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Bon Adrien Jeannot de Moncey

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Bon Adrien Jeannot de Moncey
Il Maresciallo de Moncey in una litografia di epoca napoleonica
SoprannomeFabius
NascitaMoncey, 31 luglio 1754
MorteParigi, 20 aprile 1842
Dati militari
Paese servitoFrancia (bandiera) Regno di Francia
Francia (bandiera) Prima Repubblica francese
Francia (bandiera) Primo impero francese
Francia (bandiera) Regno di Francia
Forza armataArmée française
ArmaArmée de terre
CorpoFanteria
Anni di servizio1770 - 1830
GradoMaresciallo dell'Impero
GuerreGuerre rivoluzionarie francesi
Guerre napoleoniche
Spedizione di Spagna
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Bon Adrien Jannot de Moncey (Moncey, 31 luglio 1754Parigi, 20 aprile 1842) è stato un generale francese, maresciallo di Francia e duca di Conegliano.

Il nome Moncey deriva dal borgo proprietà di famiglia, acquistato dal marchese di Cheylard. All'interno della Grande Armée, il maresciallo Moncey ebbe il soprannome di Fabius.

Ancien Régime

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Il padre era avvocato a Besançon. Contrariamente al volere della famiglia, all'età di 15 anni Moncey scappò dal collegio e si arruolò in fanteria, dove servì fra i granatieri sino al 1773. Congedatosi due volte, si impegnò nello studio del diritto. Nel 1774 entrò nella gendarmeria della Guardia dove restò sino al 1778. L'anno dopo divenne sottotenente nel corpo di fanteria di Nassau-Siegen; nel 1782 tenente in seconda e nel 1785 tenente in prima; il 1º aprile 1791 divenne capitano.

Guerre rivoluzionarie

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Nel 1793 si unì all'Armata dei Pirenei occidentali impegnata contro gli spagnoli, assegnato al 5º Battaglione di fanteria leggera. Il 26 giugno 1793 divenne chef de bataillon e si mise alla testa della 5ª demi-brigade di fanteria leggera. Si distinse, il 5 febbraio 1794, alla difesa del campo dei sanculotti presso Hendaye. Il 18 febbraio venne nominato a titolo provvisorio generale di brigata, a causa della mancanza di ufficiali superiori. Fu anche uno dei quattro militari destinati a diventare marescialli dell'Impero che saltarono il grado di chef de brigade (colonnello) istituito dal decreto del 21 febbraio 1793. Nel giugno 1794 divenne generale di divisione.

Si impadronì dei passi pirenaici, respinse una controffensiva spagnola e calò per le valli spagnole in giugno. Il 30 agosto fu nominato comandante in capo dell'Armata dei Pirenei e riportò una serie di vittorie, respingendo gli spagnoli dietro l'Ebro e conquistando Bilbao il 17 luglio 1795.

Divenne comandante dell'11ª divisione militare nel 1796. Accusato di sostenere la monarchia, fu congedato il 26 ottobre 1797. Riabilitato e divenuto comandante di un corpo d'armata dell'Armata d'Italia nel 1799, contribuì alla vittoria di Marengo e il 25 dicembre 1800 comandò l'ala sinistra dello schieramento francese nella battaglia di Pozzolo.

Guerre dell'Impero

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Prestò servizio in Svizzera con l'Armata d'Italia nel 1801. Nello stesso anno, il 3 dicembre, Napoleone istituì l'ispettorato generale della gendarmeria e la affidò a Moncey, il quale divenne così omologo al ministro della Polizia. Conservò il posto durante tutto il Primo Impero e la Restaurazione.

Divenne maresciallo dell'Impero nel 1804, e comandante dell'armata di riserva del Nord, col grado di maggior generale, quindi comandante dei corpi d'armata di osservazione delle coste dell'oceano (21 dicembre 1807), destinati all'invasione della Spagna.

Entrò in Spagna nel marzo 1808 riportando alcune vittorie e diventando ufficialmente duca di Conegliano il 25 luglio. Dal 1809 al 1813 comandò varie armate di riserva.

Nel 1814 divenne comandante della Guardia nazionale parigina, e il 30 marzo, durante la battaglia alle porte della città, diede mostra di fermezza di carattere e presenza di spirito non comuni difendendo la porta di Clicy contro i russi.

Fu nominato pari di Francia da Luigi XVIII alla prima Restaurazione e anche da Napoleone nei Cento Giorni, durante i quali peraltro si tenne in disparte.

Restaurazione

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Alla Restaurazione ebbe l'audacia di rifiutare di presiedere il consiglio di guerra incaricato di giudicare il maresciallo Ney, il che gli valse tre mesi di prigione alla fortezza di Ham. Il 3 luglio 1816 fu reintegrato da Luigi XVIII nel suo grado e nella sua dignità, nuovamente nominato pari di Francia nel 1819.

Dal 1820 al 1830 comandò la 9ª divisione militare. Durante la Spedizione di Spagna conquistò nel 1823, alla testa del IV Corpo d'armata, la Catalogna, impadronendosi di Barcellona, Tarragona e Hostalric.

Monarchia di luglio

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Nel 1833 fu nominato governatore dell'Hôtel des Invalides e accolse il 15 dicembre 1840 le spoglie di Napoleone riportate in patria da Sant'Elena. Già gravemente malato, si racconta che abbia detto al suo medico: «Dottore, fatemi vivere ancora un po', voglio ricevere l'Imperatore». Per la cerimonia si fece trasportare su una sedia sino al feretro, accarezzò l'impugnatura della spada di Napoleone e dichiarò infine: «Adesso andiamo a morire».

Morì il 20 aprile del 1842, e il maresciallo Soult ne pronunciò il discorso funebre. Il decano dei marescialli non viene citato che una volta nel Memoriale di Sant'Elena redatto da Emmanuel de Las Cases, con le parole: «Moncey è stato un onest'uomo».

Onorificenze francesi

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Grand officier dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
«promozione del 25 pratile dell'anno XII»

Onorificenze straniere

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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria
«Almanacco Imperiale - ordres etrangers»
Stemma Descrizione Blasonatura
Bon Adrien Jeannot de Moncey
Duca di Conegliano
Capo dei duchi dell'impero; d'azzurro a un destrochero d'oro, alata d'argento, tenente una spada del medesimo in palo. Ornamenti esteriori da duca maresciallo dell'impero francese, cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore.
Bon Adrien Jeannot de Moncey
Duca di Conegliano
D'azzurro a un destrochero d'oro, alata d'argento, tenente una spada del medesimo in palo. Ornamenti esteriori da duca e pari di Francia, cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore.
  • (FR) «Bon Adrien Jeannot de Moncey», in Charles Mullié, Biographie des célébrités militaires des armées de terre et de mer de 1789 à 1850, 1852
  • (FR) Arnaud Chaffanjon, Napoléon et l'Univers Impérial. Éditeur Serg (1969) ISBN B0000DQ7Z5
  • (FR) Emmanuel de Las Cases, Le Mémorial de Sainte-Helène. Éditions Seuil (1999) ISBN 2-02-035797-6
  • (FR) Louis Chardigny, Les Maréchaux de Napoléon. Éditions Tallandier (2003) ISBN 2-84734-087-4
  • (FR) Jacques Jourquin, Dictionnaire des maréchaux du Premier Empire, 1986.
  • (FR) Joseph Valynseele, Les maréchaux du Premier Empire, 1957.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN14780304 · ISNI (EN0000 0000 4287 1083 · CERL cnp00587294 · LCCN (ENno00046239 · GND (DE117125741 · BNF (FRcb12004223m (data)