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Black Midi

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Disambiguazione – Se stai cercando il genere musicale, vedi Black MIDI.
black midi
I Black Midi a Helsinki nel 2019
Paese d'origineRegno Unito (bandiera) Regno Unito
GenereRock sperimentale[1][2][3]
Rock progressivo[4][5]
Punk jazz[5][6]
Post-punk[4][7]
Math rock[1]
Periodo di attività musicale2017 – 2024
EtichettaRough Trade
Studio3
Sito ufficiale

I Black Midi (stilizzato black midi) sono stati un gruppo musicale rock sperimentale[1][2][3] britannico, formatosi a Londra nel 2017.

Nascita (2015-2017)

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Prima che il gruppo si costituisse, Geordie Greep tenne delle jam session con Matt Kwasniewski-Kelvin e Morgan Simpson. Tutti e tre (così come Cameron Picton) frequentavano la BRIT School.[8] Nel 2016, mentre frequentavano la scuola, Greep e Kwasniewski-Kelvin ingaggiarono Simpson per formare una band, con Greep e Kelvin alla voce e alla chitarra e Simpson alla batteria. Picton si unì più tardi, al basso, completando la line-up.[9]

L'8 giugno 2018 il gruppo ha pubblicato il suo primo singolo, intitolato Bmbmbm, tramite l'etichetta Speedy Wunderground del produttore Dan Carey. Il 26 settembre 2018 fu pubblicata una cassetta contenente spezzoni di un'esibizione assieme a Damo Suzuki, tenutasi il 5 maggio 2018.

Nel marzo 2019 la band ha suonato al South by Southwest di Austin, Texas.[8] Il 23 gennaio 2019 il gruppo ha pubblicato il secondo singolo, Speedway. Una versione pubblicata in vinile 12" includeva alcuni remix.

Schlagenheim (2019)

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Nel gennaio 2019 il gruppo ha annunciato di avere firmato per la Rough Trade. La band ha quindi pubblicato i primi due singoli sotto quest'etichetta a marzo e aprile 2019, rispettivamente Crow's Perch e Talking Heads. Il 14 maggio venne annunciato il primo album, Schlagenheim, pubblicato il 21 giugno. L'album venne registrato nel 2018 col produttore Dan Carey,[10] e ha ricevuto un'acclamazione pressoché universale da parte della critica.[11] L'album ha ricevuto una nomination per il Premio Mercury 2019.[12]

  • Geordie Greep - voce, chitarra
  • Cameron Picton - voce, basso
  • Morgan Simpson - batteria
Album in studio
Singoli
  • 2018 - Bmbmbm
  • 2019 - Speedway
  • 2019 - Crow's Perch
  • 2019 - Talking Heads
  • 2019 - Ducter
  • 2019 - 7-Eleven
  • 2020 - Sweater
  • 2021 - John L/Despair
  • 2021 - Slow (Loud)
  • 2021 - Chondromalacia Patella
  • 2021 - Cruising
  • 2022 - Welcome To Hell
  • 2022 - Eat Men Eat
  • 2022 - Sugar/Tzu
EP
  • 2022 - Cavalcovers
  1. ^ a b c (EN) Black Midi, su AllMusic, All Media Network.
  2. ^ a b Gianfranco Maromoro, Black Midi Cavalcade, su ondarock.it, Ondarock, 1º giugno 2021.
  3. ^ a b Elena Palmieri, “Hellfire”: la folle, ma controllata, ambizione dei black midi, su rockol.it, 23 luglio 2022. URL consultato il 6 agosto 2022.
  4. ^ a b Jon Dolan, Il prog-punk esiste e i Black Midi lo dimostrano, su rollingstone.it, Rolling Stone, 28 giugno 2021.
  5. ^ a b Claudio Cabona, Il secondo album dei Black Midi è una cavalcata rock che lascia senza fiato, su rockol.it, Rockol, 28 giugno 2021.
  6. ^ (EN) Kitty Empire, Black Midi review – punk-jazz power is a recipe for success, su theguardian.com, The Guardian.
  7. ^ (EN) Will Gottsegen, Black Midi – “Talking Heads”, su spin.com, Spin, 30 aprile 2019. URL consultato il 23 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).
  8. ^ a b (EN) Ryan Leas, Band To Watch: Black Midi, su stereogum.com, Stereogum, 20 marzo 2019. URL consultato il 23 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).
  9. ^ (EN) Tom Connick, Inside the buzz of Black Midi, su crackmagazine.net. URL consultato il 23 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).
  10. ^ (EN) Jazz Monroe, Get to Know black midi, a New Type of British Guitar Band, su pitchfork.com, Pitchfork, 15 maggio 2019. URL consultato il 23 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).
  11. ^ (EN) Black Midi, su Metacritic, Fandom, Inc.
  12. ^ (EN) Madison Bloom, Mercury Prize 2019 Shortlist: The 1975, slowthai, Black Midi, More, su pitchfork.com, Pitchfork, 25 luglio 2019. URL consultato il 23 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).

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Collegamenti esterni

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