Bernardino Luini

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Madonna del Roseto, conservato a Brera

Bernardino Scapi, detto Bernardino Luini (Dumenza, 1481 circa – Milano, giugno 1532), è stato un pittore italiano di scuola rinascimentale lombarda, riferibile al gruppo dei Leonardeschi.

Origini e formazione

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Madonna con il Bambino (1516), Certosa di Pavia

Originario di Dumenza, sul Lago Maggiore, Luini si formò forse a Verona in Veneto (come è stato dedotto dalla pala "Madonna col Bambino e i santi Agostino e Margherita" proveniente da quella città, firmata Bernardinus Mediolanensis, presente al Museo Jacquemart André di Parigi e a lui attribuita[1], e che dimostra affinità stilistiche con la pittura di Gerolamo dai Libri). Viceversa Lomazzo, nel suo Trattato dell'arte della pittura, lo dice alunno con Gaudenzio Ferrari del lombardo Giovan Stefano Scotto.

Alcune opere dei suoi primissimi anni (1513-1515) sono visibili alla Certosa di Pavia, nell'atrio (affreschi con "San Cristoforo" e "San Sebastiano"), nella chiesa della Certosa nel transetto destro l'affresco con la "Madonna col Bambino" e nel Museo (pannelli di polittico con San Martino e Sant'Ambrogio). All'interno della chiesa cemeteriale di san Pietro a Luino una delle sue prime prove ad affresco è l"Adorazione dei Magi". Nel Duomo di Monza gli viene attribuito l'affresco del presbiterio con "San Gerardo dei Tintori" e nell'oratorio di San Vittore a Meda le "figure a mezzo busto" dei tondi e dei rombi del fregio sul tramezzo.

L'affermazione a Milano e in Lombardia

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Stabilitosi definitivamente in Lombardia, dipinse gli affreschi nell'oratorio di Santa Maria Nova detta del Pilastrello (pietra miliare sulla quale oltre a segnare le distanze indicava i luoghi di culto e altro nelle vicinanze) a Vimodrone, sesto miglio da Milano; (la cappella della Beata Vergine è attribuita a Gian Giacomo Dolcebuono), quindi lavorò a Milano in Santa Maria della Passione ove nel 1510 lasciò il "Compianto di Cristo" e all'abbazia di Chiaravalle (la cosiddetta "Madonna della Buonanotte" nel transetto della chiesa, 1512), alla cappella del Santissimo Sacramento nella chiesa milanese di San Giorgio al Palazzo (1516), l'opera più importante di questo periodo e in cui ci fu una probabile collaborazione di Gaudenzio Ferrari per una "alia icona ecce Homo", scomparsa.

La più importante commissione di opere di carattere profano viene ottenuta dall'artista dalla nobile famiglia dei Rabia per i quali affrescherà il palazzo milanese (staccati, oggi conservati nella Gemäldegalerie di Berlino e nella National Gallery di Washington[2]) e successivamente eseguirà diversi cicli di affreschi con "Storie dell'Esodo" e "Storie di Apollo e Dafne" nella Villa della Pelucca (affreschi staccati e in gran parte a Brera). Lo stato frammentario degli affreschi, strappati all'inizio dell'Ottocento e venduti dagli eredi dei Rabia, ne rende difficile l'interpretazione dei soggetti di origine mitologica.

Sposò Margherita Lomazzo dalla quale ebbe quattro figli, Tobia, Evangelista, Giovan Pietro e Aurelio, anch'essi pittori ad eccezione di Tobia[3].

Nella parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo a Maggianico (Lecco) nella seconda cappella a sinistra dedicata alla Madonna, gli sono attribuite le pitture (trasferite su tela e arbitrariamente composte in polittico per adattarlo al nuovo altare della Madonna disegnato da Giuseppe Bovara nel 1831) raffiguranti "Madonna col Bambino, santi, l'Eterno e Annunciazione" del 1515.

Affreschi da villa La Pelucca, Brera

Altri dipinti di questi anni conservati nel Duomo di Como sono le tele coi "Santi Sebastiano e Cristoforo" al 2º altare della navata destra, al 3º altare "Epifania" sormontata da "Due Profeti", al 4º altare il "Sacra Conversazione" o pala di San Gerolamo o Raimondi (1517-1518) (la sua firma è sui gradini del trono), e gli affreschi per la chiesa francescano-amadeita di Santa Marta e Santa Maria della Pace a Milano raffiguranti le "Storie di San Giuseppe" ora conservati alla pinacoteca di Brera. I tre affreschi di "San Lazzaro", "Santa Marcella" e "Santa Marta", provenienti dalla distrutta chiesa di Santa Marta ora sono collocati a Busto Arsizio nel Santuario di Santa Maria di Piazza. A Ponte in Valtellina la parrocchiale di San Maurizio reca nella lunetta sovrastante il portale maggiore il suo affresco con la "Madonna col Bambino e san Maurizio". L'Accademia Carrara a Bergamo conserva una sua tavoletta con la "Madonna e San Giovannino" e un suo "Ritratto femminile" è esposto nella Pinacoteca Malaspina di Pavia.

