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Balletto di Stoccarda

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Balletto di Stoccarda
La Staatsoper Stuttgart, sede del Balletto di Stoccarda
Informazioni generali
Fondazione1609
FondatoriDuca di Württemberg
Direttore artistico fondatoreJohn Cranko
NazioneGermania (bandiera) Germania
CittàStoccarda
Sede/IndirizzoStaatsoper Stuttgart
Staff artistico
Direttore artisticoReid Anderson
Altro
Scuola ufficialeJohn Cranko Schule
Sito ufficiale

Il Balletto di Stoccarda è una compagnia di danza tedesca tra le più importanti sulla scena mondiale. La sua origine risale al 1609, quando il Duca di Württemberg istituì il proprio balletto di corte. La compagnia moderna deve il suo successo all'avvento di John Cranko nell'incarico di direttore (1961), ed è celebre per i suoi balletti a carattere narrativo.

Il Balletto di Stoccarda, fondato nel 1609 dai sovrani del Württemberg, ha una tradizione di direttori e coreografi importanti come Jean-Georges Noverre (1759–1766), Filippo Taglioni (1824–1828), August Brühl (1891) e Oskar Schlemmer (1916–1922).

Nel 1957 Nicholas Beriozoff, danzatore proveniente dal Ballet Russe de Monte Carlo, viene nominato direttore del Balletto del Württembergischen Staatstheater (questo il nome prima degli anni '70), e ingrandisce la compagnia in modo da rendere possibile la produzione di opere dal repertorio classico, come La bella addormentata, il Lago dei cigni e Lo schiaccianoci.[1] Nel gennaio 1961 l'incarico di direttore va al coreografo sudafricano John Cranko; a partire da quel momento, la compagnia fiorisce e viene portata ai livelli delle maggiori compagnie mondiali.[2]

Inizialmente, Cranko realizza alcune piccole coreografie e riunisce attorno a sé un piccolo gruppo di danzatori di talento, prima fra tutti la giovane brasiliana Marcia Haydée, che diventa la sua musa, e per la quale egli creerà le sue opere più importanti. Oltre a Haydée fanno parte del gruppo Egon Madsen, Richard Cragun, Birgit Keil, Susanne Hanke e Ray Barra.

Con il primo grande balletto, Romeo e Giulietta, presentato nel dicembre 1962, la compagnia di Cranko conquista il pubblico della città.[3] Seguono altre coreografie come Jeu de cartes, Opus 1 e Initiali R.B.M.E., e balletti narrativi come La bisbetica domata, Onegin e Carmen. Cranko porta alla compagnia la collaborazione di coreografi del calibro di George Balanchine, Kenneth MacMillan e Peter Wright.[2][3] John Neumeier crea per essa la coreografia della La signora delle camelie e di Un tram che si chiama desiderio.

La prima tournée negli Stati Uniti è del 1969 ed è un enorme successo. Il critico del New York Times Clive Barnes parla di "miracolo del Balletto di Stoccarda" e la compagnia, fino ad allora semisconosciuta, diventa nota in tutto il mondo come "Stuttgart Ballet".[4]

Seguono tournée in Israele, Francia e Unione Sovietica e su tutti i maggiori palcoscenici di balletto, e la notorietà della compagnia si consolida.

Cranko incoraggia i suoi danzatori a realizzare coreografie proprie, e infatti diversi artisti emersi dal Balletto di Stoccarda sono diventati celebri coreografi, come John Neumeier, William Forsythe, Foofwa d'Imobilité, Uwe Scholz, Jiří Kylián e Renato Zanella.

In seguito all'improvvisa scomparsa di Cranko nel 1973, è nominato direttore Glen Tetley (1974–1976), da Cranko stesso scelto come coreografo stabile della compagnia poco prima della sua morte. Al breve periodo sotto la guida di Tetley la compagnia deve le coreografie di Voluntaries (1973), Le Sacre du printemps (1974) e Dafnis et Chloé (1975).

Dal 1976 è direttrice Marcia Haydée (1976–1996), che innalza il livello tecnico e amplia considerevolmente il repertorio, avvalendosi della collaborazione di Maurice Béjart, Hans van Manen, John Neumeier, Jiří Kylián, William Forsythe e Uwe Scholz.

Reid Anderson, ingaggiato da Cranko nel 1969 e danzatore fino al 1987, è direttore artistico dal 1996.[5]

Nel 1981 la compagnia ha ricevuto il Laurence Olivier Award for Outstanding Achievement in Dance.

John Cranko Schule

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La compagnia ha fondato nel 1971 la propria scuola di balletto, denominata John Cranko Schule nel 1974. L'attuale direttore è Tadeusz Matacz.

  1. ^ (DE) EIN BLICK ZURÜCK II., Zum zehnten Todestag von Nicholas Beriozoff, su tanznetz.de, Koeglerjournal 2005/06. URL consultato il 9 gennaio 2014.
  2. ^ a b (EN) Stuttgart Ballet, su britannica.com, Encyclopaedia Britannica. URL consultato il 4 marzo 2016.
  3. ^ a b (DE) Horst Koegler, Das erste Jahrzehnt, in 50 Jahre Stuttgarter Ballett. Programmbuch, Stuttgart Ballet, 2010.
  4. ^ (EN) Clive Barnes, The Year the Dance went wild; When dance went wild, New York Times, 6 luglio 1969.
  5. ^ (DE) Ulla Hanselmann, Die Stuttgarter Choreologin Georgette Tsinguirides / Die Hüterin des Tanzerbes, su stuttgarter-zeitung.de, Stuttgarter Zeitung, 28 novembre 2014. URL consultato il 9 aprile 2015.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN268149196296674790995 · LCCN (ENn82047753 · GND (DE2053806-6 · BNF (FRcb12418905g (data) · J9U (ENHE987007421214405171
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