Fritz che conseguì 11 vittorie.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c In Memoriam, Der Spiegel n.36, 1960.
- ^ a b c d e f g h Franks, Bailey, West, 1993, p. 156.
- ^ a b c d e Imrie 1978, p. 9.
- ^ Imrie 1978, p. 11.
- ^ Karlheinz Kenns, Historische deutsche Flugzeuge bis 1945, pag. 36-41
- ^ Scherzer 2007, p. 512.
- ^ Fellgiebel 2000, p. 295.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Die Wehrmachtberichte 1939–1945 Band 1, 1. September 1939 bis 31. Dezember 1941, München, Deutscher Taschenbuch Verlag GmbH & Co. KG, 1985, ISBN 978-3-423-08634-2.
- (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 — Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteile, Friedberg, Podzun-Pallas, 1986, ISBN 978-3-7909-0284-6.
- (EN) Norman R. Franks, Frank W. Bailey e Russel West, Above the Lines: A Complete Record of the Fighter Aces of the German Air Service, Naval Air Service, and Flanders Marine Corps 1914-1918, London, Grub Street, 1993, ISBN 978-3-7909-0284-6.
- (EN) Karl-Friedrich Hildebrand e Christian Zweng, Die Ritter des Ordens Pour le Mérite. Teil 2: 'Die Ritter des Ordens pour le mérite des I. Weltkriegs'. Band 2: 'H - O', Osnabrück, Biblio-Verlag, 2003, ISBN 3-7648-2516-2.
- (EN) Anthony Kemp, German Commanders of World War II, London, Osprey Publishing, 1993.
- (EN) Alex Imrie, German Fighter Units June 1917-1918, Botley, Osprey Publishing Company, 1978, ISBN 0-85045-289-9.
- (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Miltaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
- (EN) Greg VanWyngardeng, Early German Aces of World War I, Botley, Osprey Publishing Company, 2006, ISBN 978-1-84176-997-4.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bruno Loerzer
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bruno Loerzer - The Aerodrome - Aces and Aircraft of World War I, su theaerodrome.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 75791605 · ISNI (EN) 0000 0000 3951 0260 · LCCN (EN) n2008060136 · GND (DE) 1031431055 |
---|
- Generali tedeschi
- Aviatori tedeschi
- Generali del XX secolo
- Aviatori del XX secolo
- Tedeschi del XX secolo
- Nati nel 1891
- Morti nel 1960
- Nati il 22 gennaio
- Morti il 23 agosto
- Nati a Berlino
- Morti ad Amburgo
- Assi dell'aviazione tedesca della prima guerra mondiale
- Cavalieri dell'Ordine Pour le Mérite
- Cavalieri dell'Ordine della Croce di Ferro
- Cavalieri dell'Ordine Reale di Hohenzollern
- Cavalieri dell'Ordine del Leone di Zähringen
- Croci di Ferro di prima classe
- Croci di Ferro di seconda classe
- Cavalieri della Croce di Ferro