Le opere della maturità

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Una commissione che scandì lunghi periodi della vita dell'artista fu quella della decorazione della chiesa benedettina di San Maurizio al Monastero Maggiore, uno dei più importanti centri religiosi femminili della città, iniziata nei primi anni venti con le pitture del tramezzo e terminata con gli affreschi con le "Storie di Santa Caterina" della cappella Besozzi (1530), compiuti dai figli dopo la sua morte.

Milano, chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, ritratto di Ippolita Sforza e santi

Del 1521-22 è l'Incoronazione di spine commissionato dalla Confraternita di S. Corona (oggi nella Biblioteca Ambrosiana). Le figure dei confratelli inginocchiati ricordano i personaggi raffigurati nella Messa di Bolsena di Raffaello negli appartamenti vaticani.[3] In queste opere, Luini mostra già le caratteristiche del suo stile maturo, costituito da un'originale sintesi tra lo sfumato di Leonardo e il rigore metafisico-prospettico di Vincenzo Foppa, Bramantino e Zenale. Nella città di Legnano la basilica di San Magno dietro l'altar maggiore conserva un suo bel polittico del 1523 con la "Madonna col Bambino, cinque angeli musicanti e santi" e nel timpano "Padre Eterno"; nella predella, nove scene della "Vita di Gesù", monocrome. Di seguito, negli anni venti del XVI secolo, la sua arte virò in direzione di un pacato, raffinatissimo classicismo, come è evidente nelle numerose sue "Madonne col Bambino" (la "Madonna del roseto" ora a Brera[4], proveniente dalla Certosa di Pavia), nel Sant'Ambrogio[5] e nel San Martino[6] ora nel Museo della Certosa di Pavia, in quelli del Santuario di Saronno (1525). Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno ospita i suoi affreschi sulla porticina della sagrestia "San Rocco" e accanto "Sant'Antonio Abate"; su quella del campanile "San Sebastiano e san Cristoforo"; nella passaggio alla cappella della Madonna "Sposalizio di Maria" e "Disputa di Gesù coi Dottori"; nella cappella "Adorazione dei Magi", "Presentazione al Tempio" del 1525; nei pennacchi delle arcate "Sibille"; nei lunettoni "Evangelisti" e "Quattro Dottori della Chiesa"; nella parte absidale "Santa Caterina" e "Santa Apollonia" coi due committenti. Infine nel chiostro adiacente alla chiesa si può trovare un altro suo contributo pittorico: si tratta di una Natività, unica pittura esterna superstite. Ciò che rende originale quest'ultima graziosa composizione è l'atteggiamento del Gesù Bambino, il quale, tenero e ingenuo, si porta un ditino alla bocca.

Il tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano

La grandiosa "Passione e Crocefissione", il più famoso affresco rinascimentale della Svizzera, dipinto sul tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano, è del 1529, Nella stessa chiesa sono presenti, sulle spalle dell'arco mediano "San Rocco e san Sebastiano", sulla parete meridionale "Ultima cena", affresco strappato probabilmente dal refettorio dell'attiguo convento, distrutto nella seconda metà del XIX secolo, e nella prima cappella laterale la "Madonna col bambino e san Giovannino", proveniente anch'esso dal convento, verosimilmente dalla porta che collegava la chiesa al chiostro.

La notevole fama di cui Luini gode negli anni della maturità è legata in gran parte anche alle tele di piccolo formato destinate alla committenza privata, assai apprezzate per la morbidezza e la delicatezza dei toni, oltre che per l'immediatezza nella resa dei soggetti. Ne sono esempi le numerose Madonne col bambino, quali la Madonna col bambino e san Giovannino del Louvre, il Gesù bambino con l'agnello conservato alla Pinacoteca Ambrosiana, i ritratti, il più celebre dei quali è il Ritratto di dama della Washington National Gallery, e i dipinti a soggetto sacro o profano dotati di una sottile componente erotica quali la Susanna e i vecchioni della collezione Borromeo, la Venere del lago sempre alla Washington National Gallery, o le numerose Salomè.

Negli ultimi anni, una fonte coeva come Cesare Cesariano testimonia anche un suo viaggio di aggiornamento a Roma, evidente in alcune citazioni dall'arte di Raffaello. La cultura degli ultimi anni dell'artista fu però caratterizzata anche da una più puntuale ripresa di temi e stilemi di Leonardo da Vinci, come testimonia la Sacra Famiglia con sant'Anna e san Giovannino della Pinacoteca Ambrosiana, ripresa dal celebre cartone vinciano conservato alla National Gallery di Londra, che non a caso, sul finire del XVI secolo, apparteneva al figlio Aurelio[7].

Agli ultimi anni della sua attività risale anche l'incarico di affrescare una sala del Palazzo degli Atellani, in cui viene realizzata la volta a motivi vegetali e quattordici lunette che rappresentano la genealogia della famiglia Sforza fino al duca ancora regnante all'epoca, Francesco II, in cui Bernardino si avvale dell'aiuto della sua ormai folta bottega. Alla sua morte, la bottega fu portata avanti dai figli Aurelio, Evangelista e Giovan Pietro che continuarono le grandi commesse paterne quali il santuario di Saronno, san Maurizio a Milano e san Vittore a Meda.

