Azem Hajdari
Azem Hajdari | |
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Membro dell'Assemblea di Albania | |
Durata mandato | 31 marzo 1991 – 12 settembre 1998 |
Gruppo parlamentare | Partito Democratico d'Albania |
Circoscrizione | Prefettura di Scutari Prefettura di Durazzo Prefettura di Dibër Prefettura di Kukës |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico d'Albania |
Titolo di studio |
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Università | Università di Tirana |
Firma |
Azem Hajdari (Bajram Curri, 11 marzo 1963 – Tirana, 12 settembre 1998) è stato un politico albanese che è stato il leader del movimento studentesco nel 1990-1991 che ha portato alla caduta del comunismo in Albania[1].
Azem Hajdari è poi diventato un politico del Partito Democratico d'Albania; membro dell'Assemblea di Albania e presidente della Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti.[2][3] È stato assassinato a Tirana il 12 settembre 1998.[4] Il 2 ottobre 1998 Hajdari è stato insignito postumo della cittadinanza onoraria di Tirana[5] e nel 2007 è stato decorato con l'Ordine di Skanderbeg dal presidente Bamir Topi[6]. Un monumento in onore di Hajdari e della sua guardia del corpo Besim Çera è stato collocato dove sono stati entrambi uccisi.[7][8]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1993[9] Hajdari si è laureato in Filosofia[10][11], e nel 1995[9] di nuovo in Giurisprudenza[12], all'Università di Tirana.[13] Nel 1993 fino al 1994 ha studiato inglese e filosofia negli Stati Uniti d'America.[9] Nel 1996 ha studiato politica della difesa e della sicurezza a Garmisch-Partenkirchen in Germania.[9] È stato uno dei leader del movimento degli studenti che ha rovesciato il comunismo in Albania, portando al crollo del Partito del Lavoro d'Albania, nel dicembre 1990.[10] È stato, brevemente, il primo leader del Partito Democratico d'Albania.[10] È rimasto in quella posizione fino a quando, all'inizio del 1991, è stato sostituito da Sali Berisha, che poi è diventato il presidente della repubblica d'Albania.[10] Hajdari è stato uno stretto collaboratore di Berisha, e provenivano dallo stesso distretto di Tropojë.[3][14]
Tentativi di assassinio
[modifica | modifica wikitesto]Spari in Parlamento
[modifica | modifica wikitesto]Il 18 settembre 1997 Hajdari si è scontrato con Gafur Mazreku, parlamentare di maggioranza del Partito Socialista d'Albania del primo ministro Fatos Nano, in una discussione su una proposta di aumento dell'IVA dal 12% al 22%. A causa di ciò, Mazreku ha sparato quattro volte a Hajdari con una pistola ed è scappato dalla sala.[15][16] Hajdari è stato portato in un ospedale militare in gravi condizioni.[17] Hajdari doveva partire nella notte per Bari con un aereo messo a disposizione dalla Farnesina[15] ma ha rifiutato il trasferimento.[18] Mazreku si è costituito nel Commissario numero uno di Tirana.[15] La sera stessa una carica di dinamite è stata fatta esplodere contro la sede del Partito Socialista a Scutari.[18]
Il 17 dicembre il tribunale di Tirana ha condannato Mazreku a undici anni di carcere per tentato omicidio.[10] Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 16 anni.[19] Mazreku ha sostenuto di aver sparato i colpi in un atto di vendetta dopo che Hajdari lo aveva aggredito verbalmente e preso a pugni, tuttavia, Hajdari ha sostenuto che l'aggressione era motivata politicamente.[19] È stato rilasciato dopo cinque anni in virtù di un'amnistia concessa dal primo ministro Fatos Nano. Nel 2005 è deceduto dopo un infarto.[20]
Assalto a Tropojë
[modifica | modifica wikitesto]Il 4 giugno 1998, alle 22:30 circa, Hajdari e altri membri del Partito Democratico (tra cui Jozefina Topalli e Vili Minarolli) sono stati assaliti da uomini armati.[21][22][23] Bardhyl Pollo, ex direttore generale di Radio Televizioni Shqiptar, è stato gravemente ferito.[24]
Assassinio
[modifica | modifica wikitesto]Il 12 settembre 1998 Hajdari è stato colpito e ucciso mentre usciva dall'ufficio del Partito democratico a Tirana[4] con le sue due guardie del corpo, Besim Çera, che è stato ucciso, e Zenel Neza, gravemente ferito ma sopravvissuto.[25][26] I due uomini sono stati uccisi da Fatmir Haklaj, Jaho Salihi Mulosmani (capo della polizia della zona settentrionale di Tropojë[1]) e Naim Cangu, che è rimasto ferito ed è morto poco dopo.[27]
