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Arma bianca

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Insieme di asce da battaglia

Con arma bianca si intendono tutti gli strumenti offensivi dotati di lama, in grado di ferire di punta o di taglio; rientrano nella famiglia delle armi bianche le spade, i pugnali, le baionette e le loro varianti lunghe o corte: quindi spadone, stocco, daga e coltello; in tempi recenti nella categoria delle armi bianche sono state fatte rientrare anche le armi (che non siano alimentate da meccanismi o da polvere da sparo) montate su aste (alabarde) e quelle cosiddette immanicate usate per lo sfondamento: martello, mazza, scure. Si tratta comunque di definizioni convenzionali suscettibili di variazioni.[1]

Più estensivamente l'arma bianca rientra nella categoria delle armi proprie, arma da mischia o arma da combattimento ravvicinato, o qualsiasi arma utilizzata nel combattimento corpo a corpo, vale a dire per l'uso all'interno della portata fisica diretta dell'arma stessa, che funziona essenzialmente come un'estensione del braccio di chi la utilizza. Al contrario, un'arma a distanza è qualsiasi altra arma in grado di colpire bersagli a una distanza superiore al contatto fisico immediato.

Le armi da mischia possono essere ampiamente suddivise in tre categorie principali:

Altre armi lanciano oggetti bellici (come archi, balestre, cerbottane e catapulte)[2][4], e altre fungono da difesa (come scudi, "spray antiaggressione" e armature)[6].

La locuzione deriverebbe dal bianco riflesso del sole sopra le superfici metalliche da parte di queste armi[3]. Esso trova origine in tempi remoti, quando si volle indicare il passaggio tecnologico dalle lame di pietra, rame, bronzo e ferro, a quelle molto più efficienti in acciaio, che in confronto apparivano, appunto, di colore bianco. Tale termine non figura nel lessico giuridico, quindi non è adatto a definire correttamente questa categoria di armi nell'ambito legale.

Nell'età della pietra si fabbricarono lame, coltelli, scudi di selce, e mazze semplici o formate da un bastone spaccato a una delle estremità, avente dentro lo spacco una pietra tenuta a posto con una legatura fatta di strisce di corteccia di albero o con una cordicella fatta di minugia attorcigliata.

In età antica, la hasta dei Romani era lunga circa 1.75 metri, quanto l'altezza di chi la portava il quale era chiamato hastatus. Nei secoli XV secolo, XVI secolo e XVII secolo si chiamò picca ed era per la fanteria molto lunga, facendo riscontro all'antico κόντος, arma propria dei cavalieri o all'antica sarissa della fanteria dell'esercito macedone.

Funzionamento

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Gli oggetti contundenti basano il danno inferto sul principio dell'urto col bersaglio e per questo, sono chiamati anche armi da botta e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere mediante percossa. I bastoni nodosi e le clave rappresentano i rudimenti di tali armi e sono antichi quanto l'umanità. Dopo le clave vennero le mazze e quindi la scure nell'età della pietra. Seguì il mazzafrusto (o flagello) simile al flagrum degli antichi romani, strumento di punizione formato da parecchie catene con palle di metallo alla loro estremità, sospese ad un manico corto: tale strumento fu anche usato come arma da guerra.

Le lame invece, si basano appunto sull'utilizzo della lama: questa è un pezzo di metallo di forma adeguata che presenta una o più parti affilate chiamate "filo".

Le lame possono essere più adatte a tagliare (in questo caso si parla di armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce) o a colpire di punta per penetrare nel bersaglio (da qui la nascita del termine armi da punta), come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo").

Esistono pure le armi da lancio come l'arco e la balestra; esse grazie alla forza fisica dell'uomo e in abbinamento a dispositivi meccanici (ma sempre caricati dalla forza del lanciatore) servono per lanciare - anche a distanze considerevoli - proiettili di vario tipo come pietre, frecce, quadrella, o vengono esse stesse lanciate (giavellotto, asce da lancio, coltelli da lancio).

Classificazione

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Sciabola da ufficiale di marina francese del XIX secolo

Secondo alcuni [senza fonte] sono dette armi bianche le armi che non provocano rumore. Per altri, si possono definire come gli strumenti atti ad offendere e che sfruttano solo la forza del combattente.[7] Oppure si possono definire come tutte le armi in metallo che non siano armi da fuoco.[8]

Si possono suddividere le armi bianche secondo la dimensione: armi corte da mano, armi lunghe da mano e armi inastate, ad esempio:[9]

  • Le armi bianche corte da mano sono occultabili e generalmente non superano la trentina di centimetri: in questa categoria si possono catalogare i coltelli, i pugnali, gli stiletti, le daghe corte, le accette da lancio.
  • Le armi bianche lunghe da mano erano le tipiche armi individuali da guerra, da usare a corta distanza, che precedettero le armi da fuoco: spade, sciabole, katane, asce da guerra ecc.
  • Sono armi bianche inastate o immanicate, quelle munite di un manico lungo da due a più metri che aumenta il raggio d'azione delle armi stesse.

Inoltre possono essere divise pure a seconda del fine per cui sono state costruite, quindi in:

  • Armi da lancio, create al fine di poter essere scagliate da una corta distanza contro l'avversario, in caso di necessità, (ad esempio i giavellotti e certi tipi di accetta, come il tomahawk).
  • Armi da botta[4] e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere mediante percossa.[5]
  • Armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce, infatti tali armi sono finalizzate a tagliare.
  • Armi da punta, finalizzate nel colpire di punta il bersaglio, come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo").
  • Armi da tiro che lanciano a grandi distanze (come la balestra e l'arco) oggetti bellici (frecce, quadrello...).[10]
  • Armi da difesa che difendono da colpi di armi bianche, come armature, scudi e cimieri.[6]
  • Le Armi morbide sono tutte le armi pieghevoli o snodate, come il Chigiriki ed il Jiu jie bian.[11]
  1. ^ D. C. Nicolle.
  2. ^ a b c Glossario delle armi bianche antiche ed esotiche.
  3. ^ a b Copia archiviata (PDF), su riaonweb.it. URL consultato il 16 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  4. ^ a b c arma - Sapere.it.
  5. ^ a b Manuale IGI.
  6. ^ a b Manifestazioni storiche con armi.
  7. ^ Glossario (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2013).
  8. ^ Glossario (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2010).
  9. ^ lama Fissa Armi Bianche Lunghe | Coltelleria, su armeriafrinchillucci.com. URL consultato il 23 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2012).
  10. ^ Armi bianche - A spasso nella storia - Voyager dans l'histoire (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2014).
  11. ^ http://www.centrotaichichuan.it/files/documenti/la_spada_tai_chi.pdf

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 2469 · BNF (FRcb119427828 (data)