Balio e Xanto

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Xanto e Balio, i cavalli di Achille, tenuti da Automedonte, olio su tela di Henri Alexandre Georges Regnault, 1868, Boston, Museum of Fine Arts.

Nella mitologia greca, Balio (Balios, dal significato di "pezzato, pomellato") e Xanto (Xanthos, dal significato di "giallo, fulvo, baio") erano due cavalli immortali nati dal vento dell'ovest Zefiro (oppure, secondo un'altra tradizione, da Zeus) e dall'Arpia Podarge. Entrambi avevano il dono della parola, concesso loro da Era. Erano guidati da Automedonte, il cocchiere di Achille.

Alle nozze di Peleo e Teti, tutte le divinità fecero dono allo sposo di qualcosa di prezioso. Il dio Poseidone, re dei mari, gli donò i cavalli immortali Xanto e Balio.

Troppo vecchio per partecipare alla guerra di Troia, Peleo fece quindi dono al figlio Achille di molti dei suoi tesori, fra cui i due formidabili cavalli. Tali animali fecero compagnia all'eroe fino alla fine dei suoi giorni.[1] Xanto predisse ad Achille la sua morte imminente, facendolo infuriare.

Quando nella famosa guerra Achille uccise Ettore, ne legò il cadavere al proprio cocchio ed istigò i cavalli Xanto e Balio.

  1. ^ Nel suo libro Robert Graves commette una svista, indicando lo Xanto di Peleo e quello di Achille come due cavalli distinti, quando invece fu proprio Peleo a regalare il cavallo al figlio.

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