Vai al contenuto

Arura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Arura (in greco antico: ἄρουρα?, àrura) è una parola omerica[1] il cui significato originale era "terra arabile", derivato dal verbo "ἀρόω" (aroō), "arare".[2]

In particolare, Omero utilizza questo termine nel monologo di Achille, che descrive in questo modo la sua condizione di disperazione per la morte di Patroclo:

(GRC)

«ἀλλ᾽ ἧμαι παρὰ νηυσὶν ἐτώσιον ἄχθος ἀρούρης»

(IT)

«ma qui presso le navi inutil peso della terra mi seggo»

La parola originariamente era usata anche per "suolo", "terra" e "patria" e al plurale per indicare "campi" o "campi di frumento".[3]

La parola "arura" era usata anche per descrivere una misura di superficie dell'antico Egitto, un quadrato il cui lato misura 100 cubiti egizi,[4] equivalente a 2700 m² oppure a 2/3 di acro.[5] La parola è attestata per la prima volta in lingua micenea a-ro-u-ra, scritta in lineare B, col significato originale di "aratro".[6]