Arminio Wachsberger
Arminio Wachsberger (Fiume, 4 novembre 1913 – Milano, 24 aprile 2002) è stato un dirigente d'azienda italiano, testimone degli orrori della Shoah: sopravvisse dopo essere stato deportato durante la seconda guerra mondiale nel campo di concentramento di Auschwitz[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Arminio Wachsberger, figlio di Davide Wachsberger, rabbino capo di Fiume, e Matilde Miriam Gellis, di origine ungherese, nacque in Italia a Fiume il 4 novembre 1913.[1] Aveva sette fratelli. Parlava tedesco, italiano, yiddish e inglese.[2] Fu così assegnato per il servizio militare al Ministero dell'Aeronautica a Roma come interprete e rimase poi nella città svolgendo lo stesso lavoro. Nel 1937 si sposò a Roma con Regina Polacco.[1] Ebbe una figlia di nome Clara.
Fu arrestato a Roma nel rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 insieme alla figlia, alla moglie e ai suoceri e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz dopo un viaggio lungo sei giorni. Raccontò: "All’interno dei carri bestiame la temperatura del pomeriggio e il calore dei corpi ammassati stavano rendendo l’aria irrespirabile. Di notte invece calava un freddo terribile e cercavamo di scaldarci stringendoci l’uno accanto all’altro".[3] Ad Auschwitz ebbe il numero di matricola: 158639. Moglie e figlia (di cinque anni)[2] furono mandate immediatamente alle camere a gas, lui si salvò facendo da interprete a Josef Mengele e poi in altri campi di sterminio come Dachau.[1][3]
Immediatamente dopo la liberazione conobbe in un campo di raccolta di sopravvissuti vicino a Monaco di Baviera Olga Wiener, ebrea ungherese deportata nel maggio del 1944 e salvatasi anche lei per miracolo. Si sposarono ed ebbero due figlie: Clara (le fu dato il nome della prima figlia) e, una volta rientrato in Italia, Silvia. Testimoniò fin da subito gli orrori della Shoah e partecipò a vari processi fino agli anni '90, quando stanco passò la mano agli altri sopravvissuti che ebbero il coraggio di iniziare a parlare a loro volta.
Le figlie nate nel secondo matrimonio, Clara e Silvia, decisero di portare avanti la sua testimonianza raccogliendo i suoi testi e le sue videointerviste in un unico libro biografico "L'interprete", arricchito in seguito dai fatti storici d'epoca dallo storico Gabriele Rigano in un secondo libro: "L'interprete di Auschwitz".[2]
Morì a Milano il 24 aprile 2002 all'età di 89 anni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Binario della memoria - Arminio Wachsberger, su cultura.gov.it, 25 marzo 2024. URL consultato il 14 agosto 2024.
- ^ a b c Alessia Paioni, L'interprete di Auschwitz, su nonsolomostre.it, 8 maggio 2016. URL consultato il 14 agosto 2024.
- ^ a b Arminio Wachsberger, L’interprete: dalle leggi razziali alla Shoah, storia di un italiano sopravvissuto alla bufera, Milano, Proedi, 2010, pp. 60-65.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- I nomi della Shoah italiana
- L’interprete di Auschwitz
- Memoriale, doppio appuntamento sulla razzia al Ghetto di Roma con mostra e libro su Arminio Wachsberger
Controllo di autorità | VIAF (EN) 160339198 · ISNI (EN) 0000 0001 0764 961X · LCCN (EN) no2010181395 · J9U (EN, HE) 987007453053005171 |
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