L'omicidio ha scatenato due giorni di violente proteste.[1] Durante il corteo funebre di Hajdari, il 14 settembre 1998, i sostenitori armati del Partito Democratico hanno saccheggiato gli uffici governativi e, per un breve periodo, hanno occupato l'ufficio del Primo ministro, il palazzo del Parlamento, i vari Ministeri e l'edificio della televisione e della radio di Stato albanesi.[28] Le stime dei feriti durante le proteste e le rivolte oscillavano tra i 3 e i 7 morti e i 14 e i 76 feriti.[29] Dopo 72 ore il governo ha ripristinato l'ordine e ha recuperato i carri armati e i mezzi corazzati sequestrati dai sostenitori del Partito Democratico.[30][31] Il Parlamento ha successivamente revocato l'immunità di Berisha a causa del suo presunto ruolo in quello che il governo ha descritto come un colpo di Stato, ma non sono state mosse accuse.[32] Berisha ha accusato il Partito Socialista d'Albania e il suo leader Fatos Nano per l'omicidio.[1] Decine di persone sono state arrestate per il loro presunto coinvolgimento nella violenza.[33][34]
Mulosmani è stato subito ricercato per l'omicidio.[1] Dopo due anni e mezzo di latitanza è stato catturato a Bajram Curri.[35] Ad inizio 2002 Jaho Mulosmani è stato condannato all'ergastolo mentre Fatmir Haklaj è morto prima della fine del processo.[36]
Oggi Azem Hajdari è sepolto al Varrezat e Dëshmorëve të Kombit (Cimitero Nazionale dei Martiri dell'Albania).[9][37]
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Nelle quattro libere elezioni dopo il caduta del comunismo, Hajdari è stato eletto deputato al Parlamento[9]:
- il 31 marzo 1991, deputato di Scutari
- il 22 marzo 1992, deputato di Shijak
- il 26 maggio 1996, deputato di Bulqizë
- il 29 giugno 1997, deputato di Tropojë
Hajdari è stato presidente della Commissione parlamentare per l'ordine pubblico e il servizio di intelligence nazionale dal 1992 al 1996. Nel novembre 1996 è diventato presidente dei sindacati indipendenti albanesi. Nel giugno 1997 è diventato Presidente della Commissione parlamentare per la difesa.[9]
Dal 1995 al 1998, Hajdari è stato il presidente del Klubi Sportiv Vllaznia, il primo club sportivo in Albania. È stato anche presidente della Federazione albanese di arti marziali.[9]
Dal dicembre 1990 al febbraio 1991 è stato presidente della prima commissione del Partito Democratico d'Albania (il primo partito di opposizione dopo 50 anni di regime totalitario). Dal febbraio 1991 al settembre 1993 è stato vicepresidente del Partito democratico e membro del suo comitato direttivo.[9]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Hajdari è nato in una famiglia povera.[10] Hajdari ha sposato Fatmira Hajdari, giudice della Corte d’Appello di Tirana dal 2013 al 2020[38], con la quale ha avuto tre figli: Kirardi, Rudina (parlamentare in carica nell'Assemblea di Albania[39]) e Azem Junior, nato quattro mesi dopo l'assassinio di Hajdari.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]- Cittadinanza onoraria di Tirana nel 1998 e di altri comuni albanesi[5][6]
- Medaglia d'oro della Lega di Prizren nel 2003[6]
- Ordine Onore del Paese nel 2002[6]
- Ordine di Skanderbeg nel 2007[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Renato Caprile, Assalto a Tirana in fiamme il Palazzo, su la Repubblica, 14 settembre 1998. URL consultato il 5 dicembre 2020 (archiviato il 9 dicembre 2000).
- ^ Stefania Di Lellis, Al voto sognando la pace, su la Repubblica, 29 giugno 1997. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ a b Stefania De Lellis, Dall'università ai servizi segreti. Un "pretoriano" anticomunista, su la Repubblica, 19 settembre 1997. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ a b Ucciso a Tirana il braccio destro di Sali Berisha, su la Repubblica, 13 settembre 1998. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ a b Azem Hajdari (PDF), su Bashkia Tiranë, 2 ottobre 1998. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
- ^ a b c d e Fatmira Hajdari Pse duhet rihetuar vrasja e Azemit - Shtypi shqiptar online, su Vetemlajme.com, 13 settembre 2010. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2012).
- ^ Kryetarja e Kuvendit në takimin festiv me mijra e mijra të rinj në përkujtim të Ditës Kombëtare të Rinisë, su Kuvendi i Shqipërisë, 8 dicembre 2008. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
- ^ (SQ) 22 vjetori i vrasjes, Basha homazhe në memorialin e Heroit të Demokracisë, Azem Hajdari, su Abc News, 12 settembre 2020. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ a b c d e f g h i (SQ) Sot rivarrimi i Azem Hajdaritja detajet e ceremonisë, su Shqiptarja.com, 12 settembre 2013. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato il 10 dicembre 2020).
- ^ a b c d e f (EN) Gabriel Partos, Obituary: Azem Hajdari, su The Independent, 23 settembre 1998. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 21 agosto 2019).
- ^ (EN) David Binder, Formation of an Opposition Party Announced at a Rally in Albania, in The New York Times, 13 dicembre 1990. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 febbraio 2018).