Fortuna critica

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Vasari nella prima edizione delle Vite, a proposito degli affreschi di Saronno, dice di Luini

«valse ancora nel fare ad olio così bene come a fresco, e fu persona molto cortese e servente de l'arte sua; per il che giustamente se li convengono quelle lodi che merita qualunche artefice che, con l'ornamento della cortesia, fa così risplendere l'opere della vita sua come quelle della arte»

Dopo un momento di grande fortuna all'inizio del XVII secolo (era uno dei pittori preferiti da Federico Borromeo, che raccolse molte sue opere alla Pinacoteca Ambrosiana), in seguito la fama di Luini tramontò. Considerato fino a non molti decenni fa un artista minore o uno stanco epigono di Leonardo (Bernard Berenson lo aveva definito "il meno intellettuale dei pittori famosi"), Luini fu rivalutato solo con la revisione critica dell'arte lombarda nel XX secolo, iniziata da William Suida.

Tra i figli va ricordato Aurelio Luini, che fu un importante esponente del tardo Manierismo milanese, amico di Giovan Paolo Lomazzo e affiliato all'Accademia dei Facchini della Val di Blenio.

Madonna col bambino e san Giovannino, Lichtenstein Museum
Bernardino Luini, San Sebastiano, collezione Borromeo all'Isola Bella

Lista delle principali opere di Luini.

Opere scomparse

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  • Madonna con il bambino (ex- collezione privata milanese, 1512 ca.)
  • Ultima cena (Collez. Brocca, Milano, 1525 ca.?)
  1. ^ Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino e santa Margherita, su cassiciaco.it.
  2. ^ Bernardino Luini Cephalus and Pan at the Temple of Diana, su nga.gov.
  3. ^ a b Pietro Marani, LUINI, Bernardino, su Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.
  4. ^ Madonna del Roseto, su pinacotecabrera.org.
  5. ^ a b Capolavori del Museo e della Gipsoteca, su museo.certosadipavia.beniculturali.it, 22 luglio 2017. URL consultato il 7 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2022).
  6. ^ a b Capolavori del Museo e della Gipsoteca, su museo.certosadipavia.beniculturali.it, 22 luglio 2017. URL consultato il 7 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2022).
  7. ^ Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Bernardino Luini e i suoi figli, Officina Libraria, Milano, 2014
  8. ^ I maestri dell'affresco incantano Ravenna, su arte.it.
  9. ^ Pinacoteca Malaspina, su malaspina.museicivici.pavia.it. URL consultato il 28 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2021).
  • Wilhelm Suida, Leonardo und sein Kreis, München, 1929.
  • Janice Shell, Bernardino Luini's lost altarpiece for the church of San Vincenzo at Gravedona, in Arte Lombarda, 90-91, 1989, 189-191.
  • Pietro Cesare Marani, in Pittura tra Ticino e Olona. Varese e la Lombardia nord-occidentale, a cura di Mina Gregori, Cinisello Balsamo, 1992.
  • Verio Pini, Grazioso Sironi, Bernardino Luini. Nuovi documenti biografici, Milano 1993.
  • Andrea Di Lorenzo, in Pittura a Como e nel Canton Ticino dal Mille al Settecento, a cura di Mina Gregori, Milano 1994.
  • Francesco Frangi, Bernardino Luini, in Pittura a Milano. Rinascimento e Manierismo, a cura di Mina Gregori, Milano, 1998, 229-235.
  • Maria Teresa Fiorio, Bernardino Luini e la pittura del Rinascimento a Milano: gli affreschi di San Maurizio al Monastero Maggiore, Milano, 2000.
  • Giulio Bora, Bernardino Luini, in I Leonardeschi: l'eredità di Leonardo in Lombardia, a cura di Maria Teresa Fiorio, Pietro Cesare Marani, Milano, 2000, 325-370.
  • Paola Barbara Picone Conti, Dario Rondanini (a cura di), Bernardino Luini e la Pittura nell'Alto Milanese dal Rinascimento al Manierismo, Edizioni de La provvidenza, Busto Arsizio 2005.
  • Pietro Cesare Marani, Bernardino Luini, in Dizionario Biografico degli Italiani, 2006, ad vocem.
  • Maria Teresa Binaghi Olivari, Bernardino Luini, 5 continents Editions, Milano 2007.
  • Victor Rafael Veronesi, Bernardino Luini in San Giorgio al palazzo, 2007.
  • Fabiola Bertassi, Incontro con l'Arte di Bernardino Luini, Mandello del Lario 2010.
  • Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Bernardino Scapi, detto Bernardino Luini. San Sebastiano; San Cristoforo, in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini», Officina Libraria, Milano 2010.
  • Edoardo Rossetti, «Chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo». Ermes Visconti, Matteo Bandello e Bernardino Luni: appunti sulla committenza artistica al Monastero Maggiore,“Archivio Storico Lombardo” 2012
  • Bernardino Luini e i suoi figli, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 11 aprile-13 luglio 2014), a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, 2 voll., Officina Libraria, Milano 2014.

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