- ^ DALL' UNIVERSITA' AI SERVIZI SEGRETI UN 'PRETORIANO' ANTICOMUNISTA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ Ricordando Azem Hajdari, uno dei leader delle rivolte studentesche, su Albania News, 12 settembre 2019. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 22 ottobre 2020).
- ^ (EN) Greg Moses, Who Killed Azem Hajdari?, su Dissident Voice, 24 luglio 2008. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato l'8 novembre 2016).
- ^ a b c Stefania De Lellis, Tirana, spari in parlamento. Ferito il numero due di Berisha, su la Repubblica, 19 settembre 1997. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ (EN) Benet Koleka, Albanian Legislator Shot in Parliament, su ReliefWeb, 18 settembre 1997. URL consultato il 5 dicembre 2020 (archiviato il 13 luglio 2018).
- ^ [01] DP DEPUTY AZEM HAJDARI SHOT BY FIREARM, su Albanian Telegraphic Agency, 18 settembre 1998. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 7 novembre 2004).
- ^ a b Albania, bomba anti-socialisti, su la Repubblica, 20 settembre 1997. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ a b (EN) Newsline - December 18, 1997, su RadioFreeEurope/RadioLiberty, 18 dicembre 1997. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 6 dicembre 2020).
- ^ (SQ) Skandali/ Plagosi me 5 plumba Azem Hajdarin, Gafur Mazreku shpallet 'Qytetar Nderi' i Hasit, su Balkanweb.com, 18 giugno 2018. URL consultato il 25 dicembre 2020 (archiviato il 25 dicembre 2020).
- ^ (SQ) Mero Baze, Përballja me antiopozitarizmin, Shtëpia Botuese "Kumti", 2008, ISBN 978-99927-849-7-6. URL consultato il 10 dicembre 2020 (archiviato il 10 dicembre 2020).
- ^ (EN) Si u tentua të vritej Azem Hajdari në Tropojë-Dëshmitë që hedhin dritë mbi të vërtetën, su Zani i Malsise, 27 ottobre 2017. URL consultato il 10 dicembre 2020 (archiviato il 29 ottobre 2017).
- ^ Josefina Topalli, On the political assassinations, arrests and persecution of the opposition by the neo-communist regime in Albania, su Hartford Web Publishing, 26 ottobre 1998. URL consultato il 25 dicembre 2020 (archiviato il 18 novembre 2006).
- ^ Mike Schwarz, Bardhyl Pollo: The Albanian Journalist Who Stood Against the Communist Regime, su YouTube.
- ^ On the political assassinations, arrests and persecution of the opposition by the neo-communist regime in Albania, su www.hartford-hwp.com. URL consultato il 5 dicembre 2020 (archiviato il 18 novembre 2006).
- ^ 08.10.2013 - Corte EDU - Mulosmani v. Albania - Art. 6 CEDU - Correlazione tra accusa e sentenza, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2020).
- ^ Mulosmani: Haklaj ekzekutoi me dy armë Azem Hajdarin, su Gazeta SHQIP, 5 giugno 2008. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2011).
- ^ Stefania Di Lellis, Albania, golpe fallito. Nano riconquista Tirana, su la Repubblica, 15 settembre 1998. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
- ^ (EN) Canada: Immigration and Refugee Board of Canada, Selected Political and Human Rights Issues, su Refworld, United Nations High Commissioner for Refugees. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 12 maggio 2016).
- ^ Nano lancia un ultimatum e Berisha consegna i tank, su la Repubblica. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
- ^ Renato Caprile, I golpisti consegnano le armi, su la Repubblica, 16 settembre 1998. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
- ^ (EN) Albanians Clear the Way For the Arrest Of Ex-President, in The New York Times, 19 settembre 1998. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato il 13 marzo 2020).
- ^ (EN) Ian Jeffries, Eastern Europe at the Turn of the Twenty-first Century: A Guide to the Economies in Transition, Routledge, 2002, ISBN 978-0-415-23671-3.
- ^ Renato Caprile, Resa dei conti a Tirana primi arresti per il golpe, su la Repubblica, 21 settembre 1998. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
- ^ Albania: preso killer del vice di Berisha, ricercato numero 1, su Ticinonline, 6 maggio 2001. URL consultato il 10 dicembre 2020 (archiviato il 10 dicembre 2020).
- ^ Tropoje: l'oasi povera dell'Albania, su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
- ^ (EN) National Martyrs' Cemetery | Sightseeing | Tirana, su In Your Pocket City Guides. URL consultato il 30 dicembre 2020.
- ^ Albania, la riforma della giustizia miete una vittima VIP: Fatmira Hajdari, madre di una deputata, su Albania News, 18 giugno 2020. URL consultato il 10 dicembre 2020 (archiviato il 19 ottobre 2020).
- ^ Ricordando Azem Hajdari, uno dei leader delle rivolte studentesche, su Albania News, 12 settembre 2019. URL consultato il 10 dicembre 2020 (archiviato il 22 ottobre 2020).
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